Nuova Pac, il “voucher smart” finanzia agricoltori e contoterzisti che scelgono la precisione

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Siamo tutti d’accordo sul fatto che le nuove tecnologie digitali e l’agricoltura di precisione ci fanno risparmiare tempo, limitano le emissioni e gli sprechi e migliorano la qualità dei suoli e delle produzioni. Ma il nodo da sciogliere è che queste innovazioni comportano investimenti che le piccole e medie aziende agricole non si possono permettere, soprattutto di questi tempi che i prezzi di cereali, oleaginose e foraggere sono stagnanti verso il basso. Per cercare di oltrepassare questo ostacolo al Ceettar (confederazione europea dei contoterzisti) e al Cema (associazione europea dell’industria delle macchine agricole) è venuta un’idea davvero brillante.

Un nuovo incentivo da spendere ogni anno

Ceettar e Cema hanno stilato un documento con il quale propongono alla Commissione europea che sta scrivendo la nuova Pac 2021 (o 2022)- 2027 (o 2028) di inserire un incentivo innovativo all’uso dei sistemi di precisione e di analisi dei dati, cioè della cosiddetta digitalizzazione in senso lato. Si tratterebbe di un vero e proprio “voucher smart“, così lo vogliamo battezzare, cioè una sorta di “buono per acquistare servizi di alta tecnologia” che l’agricoltore spende a favore di contoterzisti della sua zona che garantiscono l’applicazione nell’azienda del cliente di nuovi percorsi colturali all’insegna delle tecnologie agricole di precisione. L’importo di questo buono annuale andrebbe calcolato su una percentuale del costo totale del servizio rappresentata dall’applicazione dell’agricoltura di precisione.

I servizi finanziati dal buono

Ecco i servizi che potrebbero rientrare nel finanziamento attraverso il voucher smart:

  • Guide automatiche e collegamento GPS.
  • Sistemi di mappatura delle rese e della qualità del raccolto (NIR).
  • Sistemi per realizzare le mappe di prescrizione.
  • Attrezzature per semina, concimazione e diserbo a rateo variabile (VRA).
  • Sistemi di monitoraggio e analisi dei suoli.
  • Sistemi per il supporto alle decisioni (DSS) e reti di collegamento tra le macchine operative in campo e il centro aziendale.

È ovvio che l’erogazione del voucher è vincolato all’effettiva e comprovata applicazione dei sistemi di precisione sui terreni e sulle diverse colture dell’azienda che ne fa richiesta, per dimostrare che così facendo si possono implementare una serie di benefici all’ambiente, alla qualità delle produzioni e alla gestione economica aziendale.

La proposta è vincente, rendiamola operativa

La proposta del “voucher smart” è davvero molto interessante e ci auguriamo che venga presa in seria considerazione dai funzionari della Commissione, perché è forse l’unica strada per mettere finalmente in asse, come si dice, acquirente (l’agricoltore che necessità di innovazione) e fornitore (il contoterzista che viene incentivato a investire).

È certamente questa la via per spianare definitivamente la strada all’agricoltura di precisione, che oggi trova i suoi principali ostacoli nell’età anagrafica degli agricoltori, nel basso livello di informazione e di preparazione, nella modesta estensione degli appezzamenti a colture estensive e nell’indisponibilità ad avviare un vero e proprio cambiamento nel modo di operare in campo. Ecco dunque che il “voucher smart”, come lo abbiamo battezzato, aprirebbe nuove e fantastiche opportunità anche per i contoterzisti che oggi sono stretti tra la voglia di investire e la scarsa domanda esercitata da parte dei clienti. Ci vuole sempre un po’ di coraggio per cambiare e il voucher sarebbe uno stimolo non di poco conto.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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