L’agricoltura è senza ministro (ma per favore, Ciampolillo no!)
«Il vaccino anti Covid non lo farò, perché sono vegano e ho le difese immunitarie altissime. Le mascherine servono solo a fermare l’influenza, non il coronavirus, e poi dobbiamo impiegare prodotti ottenuti dal fiore della canapa indiana per contrastare il Covid-19». Queste dichiarazioni, riportate dal Corriere della Sera, sono di Lello Ciampolillo (nella foto), senatore passato dal Movimento 5 Stelle al Gruppo Misto, che ha votato “sì” alla fiducia per Conte in Senato e quindi si è schierato d’ufficio tra i “costruttori” dell’attuale governo. E come tale attende la giusta ricompensa. Il guaio è che, pur ammettendo che per il momento Giuseppe Conte non gli ha promesso ancora nulla, lui chiede a gran voce di fare il ministro dell’agricoltura.
Vi chiederete perché Ciampolillo ha fatto questa esplicita richiesta, dato che di norma tra chi ci governa nessuno parla mai di agricoltura e, quando si deve affidare il dicastero vacante, solitamente si tira a sorte e il malcapitato non sa mai nulla di agricoltura. Invece il nostro ineffabile Ciampolillo vanta una invidiabile esperienza sui sistemi di lotta alla xylella, il flagello che sta distruggendo gli ulivi del Sud. Sentite infatti cosa dice: «Per salvare gli ulivi dalla xylella propongo tre metodi di cura: il sapone, un concime isrealiano e portare l’albero di olivo a -70°C per 40 minuti. La xylella scompare, l’ho visto con i miei occhi!».
Per questa ultima illuminante strategia, forse Ciampolillo si è confuso con il vaccino anti-Covid di Pfizer, che va conservato a -70°C.
Che dire: non si può che rimanere basiti e attoniti di fronte a dichiarazioni di tale portata demenziale. Che un tale soggetto sieda su uno scranno del Senato della Repubblica italiana è già di per sé una vergogna nazionale, ma che poi costui abbia anche la minima possibilità di diventare ministro dell’agricoltura, fa raggelare il sangue. E se tale infausta eventualità dovesse avverarsi, pensate che sarà Lello Ciampolillo a vigilare sulla scrittura della nuova Pac nazionale post 2023 e su tutti gli altri provvedimenti per la ripartenza… Allora sì che sarebbero dolori!