L’agricoltura di precisione è davvero conveniente? I numeri dicono di sì, ma l’agricoltore non lo sa

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Nel 1989 (28 anni fa…) fare una telefonata a casa da un treno in corsa sembrava fantascienza, mentre oggi è cosa scontata, che fanno tutti, grandi e piccoli, giovani e vecchi, con un semplice gesto. Allo stesso modo, oggi parlare ai contoterzisti e agli agricoltori di mappe del suolo, mappe di produzione e mappe di prescrizione, di dosi variabili di sementi e concimi, di droni e di sensori di vigoria o di strumenti satellitari e meteo che misurano giorno per giorno le necessità irrigue di una coltura, cioè la cosiddetta “agricoltura di precisione“, sembra parlare di pura fantascienza. Ma non è così, e tra poco tempo succederà come per i telefonini: tutti gli agricoltori non potranno fare a meno dei sistemi di precisione, altrimenti i loro conti non quadreranno mai.

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Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia, nel corso dell’assemblea annuale dei contoterzisti del Confai di Mantova tenutasi nei giorni scorsi, ha voluto portare questo paragone per far capire come l’evoluzione tecnologica ancora una volta ci sorprenderà e riuscirà a cambiare radicalmente il modo di lavorare la terra e di gestire agronomicamente le colture.

In viticoltura, per esempio, i sistemi di precisione – che ai nostri cerealicoltori sembrano “cose da marziani” – sono già ampiamente applicati su vasta scala da anni, perché la tecnologia è già lì sul mercato e non aspetta che qualcuno la usi. Mentre per quanto riguarda le colture estensive, oggi l’agricoltura di precisione è applicata solo su una parte irrisoria di superficie e c’è da chiedersi perché.

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Angelo Frascarelli nel corso dell’intervento all’assemblea annuale del Confai di Mantova.

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L’agricoltore non sa a cosa serve l’agricoltura di precisione

La risposta di Frascarelli è chiara: non c’è resistenza sul costo dell’investimento, che in effetti è basso, ma piuttosto sul fatto che gli operatori non comprendono ancora bene a cosa possono servire questi sistemi di precisione. Quindi è un fatto di mancata consapevolezza della convenienza di sistemi che invece offrono vantaggi concreti e ben tangibili.

Proprio per rispondere a questa domanda – “è conveniente o no?” – Frascarelli ha condotto una vasta indagine, andando a trovare agricoltori e contoterzisti che applicano già questi sistemi, annotando i loro costi e i loro ricavi per confrontarli con i dati di coloro che invece adottano percorsi tradizionali senza la “precisione”.

La convenienza c’è, ed è significativa

Se si applica il primo livello di precisione, cioè la semplice guida automatica che permette di andare diritti con il trattore evitando le sovrapposizioni, e la si abbina per esempio allo strip-till al posto dell’aratura, il vantaggio economico è pari al 21% in più di utile netto, su una produzione di mais pari a 145 ql/ha. Tradotto in euro, si tratta di circa 80 euro/ha in più, badate bene solo con la guida automatica, che è il primo gradino nella scala della precisione. Tutto questo se si lavora su campi di forma regolare.

Infatti un’indagine dell’Università di Milano citata da Frascarelli, che considera il risparmio sui costi dovuti all’agricoltura di precisione se siamo in aziende con campi piccoli e di forma irregolare (che è il caso più frequente in Italia), il risparmio rispetto ai sistemi di lavoro senza la precisione arriva a 180 euro/ha. E anche in questo caso parliamo sempre di guida automatica e non prendiamo in considerazione l’aumento delle rese.

I livelli 2 e 3 della precisione

È evidente che evitare le sovrapposizioni di concimi, sementi e agrofarmaci, oltre ai sopra citati risparmi, può portare anche a un aumento delle rese, che diventa invece garantito nel momento in cui si applicano il secondo e il terzo livello dell’agricoltura di precisione, i quali comprendono:

  • Livello 2: guida automatica + mappe di raccolta e dosi variabili.
  • Livello 3: guida automatica + mappe del suolo, mappe di raccolta, mappe di prescrizione con le dosi variabili, monitoraggio vigore vegetativo per la fertilizzazione mirata, sensori umidità del suolo per pilotare l’irrigazione, uso dati meteo per determinare interventi fitoiatrici, uso dei droni.

Gli incrementi di resa sono notevoli e progressivi

Gli agricoltori che da almeno cinque anni applicano il livello 3 dell’agricoltura di precisione, abbinandola ai sistemi di gestione conservativa del suolo, confermano che l’aumento complessivo delle rese va dal 20 al 30% e non si è ancora fermato. E questo è il punto chiave: il punto di arrivo non si raggiunge mai, perché il potenziale genetico delle nostre sementi è enorme, quindi dobbiamo rimuovere tutti gli ostacoli fisici che impediscono la massima espressione produttiva di varietà e ibridi. E con la “precisione”, la competenza e la pazienza, ciò si può fare. Per non parlare del benessere fisico personale che ha un prezzo molto alto (poi ognuno lo quantifica come vuole…): grazie ai sistemi automatici e di precisione, chi lavora sul trattore per tante ore scende meno stanco e stressato. Questo fattore lo vogliamo considerare o no?

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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