L’università difende l’agricoltura biodinamica: così la scienza tocca il fondo

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«Nelle prescrizioni biodinamiche ci sono degli aspetti che fanno inorridire il mondo scientifico. Per esempio la questione del corno-letame, l’influenza degli astri e altri aspetti che richiamano l’omeopatia, di sostanze attive in dosi infinitesimali che dovrebbero produrre reazioni non scientificamente dimostrabili. Perché la dovremmo contrastare?».

Chissà se a qualche docente del Dipartimento territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova sia venuto spontaneo chiedere conto ai colleghi Augusto Zanella (professore associato) e Cristian Bolzonella (costui non compare ufficialmente nell’elenco del personale del dipartimento) di una delirante lettera pubblicata sull’Informatore Agrario n. 22/2021, che non fa certamente onore né al mondo della scienza e della ricerca, né al citato Dipartimento che vanta una fama conquistata con il lavoro e la serietà professionale.

Affermazioni che fanno a botte con la scienza

All’inizio di questo articolo abbiamo riportato solo una delle tante affermazioni a dir poco inquietanti a favore della produzione biodinamica dei due universitari, che ancora affermano perentoriamente: «Gli umani temono ciò che non conoscono e l’agricoltura biodinamica presenta dei lati non scientificamente dimostrabili che però non ostacolano e nemmeno annullano i benefici ambientali connessi all’agricoltura biodinamica». Come dire: anche noi non ci abbiamo capito granché, tuttavia la sosteniamo! Alla faccia della scienza… direbbe Totò!

Richiamare all’ordine chi sconfina nel ridicolo

Sarebbe opportuno che il direttore del Dipartimento territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova, dove lavorano i due, chiedesse loro spiegazioni per quest’altra affermazione: «È infatti probabile che i veleni che ancora oggi e senza vergogna sono presentati come “fitosanitari” vengano associati a tante malattie mortali anche per l’uomo e che si chieda a coloro che li hanno erroneamente venduti, pubblicizzati e fatti usare, di passare alla cassa». Un’affermazione di estrema gravità da parte di chi lavora in un’illustre università italiana, un’affermazione priva di alcun fondamento scientifico e che dovrebbe sollevare la protesta generale del mondo della ricerca e anche di tutti gli agricoltori italiani accusati di essere inquinatori. Certo che siamo tutti preoccupati che una parte degli aiuti destinati all’agricoltura convenzionale possano finire ai biodinamici e che vengano distratte risorse dalla ricerca seria verso le stregonerie.

Per fortuna, annota il direttore dell’Informatore Agrario Antonio Boschetti in risposta alla lettera, «non esiste alcuno studio serio che leghi gli effetti positivi all’uso dei preparati steineriani». Che i biodinamici abbiano il diritto di esercitare le loro pratiche e di produrre ciò che vogliono è pacifico, ma che vengano finanziati con i soldi dei cittadini e che per di più abbiano il sostegno di chi si professa ricercatore o scienziato, è davvero paradossale.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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