Roberto Bartolini2 Ottobre 20243min12441

Agricoltura, cosa si semina? Meteo e prezzi bloccano le decisioni

agricoltura semine

Anche lo scorso anno c’erano le prime avvisaglie, ma quest’anno la campagna delle semine autunno-vernine stenta a decollare, tra la più totale incertezza sul da farsi da parte degli agricoltori. I sacchi di semente sono impilati presso i rivenditori e anche i contoterzisti non hanno ancora le idee chiare di come si muoveranno i lavori nelle prossime settimane, perché l’agricoltore tentenna e non decide.

Lo smarrimento dopo un’annata no

L’agricoltura esce da un’annata disastrosa e si può comprendere lo smarrimento degli imprenditori (alcuni “per protesta” hanno deciso di seminare solo mellifere), ma da grande importatore netto di commodities come è il nostro Paese, non possiamo certo permetterci di lasciare le terre incolte. L’agricoltore guarda ai prezzi di oggi e alle previsioni di mercato per avere l’ispirazione giusta e per quanto riguarda i primi, segnali positivi in questi giorni non mancano.

I segnali dai mercati sono incoraggianti

Negli Stati Uniti, in Russia e nella Ue i raccolti di grano dovrebbero risultare inferiori al 2023, con una discesa degli stock, e questo può innescare una crescita dei listini, che in effetti in queste settimane c’è stata. Inoltre viene sottostimata la domanda mondiale di grano. Per Patricia Le Cadre, direttrice di Cereopa e specialista dei mercati delle materie prime agricole, il mercato del grano si presenta piuttosto rialzista nel 2024/2025. Ciò è dovuto principalmente alla domanda stimolata dalla crescita demografica, alla mancanza di riso su scala globale, alla necessità di mangimi per animali e alle politiche monetarie più flessibili.

Le stime sulla produzione mondiale di mais indicano una diminuzione del 4,5% rispetto al 2023 e anche in Europa quest’anno il raccolto non è andato male solo in Italia. Discorso diverso per la soia, con previsioni di raccolto record negli Stati Uniti, ma con una forte incertezza sul Sudamerica nel caso la siccità si dovesse prolungare tagliando le produzioni. Di fronte a questo quadro, sul portale Terre.net troviamo la dichiarazione di un trader che suona così: “I prezzi potrebbero stabilizzarsi e via via aumentare nel corso della seconda metà del 2025”.

Suddividere il rischio su più colture

Che si prenda per buona o no questa previsione, l’agricoltore deve decidere cosa seminare e sarebbe bene lo facesse senza attendere ancora, per evitare di intasare le strutture di vendita e di movimentazione, diversificando le semine e cioè puntando su più colture per suddividere il rischio di mercato. L’unica accortezza che ci sentiamo di suggerire è questa, ricordando sempre che è indispensabile una oculata e ponderata scelta delle varietà e degli ibridi e la massima tempestività nella preparazione del terreno e nella semina, evitando troppi e inutili passaggi sui campi.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Leonardo

    2 Ottobre 2024 at 11:47 pm

    Solo voi vedete i prezzi in rialzo…grano tenero pagato 18€/q non si va da nessuna parte…poi per forza di cose lo si semina, nella maggior parte degli areali italiani non si hanno grosse alternative al grano al mais e alla soia..in più se non si ha la possibilità di irrigare siamo fregati.

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