La segale ibrida piace alle vacche e si raccoglie presto
«Nelle province di Piacenza, Cremona e Lodi stiamo registrando ogni anno un incremento costante di superficie dedicata alla segale ibrida. Chi la prova, poi non la abbandona più». Gianmario Sala, agricoltore e consulente di aziende agricole, ci spiega i motivi di questa scelta da parte dell’agricoltore-allevatore.
Le differenze con la segale convenzionale
«La segale ibrida ha tre principali punti di forza che la differenziano dalla segale convenzionale», afferma Sala. «Ha una finestra di raccolta più ampia, che si protrae per 3 settimane (contro i 7 giorni della segale convenzionale); resiste molto bene all’allettamento, e quindi si raccoglie un prodotto sano; infine, produce a pari condizioni oltre il 20% in più di massa».
Perché l’allevatore dovrebbe preferire la segale all’orzo o triticale?
«Prima di tutto, posso anticipare la raccolta di circa 20 giorni. Il periodo ideale di raccolta della segale ibrida è l’ultima settimana di aprile, che permette una semina ideale del mais che la segue. Ma se il meteo dovesse essere sfavorevole, si può arrivare a raccoglierla sino a metà maggio. Poi le analisi del prodotto ci dicono che la segale ibrida ha una qualità della fibra pari a quella di orzo e triticale, ma ha un più elevato tenore proteico. Le analisi di Aral del 2023 indicano, per un raccolto al 30,5% di sostanza secca, il 13,58% in proteina grezza, il 5,53% in lipidi e ben il 26,17% in carboidrati non fibrosi».
Sistemi di raccolta e uso nella razione
Come viene raccolta la segale ibrida da destinare alla stalla?
«Sono due i sistemi in uso: la raccolta della pianta in piedi, per farne un trinciato da stoccare direttamente in trincea; oppure lo sfalcio seguito da un pre-appassimento in campo di un paio di giorni e la raccolta con trincia pick-up oppure in balle fasciate. Questo secondo sistema a mio avviso è da preferire, in quanto garantisce un insilato che si conserva meglio e che avrà la corretta fermentazione di insilaggio senza percolato».
Quali sono i quantitativi di segale ibrida nella razione?
«Se si usa la segale trinciata direttamente, che alla raccolta ha un tenore di sostanza secca inferiore al 24%, il quantitativo ideale in razione va da 12 a 15 kg/capo di tal quale, mentre se uso la segale ibrida pre-appassita, trinciata o fasciata in balloni, il quantitativo va dai 7 ai 10 kg/capo».
Un’esperienza: Cascina Erone
Massimo Barbieri, che dirige la Cascina Erone a Pieve San Giacomo (Cremona) con 100 ettari e 820 capi, di cui 400 in lattazione, da anni ha abbandonato l’aratura e alterna primi e secondi raccolti per poter soddisfare con i prodotti aziendali le necessità alimentari della stalla. «Cinque anni fa abbiamo provato a seminare qualche ettaro di segale ibrida Su Baresi di RV Venturoli, al posto dell’orzo. La produzione è stata ottima, oltre 500 ql/ha di trinciato, e soprattutto si è potuto raccogliere nei primi giorni di maggio, quindi parecchi giorni in anticipo rispetto all’orzo e triticale. Da allora in azienda, ogni anno, 50 ettari vengono dedicati alla segale ibrida».
«Sono anni che ho messo l’aratro in soffitta», aggiunge Barbieri. «La preparazione dei terreni per tutte le colture viene fatta con una ripuntatura a 25 cm di profondità, seguita da una discatura, poi si semina. Seminiamo solo mais precoci, classe FAO 300-400, in secondo raccolto dopo la segale ibrida e in primo raccolto, per ottimizzare le risorse idriche. In questo caso, dopo la raccolta del mais seminiamo un sorgo silage».
Quale ruolo ha la segale nella razione delle bovine?
«È un alimento molto appetito dalle vacche e arriviamo a distribuirne sino a 15 kg a capo. La resa in mangiatoia è molto buona, il prodotto ha un’alta digeribilità e notiamo che grazie alla segale ibrida aumenta l’ingestione, anche in estate».