Roberto Bartolini30 Agosto 20162min7330

Il mais per ora è salvo dalle micotossine. Ma attenzione a epoca e modalità di raccolta

mais-micotossine

Le rilevazioni di metà agosto sono confortanti per quanto riguarda le micotossine del mais padano. Per le fumonisine il rischio è assente o basso, a esclusione dell’area del Delta del Po dove passa a medio; mentre per le aflatossine il rischio è ugualmente assente o basso, sempre con eccezione per il Delta dove invece è medio-alto.

I consigli per le prossime raccolte

La riduzione del rischio di contaminazione da micotossine si può raggiungere, suggeriscono Riccardo Bugiani e Massimo Bariselli della Regione Emilia-Romagna, con la raccolta della granella con un’umidità inferiore al 22%. Quindi occorre una trebbiatura tempestiva per ridurre il tempo a disposizione dei patogeni per accumulare tossine nella granella.

Inoltre è necessario ridurre al massimo le possibili lesioni alle cariossidi, quindi sono da preferire le mietitrebbie a flusso assiale, mentre con le macchine tradizionali occorre un controllo ben fatto di tutte le regolazioni e mantenere bassa la velocità del battitore.

È fondamentale anche che i mezzi di trasporto della granella siano puliti, eliminando possibili contaminazioni, ma si sa che questo aspetto non dipende dall’agricoltore.

Infine è necessario velocizzare tutte le operazioni per essiccare nel più breve tempo possibile il mais e non lasciarlo sostare a lungo in condizioni favorevoli allo sviluppo dei funghi.

Uno sguardo al mercato

Per quanto riguarda il mercato del mais, la produzione europea è al momento nella media e i prezzi sono stabili, quindi ci si augura che si mantengano sui livelli dei 185 euro/tonnellata. Anche se rimane l’incognita legata a un’ottima annata anche in tutti gli altri paesi.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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