Grano duro, stoccaggio differenziato e contratti: finalmente gli operatori valorizzano il raccolto

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Dopo tante polemiche e perplessità, finalmente qualcosa si muove sul fronte del grano duro nell’ottica di valorizzare il raccolto, prima in campo e poi nello stoccaggio, per garantirsi un flusso commerciale privilegiato, duraturo e più vantaggioso sotto il profilo economico.

Nuovi silos e partite separate per qualità

Nonostante siano ancora tanti a gufare e a remare contro la filiera, che non è altro che la messa in pratica di un accordo con obiettivi comuni tra chi produce, chi immagazzina e chi acquista, un’inchiesta pubblicata da Terra e Vita e realizzata tra Puglia e Basilicata testimonia finalmente tempi nuovi per il grano duro. Non solo ci sono stati importanti ammodernamenti delle strutture e delle tecniche di stoccaggio, utilizzando opportunamente anche i finanziamenti messi a disposizione da Por, Psr e Pif, ma inoltre un sempre maggior numero di agricoltori accetta di buon grado di lavorare in filiera e di sottoscrivere i contratti di coltivazione.

Il Con.Cer di Giannicola Caione: 70% del grano in filiera

Il Con.Cer presieduto da Giannicola Caione, che riunisce 15 cooperative di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Campania, su 80.000 tonnellate di grano duro stoccato dichiara che il 70% proviene da contratti di coltivazione firmati con Barilla per le varietà Svevo, Aureo e altre nuove. Lo stoccaggio viene effettuato sia in silos metallici di nuova concezione sia in silobag sottovuoto.

Il raccolto viene differenziato per tipologia (convenzionale e biologico) e per classi proteiche: meno del 13%, dal 13% al 15%, e dal 15% in su.

Cooperativa Silvium Alta Murgia: il successo del grano Armando

Anche l’Alta Murgia è ricca di nuovi silos, come testimonia la Cooperativa Silvium Giovanni XXIII di Gravina di Puglia (Bari), che stocca ogni anno 35.000 tonnellate in prevalenza di grano duro. Il prodotto viene differenziato per il contratto Grano Armando promosso dal Pastificio De Matteis, che raccoglie contratti di coltivazione per 24.000 ettari di grano duro in nove regioni, seguendo un preciso disciplinare di produzione per la coltivazione delle varietà Marco Aurelio, Pietrafitta, Quadrato e Redidenari.

Nel 2018 ai produttori che hanno sottoscritto il contratto Grano Armando andranno 285 euro/t più le premialità, sulla base della scala proteica.

In otto anni i cerealicoltori che hanno aderito alla proposta Grano Armando sono passati da 103 del primo anno agli attuali 1836, un segnale inequivocabile sulla validità dei contratti di coltivazione.

Cooperativa di Apricena e la pasta “Granoro Dedicato”

La Cooperativa agricola di Apricena ha firmato un contratto di coltivazione nell’ambito di un accordo di filiera con il Molino De Vita di Casalnuovo Monterotaro (Foggia) e il Pastificio Granoro di Corato (Bari). Questo accordo ha dato vita al progetto Granoro Dedicato per la produzione della prima pasta ottenuta da grani duri al 100% coltivati in Puglia, cioè da una materia prima di alta qualità, certificata e tracciata dal campo alla tavola.

I vantaggi per gli agricoltori che sottoscrivono questo contratto stanno nella garanzia di un continuo servizio di assistenza tecnica che ha portato a un aumento considerevole di resa e qualità, nella certezza di vendita e nel prezzo remunerativo, con la definizione di un prezzo minimo e le premialità.

Il Gruppo Santacroce e gli stoccaggi differenziati

Infine anche il Gruppo Santacroce, che ha acquisito il Mulino D’Ascoli di Ascoli Satriano (Foggia), è passato dallo stoccaggio indifferenziato alla separazione delle partite di grano duro per varietà e tipologia di coltivazione sulla base di quattro criteri: percentuale di proteine, colore, peso specifico e bianconatura. E il successo non è tardato ad arrivare.

Quelli che abbiamo elencato sono solo alcuni esempi di come gli agricoltori e gli operatori cerealicoli si siano davvero convinti di voltare pagina. Il motivo è semplice: la redditività aumenta e il grano duro, coltura insostituibile, diventa conveniente.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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