Guidotti (Cai): “Agricoltori, cambiate mentalità per ritornare in utile”

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Le politiche agricole per decenni, spendendo miliardi, hanno sostenuto un modello agricolo che si è rilevato perdente perché basato su:

1) un agricoltore che deve fare tutto da sé, possedendo un parco macchine completo in una realtà chiusa in se stessa e incapace ad aprirsi all’esterno;
2) un mercato disposto a ritirare qualunque prodotto;
3) un modello di prezzi controllati, se non addirittura amministrati;
4) una estrema rigidità del mercato fondiario, fondata sull’acquisto della terra.

Tutto questo ha prodotto una mentalità nell’agricoltore che oggi è difficile da scalfire e per questo il cambiamento necessario è assai lento.

Roberto Guidotti del CAI (Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani) dalle colonne di Terra e Vita non risparmia, molto giustamente, critiche ai produttori di seminativi che sembra non si rendano conto che il mercato non è più quello di una volta.

«Il consumatore è maturo – continua Guidotti – ed è disposto a spendere di più a patto che la pasta che mette nel carrello sia fatta con grano italiano di qualità, tracciato e tracciabile. Possibile che in questo paese non si riesca a coltivare abbastanza grano per sostenere i fabbisogni dei nostri pastifici? E dire che abbiamo tutto per coprire i fabbisogni in termini di superfici, di resa e di qualità».

Troppi decenni a finanziare una meccanizzazione esagerata

E allora il difetto dove sta? «Il difetto parte da lontano – prosegue Guidotti – con le risorse pubbliche destinate ai campi spese male con l’obiettivo perseguito per anni di consentire all’agricoltore di dotarsi di un parco macchine completo, finanziando più volentieri i trattori per l’aratura profonda piuttosto che un silo o un impianto di prima lavorazione per valorizzare il prodotto della terra. I capannoni dei nostri agricoltori sono pieni di attrezzature che non sono giustificate, soprattutto se si fanno colture estensive». Ma succede anche per le piccole aziende? «Appena sopra i 20 ettari di SAU le aziende hanno acquistato trattori inutili, mietitrebbie e via dicendo sobbarcandosi inutili mutui per coprire la differenza dei costi non coperta dai PSR. Da noi il miglior usato “sicuro” è proprio quello finanziato dai PSR che, appena è scaduto il vincolo, l’agricoltore si affretta a mettere sul mercato per cercare di recuperare un po’ di denaro, ma la rimessa in un modo o nell’altro, cioè anche se tiene le macchine, è garantita».

Chi ha una meccanizzazione tradizionale, la lasci ferma

Ecco qual è la soluzione secondo Guidotti: «Oggi l’agricoltore che ha un parco macchine completo, ma solo per lavorazioni convenzionali e fa seminativi, non ha altro da fare che lasciare le sue attrezzature ferme nel capannone e rivolgersi al contoterzista. La minima lavorazione e la semina diretta, per esempio sui cereali vernini, ormai sono indispensabili per conseguire risparmi notevolissimi dei costi e per ottenere anche un pur modesto utile. Inoltre non dimentichiamo che con questi sconvolgimenti del clima le finestre utili di lavoro sono molto ristrette, quindi per lavorare e seminare come si deve, occorre avere mezzi con ampie larghezze di lavoro e quindi con una elevata produttività oraria». Ma di questo l’agricoltore, che storce il naso quando pensa al contoterzista, non ne tiene mai conto!

3 commenti

  • A

    28 Novembre 2019 at 8:09 am

    Parla senza saper quel che dice! L agricoltore è l’anello debole della carena,i prezzi dei prodotti dono più bassi di quaranta anni fa ,la concorrenza non può avvenire con prodotti agricoli con caratteristiche diffetenti,comincia ad accorgersi di questo anche il consumatore, ma spesso è tardi in fievo anni in Italia si è perso il trenta percento di produzione di grano duro perché il prezzo è ridicolo! Ora stiamo perdendo il comparto frutta e nessuno si occupa dei problemi di chi coltiva perché comunque ora il prodotto non manca ed entra senza controlli ! Bravi politici e bravi sindacati che dormite attaccati alle vostre poltrone!

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  • fokozuynen

    28 Novembre 2019 at 10:51 am

    A detto tanto e niente. Quindi non conviene avere un parco macchine pero si deve avere atrezzi con misure larghe. Secondo azienda dubito si puo manovrare atrezzi larghi.Non avere macchine e utilizare contoterzista …quando costa e il contoterzistabe sempre disponibile? Forse il agricoltore compra atrezzi e macchine sbagliate senza fare una ricerca.

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  • Marino Cavinato

    8 Dicembre 2019 at 4:25 pm

    Sempre e solo sparate, affermazioni senza un ragionamento ben costruito e basato sulla realtà, cioè considerando anche la varietà delle condizioni e dei casi.

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