Le imprese agricole non fanno i conti, ma è ora di voltare pagina
Le imprese agricole non fanno i conti, o perlomeno una gran parte di esse da decenni ha un rapporto conflittuale con il cosiddetto controllo di gestione. Una delle ragioni principali sta nel fatto che il metodo di tassazione in Italia non prevede l’obbligo di redigere un bilancio.
Non basta conoscere il flusso di cassa
Finalmente Alessandro Palmieri, in un editoriale su Terra e Vita, esponendosi al sicuro dileggio dei produttori, ha giudicato questo comportamento inconcepibile. Come si fa (e questo vale solo per le aziende più attente) a limitarsi alla conoscenza del flusso di cassa (entrate e uscite), quando per stare sul mercato occorrono sempre più professionalità e una conoscenza approfondita di una moltitudine di dati? Conoscere la reale entità dell’utile o della perdita di gestione può consentire di operare le giuste scelte e una corretta programmazione dell’azienda e degli investimenti futuri.
Una spinta dal sistema creditizio
Una spinta a cambiare registro potrebbe venire dal sistema creditizio, sempre più importante per l’agricoltore, che considera il bilancio di gestione lo strumento indispensabile per valutare la concessione di un finanziamento. Non c’è dubbio che la corretta determinazione dei costi, della redditività aziendale e della capacità finanziaria di un’azienda agricola necessiti di una adeguata istruzione, ma appare evidente che un imprenditore agricolo oggi non può più fare a meno dei numeri che fotografino in maniera chiara lo stato di salute dell’azienda.
Navigare senza bussola
Insomma, oggi una gran parte delle aziende agricole naviga a vista, come un navigante senza bussola. Palmieri, in conclusione del suo intervento, afferma a ragione che gli aspetti economici delle aziende agricole non devono più rappresentare quel buco nero informativo che diventa un limite all’efficienza e alla redditività, al pari della mancanza di competenze agronomiche. Come reagiranno gli agricoltori a questa sacrosanta tirata di orecchi?
3 commenti
Giuseppe
18 Settembre 2024 at 11:52 pm
Ci sono parecchie cose che non vanno in campo agricolo tra cui proprio la redditività che se fosse fatta considerando la patrimoniale la stragrande maggioranza delle aziende agricole operano da diversi anni in passivo e nessuno fa niente per fare in modo che le cose vadano in modo diverso, a nessuno importa che gli agricoltori già vanno in passivo senza considerare i costi effettivi di produzione, a nessuno importa che i prodotti italiani sono tra i migliori a mondo e i meno pagati in base alle qualità che hanno e alla disparità di prezzo che viene pagata al produttore e a quanto poi tutti i cittadini andiamo a pagare ai supermercati è insostenibile che per fare un esempio del grano duro che segue i prezzi di mercato mondiale che sono inferiori ai costi di produzione e poi tutti i prodotti derivati sono ben pagati, in poche parole voglio dire che per chi fa impresa e giusto avere utili e per chi produce è giusto avere solo perdite, questo sistema non so fino a quando potrà durare quello che è certo è che le nostre produzioni non si sa dove vanno a finire e a quale prezzi e che a noi poveri cittadini ci costringono a mangiare prodotti con farine di grani che provengono per la maggior parte dal Canada (grano che viene fatto seccare col Glifosate per essere mietuto) e ci vengono a raccontare che i grani canadesi hanno qualità superiori ai nostri grani solo perché ci sono altri accordi politici commerciali e nessuno si rende conto che ci stanno uccidendo nessuno parla di come sono aumentati i casi di tumore negli ultimi anni, etc etc, penso che bisognerebbe mettere un freno a tutte queste cose e iniziare a dare il giusto prezzo a chi produce e controllare per bene la ricarica che viene fatta dai commercianti fino a quando il prodotto arriva sulle nostre tavole, altro capitolo le norme sempre più stringenti e impossibile da attuare se si deve lavorare, ci sono cose che non stanno ne in cielo ne in terra solo per sanzionare gli agricoltori e dirgli in altri termini di cessare l’attività
Mauro
20 Settembre 2024 at 1:30 pm
Parole sante
Massimo
20 Settembre 2024 at 1:58 pm
Buongiorno è ora di smettere di dire che i nostri prodotti sono migliori di altri. Non è vero che sono pagati meno rispetto ad altre Nazioni.Il mercato è fatto da domanda e offerta. È un mercato globallizzato comandato dalle multinazionali che fanno i loro interessi a scapito dei produttori mondiali .Se volessimo cambiare le cose l unica soluzione sarebbe di non produrre per un Anno non solo noi europei ,ma a livello globale. Allora si ne vedremmo delle belle, ma non abbiamo il coraggio di farlo