Mais, non seminare troppo presto: il clima è cambiato
Appena arriva marzo i maiscoltori sono già in fermento perché negli ultimi decenni si è molto insistito sulle semine anticipate, non tenendo però in considerazione l’effetto dei cambiamenti climatici. Occorre infatti sempre ricordare che ciò che conta è la temperatura del terreno, che in questi ultimi anni non ha mai raggiunto a marzo livelli tali da consentire una pronta germinazione e una rapida partenza della coltura; senza contare i rischi delle gelate tardive che, per esempio nel 2021, in alcune aree sono giunte a metà aprile.
Dunque, che fare? Per gli agricoltori che hanno programmato di produrre trinciato integrale di mais e/o pastone di spiga (ma vale anche per chi fa granella) tornano molto utili una serie di considerazioni pratiche fatte dal pool Forage Team dell’Università di Torino e pubblicate su Terra e Vita.
Trinciato e pastone: il massimo si ottiene con le semine ad aprile
Innanzitutto va detto che per il trinciato e il pastone parlare di quintali o tonnellate per ettaro è sbagliato, dato che bisogna sempre ragionare solo sul contenuto di sostanza secca, cioè sulla produzione al netto dell’acqua presente nel prodotto raccolto. È interessante allora osservare come il potenziale produttivo in sostanza secca per il trinciato (figura 1) e il pastone (figura 2) si riduca man mano che l’epoca di semina viene posticipata, ma che la massima produzione si ottiene proprio con semine nella prima settimana di aprile e non con quelle anticipate in marzo, come si vede dai grafici seguenti, tratti da Terra e Vita n. 5/2022.
La produzione di sostanza secca flette decisamente per le semine effettuate dopo la metà di maggio, con perdite di circa un quintale di sostanza secca al giorno.
Classe di maturazione: rivalutare i cicli medi e precoci
Per quanto riguarda la scelta della classe di maturazione, per le semine entro aprile si può puntare sulle classi Fao 600-700, mentre per le semine dalla prima decade di maggio in poi è opportuno scegliere ibridi di classe 500 ma anche precoci Fao 300-400, che ultimamente hanno espresso alta produttività.
Il difetto dei mais a ciclo lungo
La scelta degli ibridi a ciclo lungo non è opportuna perché, anche se possono sembrare molto produttivi, sono caratterizzati da tenori di sostanza secca inferiori al 28%, quindi a rischio di fermentazioni anomale, e mostrano anche di essere poveri di amido. Per il pastone di spiga il suggerimento del Forage Team di Torino è optare, a parità di data di semina, per ibridi più precoci di quelli scelti nel caso del trinciato integrale, per poter raggiungere in tempo utile la completa maturazione della granella e la massima produzione di amido.
Quanto azoto? Dipende dall’epoca di semina
Un ultimo aspetto interessante, soprattutto quest’anno con i prezzi dell’azoto alle stelle riguarda la concimazione.
Nella tabella qui sopra, sempre tratta da Terra e Vita 5/2022, sono indicate le asportazioni del trinciato e del pastone in relazione all’epoca di semina. Come si vede, i massimi asporti sono in corrispondenza delle epoche di semina di marzo-aprile, mentre diminuiscono notevolmente man mano che si sposta in avanti l’epoca di semina.
250 kg/ettaro di azoto è più che sufficiente
Ma attenzione: l’esperienza di campo e quella sperimentale dicono che dosi superiori a 250 kg/ha di azoto non hanno nessun effetto positivo sulla produttività, quindi andare oltre tale soglia, come somma tra reflui e concimi minerali, è antieconomico. Ora è evidente che per l’azienda zootecnica gli apporti derivanti da liquami, letami e digestati siano in gran parte sufficienti per alimentare il mais, senza ricorrere a concimi minerali.