La prossima Pac sarà un disastro, se non aboliamo la Conferenza Stato-Regioni

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Chi ha letto le proposte presentate dalla Commissione europea per la Pac 2021-2027 avrà notato la grande novità rappresentata dal cosiddetto “Piano strategico”. Si tratta di un passaggio effettivo delle decisioni strategiche e operative alle rispettive nazioni: l’Unione europea si limita a definire gli obiettivi, ma saranno poi gli Stati membri a elaborare gli interventi specifici relativi ai nuovi pagamenti diretti e ai nuovi PSR.

L’agronomo Angelo Frascarelli, in un suo recente e illuminante editoriale sull’Informatore Agrario, spiega che l’Italia dovrà redigere e adottare un documento programmatico che includa tutte le scelte strategiche sui pagamenti diretti, sulle misure ambientali che sostituiranno l’attuale greening, sui titoli, sul sostegno accoppiati e via dicendo. Dunque più autonomia agli Stati (per fortuna e finalmente, aggiungiamo noi), proprio per confezionare una Pac che interpreti nel migliore dei modi le esigenze, così differenti, delle tante agricolture europee.

Ma allora dove sta il problema?

Un’anomalia tutta italiana da eliminare al più presto

Frascarelli lo dice senza giri di parole: il problema sta nell’anomalia tutta italiana della Conferenza Stato-Regioni, l’organo istituzionale che prende tutte le decisioni sulla politica agraria nazionale.

Nell’attuale Pac, la Conferenza Stato-Regioni ha impiegato un anno e mezzo – dice Frascarelli – e ben quattro decreti ministeriali per applicare la norme 2014-2020 in Italia, con la conseguenza che gli agricoltori hanno conosciuto le nuove regole solo a marzo 2015, quando la campagna agraria era già a metà percorso.

Un organo inageduato, fatto di riunioni inutili

La Conferenza Stato-Regioni, rincara Frascarelli, è un organo inadeguato e inefficiente, fatto di innumerevoli riunioni per prendere decisioni al ribasso, distorsive, clientelari, frutto di egoismi regionali con abominevoli compromessi e senza alcuna strategia di sviluppo.

Le decisioni della Conferenza vengono attuate all’unanimità, dunque basta che una Regione si opponga per non decidere nulla o arrivare ai peggiori compromessi possibili.

Allora cosa occorre fare? Frascarelli lo dice chiaramente: nell’attesa che la Conferenza Stato-Regioni venga abolita da una riforma istituzionale, occorre un atto di responsabilità nelle decisioni della Pac in una logica di sviluppo agricolo e rurale nazionale, una proposta chiara del ministro e degli assessori regionali che guardi al bene comune. Il neo ministro Gian Marco Centinaio è avvertito!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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