Grano duro: conviene coltivare con mezzi propri o rivolgersi al contoterzista?

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Con prezzi di mercato bassi, una redditività ridotta e le incertezze derivanti dalla globalizzazione, non c’è dubbio che gli agricoltori che coltivano grano duro si interroghino sempre di più sulla convenienza o meno di rivolgersi al contoterzista.

A questo proposito, l’Università di Perugia ha svolto un’indagine per fornire alcune indicazioni di massima, che è stata riportata di recente dal mensile L’Informatore Agrario.

Tecnica colturale tradizionale

Nel caso in esame si è prevista l’aratura seguita da concimazione di fondo ed estirpatura. Prima della semina si è effettuato un passaggio con erpice rotante e dopo la semina una rullatura.

Sono state considerate due concimazioni di copertura e un passaggio per la distribuzione dei fungicidi. Infine la raccolta del grano duro e il trasporto.

Costo del contoterzista

Praticando i prezziari, i questo caso validi per il Centro Italia, il costo di tutte le operazioni svolte da un contoterzista, al netto dei costi per i mezzi tecnici (sementi, concimi, agrofarmaci) ammonta a 727 euro/ha. Tale valore può essere scontato del 10% in virtù degli sconti che vengono applicati di solito dai contoterzisti ai loro clienti. Si arriva così a un costo finale pari a 654 euro/ha.

Costo delle macchine in proprio

Nel caso dell’utilizzo delle proprie macchine, vengono imputati tutti i costi relativi a quote di ammortamento, riparazione, manutenzioni, carburanti, lubrificanti, assicurazioni e manodopera.

Per un’azienda con 50 ettari di superficie a grano duro, il costo di tutte le operazioni svolte con macchine proprie arriva a 574,55 euro/ha, a cui si devono sommare 108 euro/ha per la raccolta effettuata dal contoterzi. Anche in questo caso al netto delle spese per i mezzi tecnici.

Cosa conviene?

L’Università di Perugia sostiene che il ricorso all’utilizzo di macchine proprie è conveniente solo per aziende oltre i 60 ettari coltivati a grano duro. Al di sotto, quindi, è bene rivolgersi al contoterzista.

Altre considerazioni

Al di là degli aspetti contabili, non c’è dubbio che il ricorso al contoterzista permette alla piccola azienda di poter sfruttare tecnologie più moderne ed evolute, oltre ad altri servizi come quelli legati all’agricoltura di precisione che possono portare ad aumenti considerevoli della redditività.

Naturalmente ci sono anche alcuni svantaggi, come la necessità di doversi adattare ai tempi di intervento decisi dal contoterzista e alle sue effettive capacità di svolgere correttamente le operazioni colturali. Inoltre, non sempre il contoterzista dispone di quelle attrezzature adatte alle necessità dell’agricoltore, data la estrema eterogeneità della nostra agricoltura.

In definitiva, ognuno deve ragionare sulla base della propria realtà, anche se non c’è dubbio che oggi in Italia al contoterzismo ci si potrebbe rivolgere con più entusiasmo, dal momento che così facendo si alleggerirebbe il bilancio dell’azienda agricola dalle quote di ammortamento, velocizzando l’introduzione delle innovazioni tecnologiche di cui abbiamo tanto bisogno.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Marino Mosconi

    27 Giugno 2017 at 9:17 am

    Ritengo sbagliato il calcolo.
    Partimo dal costo totale che non deve superare gli 800 euro/ettaro per il frumento duro; togliamo i circa 400 euro per le anticipazioni (seme, diserbi, fertilizzanti, fungicidi), i servizi agromeccanici devono contenersi entro i 400 euro quindi dai vs. 654 bisogna applicare uno sconto del 40% cosa altrettanto facile nei costi diretti in quanto non si calcolano – in questo caso – ammortamenti e manodopera.
    Se il frumento costa all’ettaro non più di 800 – 850 euro l’agricoltore ha convenienza ad intraprendere…con costi oltre i 1.000 euro conviene affittare al terzista per un controvalore di circa 500 euro (base 240+green 150+ accoppiato 55+ mercato 85) ed ecco che il “terzista” riserverà per se stesso uno sconto del 50% da quei iniziali 654; e non sarà più semplice terzista ma attivo agricoltore.

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