Roberto Bartolini6 Marzo 201523min21521

Pillole di PAC 2015-2020 : i punti chiave per evitare errori

pac

La PAC è un pacchetto di norme, emanate ogni 9 anni dall’Unione Europea, che regolano gli aiuti economici destinati alle aziende agricole. Per il periodo 2015-2020 l’Italia riceverà dalla UE in totale circa 26 miliardi di euro, divisi in sette anni.

Come sarà la PAC 2015-2020?

Sarà molto differente dalle precedenti. Negli scorsi anni per ricevere gli aiuti (definiti pagamenti diretti) bastava svolgere l’attività agricola; mentre da oggi sino al 2020, per ricevere tutti gli aiuti che ci sono, è necessario sia essere agricoltore sia al contempo:

  • rispettare l’ambiente (suolo, aria e acqua)
  • implementare in azienda l’innovazione tecnologica
  • aggregarsi e collegarsi con il mercato e con l’industria di trasformazione delle materie prime agricole

Cosa cambia per l’agricoltore?

La nuova PAC ha deciso un taglio di circa il 35% degli attuali pagamenti diretti. La prima conseguenza di questo è che i due obiettivi prioritari devono essere aumentare le rese per ettaro e razionalizzare i costi.

Ma la nuova PAC ha introdotto anche nuovi aiuti per gli agricoltori che assumono nuovi impegni «ambientali» per migliorare la fertilità dei suoli, diminuire la dispersione di agrofarmaci e di fertilizzanti, usare in maniera più razionale l’acqua di irrigazione.

Cosa succede ai pagamenti?

Facciamo un esempio per un’azienda con 50 ettari a seminativo e un monte Pac 2014 di 58.669 euro. Partiamo dalla Pac ricevuta nel 2014, che è la base di partenza per fare i nuovi calcoli.

C’è stato un taglio, nel 2014, dei pagamenti diretti del 9,7%. Dunque : 58.669 euro x 0,97 = 5.690 euro di riduzione.

Il totale dei pagamenti effettivamente ricevuti nel 2014 è di 58.669 – 5690 = 52.979 euro.

Per il calcolo del nuovo valore dei pagamenti diretti si parte dunque, nell’esempio sopraindicato, dai 52.979 euro.

Il calcolo fai da te

Ecco la formula che ogni agricoltore può applicare alla sua realtà aziendale per calcolarsi già da oggi a quanto ammonterà il valore della sua Pac nel 2015.

VUI = Valore Unitario Iniziale. La formula di base è VUI =  x/y · A/B

x/y = 57% (indice fisso per l’Italia)
A = 52.979 euro (totale pagamenti diretti Pac 2014, tenendo conto della riduzione)
B = 50 ha (Superficie Agricola Utilizzata 2015)

Facciamo i conti:

52.979 : 50 = 1.059 euro/ha (valore Pac/ha 2014)
1.059 x 0,57 = 603 euro/ha (nuovo valore unitario VUI dei titoli Pac/ha per il 2015)
603 x 50 ha = 30.150 (valore complessivo Pac 2015 su tutti i 50 ettari, ma parziale poiché non comprende il greening)
52.979 – 30.150 = 22.829 (perdita “apparente” tra la vecchia e la nuova Pac)

La perdita è solo apparente, perché ora a questa cifra va aggiunto il greening, pari al 30% del valore dei pagamenti.

I 30.150 euro corrispondono infatti al valore dei nuovi pagamenti diretti, ma questa azienda può aggiungere la quota relativa al pagamento verde o greening facendo il seguente calcolo:

Pagamento greening = valore unitario titoli 2015 : 0,57 x 0,30. Cioè:

603 euro : 0,57 x 0,30 = 317 euro/ha (valore unitario pagamento greening)
317 euro x 50 ha = 15.580 (valore totale greening)
30.150 + 15580 euro = 46.000 euro (nuovo valore Pac 2015 costituito da pagamenti diretti + greening).

Come si vede dal calcolo fatto, è indispensabile incassare anche il greening, altrimenti questa azienda rinuncerebbe a ben 15.580 euro

Gli obblighi del greening

Gli agricoltori che vogliono incassare il greening sono tenuti a rispettare su tutti gli ettari ammissibili i seguenti impegni ambientali, fissati per tutti dall’Unione europea:

  1. Diversificazione colturale
  2. Mantenimento dei prati permanenti
  3. Creazione di aree a valenza ambientale

Diversificazione colturale

La diversificazione colturale interessa solo le superfici a seminativo.

  • fino a 10 ettari a seminativo: nessun obbligo di diversificazione
  • da 10 a 30 ha di seminativo: obbligo di due colture, con la coltura principale che copre al massimo il 75%
  • oltre i 30 ha di seminativo: obbligo di tre colture, con la coltura principale che copre al massimo il 75% e le due principali al massimo il 95%

Per “coltura” si intende:

  1. una coltura è diversa se appartiene a un genere diverso nella classificazione botanica delle colture (es. grano duro e grano tenero non sono diversi; grano e orzo sono diversi)
  2. maggese
  3. erba e piante da foraggio
  4. coltura invernale e primaverile sono considerate distinte anche se appartengono allo stesso genere.

I prati permanenti

Gli Stati membri designano i prati permanenti ecologicamente sensibili. La proporzione della superficie a prato permanente in relazione alla superficie agricola totale non deve diminuire di oltre il 5%.

La quota di superficie da tenere sotto controllo si ottiene dal rapporto tra la superficie investita a prato e pascolo permanente e la superficie agricola totale dichiarata nella domanda Pac 2015.

La verifica deve essere fatta confrontando la quota ex ante e la quota a prato di ogni anno dal 2015 al 2020. La quota ex ante (A) è: superficie a pascolo e prato permanente nel 2012 + superficie investita nel 2015 non dichiarata nel 2012. La quota di ogni anno (B) è data dal rapporto tra superficie a prato e pascolo di ogni anno e superficie totale agricola dichiarata ogni anno.

La variazione di B rispetto ad A non deve diminuire di oltre il 5%.

Aree di interesse ecologico

Le aree di interesse ecologico (o Ecological Focus Area, EFA) si applicano solo alle superfici a seminativo; non si applicano alle colture permanenti e ai prati e pascoli permanenti.

Le EFA sono obbligatorie per le aziende con più di 15 ettari di seminativi, per almeno il 5% della superficie a seminativo. Sono aree ecologiche:

  • terreni lasciati a riposo
  • terrazzamenti
  • elementi caratteristici del paesaggio
  • fasce tampone, comprese le fasce tampone occupate da prati permanenti
  • ettari agroforestali, realizzati con i PSR
  • fasce di ettari lungo le zone periferiche delle foreste
  • superfici con bosco ceduo a rotazione rapida
  • superfici oggetto di imboschimento con i PSR
  • superfici con colture azotofissatrici (erba medica, soia, eccetera)

L’Italia ha scelto di applicare un fattore di ponderazione di 0,7 per le superfici con colture azotofissatrici.

Sanzioni per chi non rispetta il greening

Nel 2015-2016: perdita del pagamento greening.

Nel 2017: perdita del pagamento greening + una riduzione degli altri pagamenti pari al 20% del pagamento greening.

Dal 2018: perdita del pagamento greening + una riduzione degli altri pagamenti pari al 25% del pagamento greening.

Greening: conviene rispettarlo?

 

Caso 1: Non rispettare il greening comporta una perdita da 81 €/ha nel 2015 a 102 €/ha nel 2019 (fonte: Gabriele Chiodini - Università di Perugia)
Caso 1: Non rispettare il greening comporta una perdita da 81 €/ha nel 2015 a 102 €/ha nel 2019 (fonte: Gabriele Chiodini – Università di Perugia)
Caso 2: Non rispettare il greening comporta una perdita da 204 €/ha nel 2015 a 190 €/ha nel 2019 (fonte: Gabriele Chiodini - Università di Perugia)
Caso 2: Non rispettare il greening comporta una perdita da 204 €/ha nel 2015 a 190 €/ha nel 2019 (fonte: Gabriele Chiodini – Università di Perugia)

 

Il giudizio di convenienza dipende dal valore dei titoli dell’azienda al 2014:

  • per le aziende con titoli medio-bassi può esserci la convenienza a non rispettare il greening, soprattutto quando non è presente una valida alternativa al mais;
  • per le aziende con titoli di valore medio-alti non vi è la convenienza economica a non rispettare il greening;

Greening: come massimizzare il reddito

Poniamo l’esempio di un agricoltore che coltiva solo mais in 100 ha seminativi. I suoi obblighi sono 3 colture e 5 ha di EFA.

Nuovo ordinamento colturale - opzione 1
Nuovo ordinamento colturale – opzione 1
  • Il mais è la coltura principale ai fini del greening e occupa la massima superficie consentita (75% della SAU)
  • Il loietto è la seconda coltura ai fini del greening e viene seguito dal mais (in successione) togliendolo a maggio.
  • La soia rappresenta la terza coltura ai fini del greening e costituisce anche EFA; inoltre garantisce un pagamento accoppiato.
Nuovo ordinamento colturale – opzione 2
Nuovo ordinamento colturale – opzione 2
  • Qualora l’azienda abbia la possibilità di realizzare la doppia coltura all’interno dei propri terreni e scelga di coltivare il loietto, o qualsiasi altra foraggera, facendola seguire da mais, non vi è l’obbligo a diversificare e a introdurre EFA. L’importante è che il loietto resti in campo fino a maggio.

Esempio di PAC con pagamenti alti

Azienda cerealicolo-zootecnica con superficie di 75 ha.

  • Pagamenti diretti 2014 = 907 euro/ha x 75 ha = 68.000 euro
  • Pagamenti diretti 2015 = 516 euro/ha x 75 ha = 38.700 euro
  • Pagamenti diretti 2020 = 363 euro/ha x 75 ha = 27.200 euro

Il pagamento verde o greening si somma ai pagamenti diretti.

  • Greening 2015 = 255 euro/ha x 75 ha = 19.125 euro
  • Greening 2020 = 190 euro/ha x 75 ha = 14.250 euro

Quindi, in totale:

  • Pac 2015: 38.700 (pagamenti diretti) + 19.125 (greening) = 57.800 euro
  • Pac 2020: 27.200 (pagamenti diretti) + 14.250 (greening) = 41.450 euro

Il taglio dal 2014 al 2015 è consistente e aumenta gradatamente sino al 2020.

Esempio di PAC con pagamenti medi

Azienda con superficie di 80 ha a cereali e 15 ha a soia.

  • Pagamenti diretti 2014 = 300 euro/ha x 80 ha = 24.000 euro
  • Pagamenti diretti 2015 = 171 euro/ha x 80 ha = 13.680 euro
  • Pagamenti diretti 2020 = 171 euro/ha x 80 ha = 13.680 euro

Il pagamento verde o Greening si somma ai pagamenti diretti.

  • Greening 2015 = 94 euro/ha x 80 ha = 7.520 euro
  • Greening 2020 = 94 euro/ha x 80 ha = 7.520 euro

Ai due pagamenti si aggiunge il pagamento accoppiato previsto per le leguminose.

  • Pagamento accoppiato 2015 = 97 euro/ha x 6,5 ha = 630 euro
  • Pagamento accoppiato 2020= 97 euro/ha x 6,5 ha = 630 euro

Quindi, in totale:

  • Pac 2015: 13.680 (pagamenti diretti) + 7.520 (greening) + 630 euro (pagamento accoppiato) = 21.830 euro
  • Pac 2020: 13.680 (pagamenti diretti) + 7.520 (greening) + 630 euro (pagamento accoppiato) = 21.830 euro

Il taglio ai pagamenti diretti in questo secondo caso è più contenuto. Inoltre in questo caso i valori si mantengono costanti dal 2015 al 2020 perché il valore unitario del pagamento diretto, cioè 171 euro, è compreso tra il 90 e il 100% di quello che è il valore medio unitario nazionale (VUN) che sarà intorno a 180-185 euro/ha.

E chi non ha mai fatto domanda PAC?

Poniamo il caso di un agricoltore con 6 ettari di terreno che non ha mai fatto domanda Pac e che quest’anno vuole richiedere i titoli. Cosa prevede la normativa?

L’assegnazione di nuovi titoli richiede tre requisiti di base:

  1. essere agricoltore attivo;
  2. aver presentato domanda Pac nel 2013 oppure fornire prove verificabili che al 15 maggio 2013 si esercitava attività di produzione e/o allevamento e che non si è mai avuto titoli in proprietà o in affitto;
  3. presentare domanda di assegnazione dei titoli il 15 maggio 2015.

La domanda va fatta all’organismo pagatore Agea della regione dove si esercita attività agricola, in forma telematica, direttamente sul sito www.agea.gov.it mediante l’uso della firma digitale o sul portale www.sian.it avendo dato mandato a un Caa regionale.

L’agricoltore dovrà costituire il fascicolo aziendale elettronico nella Banca Dati Centralizzata di Agea presso uno dei seguenti soggetti:

  • un Caa
  • l’Agea (via Palestro 81- 00185 Roma)
  • gli sportelli Agea territoriali abilitati
  • uffici regionali

L’agricoltore riceverà titoli di valore crescente partendo dal 2015 per il pagamento di base con 128 euro, per arrivare a 644 euro nel 2020 su 6 ettari. Il greening partirà nel 2015 con un valore di 67,6 euro per arrivare nel 2020 a 337,8 euro.

Dunque la Pac nel 2015 sarà per questo agricoltore pari a 196 euro e arriverà nel 2020 a 981 euro su 6 ha.

Il guadagno insperato

Cosa succede agli agricoltori che nel 2015 diminuiscono la loro superficie Pac?

Facciamo il caso di un’azienda che nel 2014 ha coltivato 70 ettari, dei quali 50 di proprietà e 20 in affitto. Il valore della Pac percepita nel 2015 è pari a 45.130 euro.

C’è una norma che dice che in caso di vendita, cessione o scadenza di un affitto tra il 16 maggio 2014 e il 15 maggio 2015 lo Stato può stabilire che l’aumento di valore dei titoli sia riversato nella riserva nazionale. L’Italia ha deciso di riversare il 50% dell’aumento di valore del titolo.

Ma perché, se la superficie diminuisce, il valore del titolo aumenta? Ricordiamo la formula di calcolo:

  • VUI = (x/y) x (A/B)
  • x/y è un dato fisso che per l’Italia vale 57%.
  • A = pagamenti Pac percepiti nel 2014
  • B = numero di ettari a coltura nel 2015

Caso 1: nel 2015 l’agricoltore continua a coltivare 70 ettari.

  • A:B = 45.130 : 70 = 644
  • 644 x 0,57 = 367 euro, che è il nuovo valore dei titoli 2015

Caso 2: nel 2015 l’agricoltore non rinnova il contratto e coltiva solo 50 ettari.

  • A:B = 45.130 : 50 = 902
  • 902 x 0,57 = 515 euro, che è il nuovo valore dei titoli 2015

Ecco il guadagno insperato! Il valore dei titoli aumenta e quindi il 50% della differenza va in riserva nazionale e sottratto all’agricoltore.

  • 515 – 367 = 1478
  • 50% di 148 = 74 euro che vanno nella riserva nazionale

Aiuti diretti

Si dividono in quattro macrosettori:

  • Piano zootecnia
  • Piano seminativi
  • Piano proteine
  • Piano olivicoltura

Piano zootecnia

  • Da latte: 55 euro/capo per i vitelli nati + altri 28 euro/capo per chi alleva in zone di montagna.
  • Da carne: 75 euro/capo per vitelli; 45 euro/capo per macellazione bovini di età tra 12 e 24 mesi allevati in azienda per un periodo di almeno 6 mesi prima della macellazione; 12 euro/capo per ovicaprini; 8 euro/capo per ovicaprini IGP; 45 euro/capo per bufalotti.

Piano seminativi

  • Riso: 180 euro/ha
  • Barbabietola da zucchero: 325 euro/ha
  • Pomodoro da industria: 160 euro/ha
  • Grano duro: (centro-sud Italia) : 50 euro/ha

Piano proteine

  • Soia (nord Italia): 97 euro/ha
    • l’intera superficie per i primi 5 ettari
    • per la superficie eccedente, il 10% della superficie.
    • esempi: un’azienda con 10 ettari a soia riceverà i 97 euro su 5,5 ha; un’azienda con 20 ha a soia riceverà i 97 euro su 6,5 ha.
  • Girasole, colza, leguminose da granella, erbai di leguminose (centro Italia): 100 euro/ha
  • Colture proteiche da granella (sud Italia): 90 euro/ha

Le tre priorità dell’agricoltore

1) Produrre di più rispettando l’ambiente

Al primo posto nella mente dell’agricoltore ci deve essere lo stato dei suoi terreni. Il terreno è il bene più prezioso dell’agricoltore e quindi va rispettato.

La nuova PAC premia con aiuti mirati tutti gli agricoltori che sostituiscono l’aratura con la minima lavorazione e con il sodo, che è la semina diretta sui residui colturali.

Il passaggio dall’aratura tradizionale alla minima lavorazione e al sodo richiede prima di tutto di evitare i calpestamenti del suolo, soprattutto nella fase di raccolta dei prodotti. Tra una coltura principale e la successiva, il suolo va mantenuto coperto da residui colturali e/o da cover crops o colture di copertura per favorire la buona strutturazione degli aggregati e il ritorno della microfauna, come i lombrichi.

2) Guerra alla monocoltura

Al secondo posto tra gli obiettivi della nuova Pac c’è la guerra alla monocoltura, che è considerata dannosa dal punto di vista agronomico e anche sotto il profilo economico.

Per spingere gli agricoltori verso la semina di più colture nella stessa annata agraria, l’UE ha introdotto il nuovo pacchetto di aiuti che va sotto il nome di greening (inverdimento).

3) Razionalizzare la distribuzione della chimica

Al terzo posto tra le priorità dell’agricoltore ci deve essere l’impegno a evitare gli sprechi di concimi e di agrofarmaci. Come?

  1. scegliendo prodotti di qualità;
  2. utilizzando attrezzature moderne capaci di mirare bene le dosi;
  3. adottando i sistemi di precisione anche per realizzare distribuzioni a dose variabile a seconda delle caratteristiche dei terreni e delle necessità delle colture.

PSR: Piani di sviluppo rurale

I PSR costituiscono il secondo pilastro della Pac e contengono una serie di misure regionali con finanziamenti mirati ai seguenti obiettivi:

  1. Sostenere la transizione verso un’agricoltura a basse emissioni di carbonio.
  2. Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse.
  3. Trasferire l’innovazione al mondo agricolo.
  4. Favorire strategie per aumentare la competitività.
  5. Sostenere i sistemi di gestione conservativa del suolo.

Introduzione di attrezzature innovative

Le misure di sostegno specifico dei PSR sono destinate agli agricoltori che adottano le lavorazioni conservative del suolo, attrezzature innovative e i sistemi di precisione. Analoghi finanziamenti sono previsti per gli agricoltori che adottano sistemi di irrigazione che fanno risparmiare acqua, come i pivot e le manichette o ali gocciolanti.

Competitività

Per aumentare la competitività delle nostre imprese agricole i PSR si muoveranno lungo due direzioni:

  1. Sostegno all’evoluzione strutturale organizzativa e alla modernizzazione delle singole imprese agricole.
  2. Potenziamento degli investimenti nelle filiere agricole, corte, con strumenti aggregativi come OP e OI e filiere no-food.

Per finire: l’agricoltore fa reddito se…

  1. Aumenta la resa delle colture attraverso l’adozione di percorsi agronomici innovativi capaci di esaltare le potenzialità del terreno e dei mezzi tecnici creando un vero e proprio progetto agronomico globale.
  2. Utilizza attrezzature moderne e sistemi di gestione sostenibili che gli permettono di incassare aiuti supplementari della Pac.
  3. Accetta il nuovo compito di essere, oltre che produttore, anche «custode dell’ambiente».

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • mimmo70

    7 Marzo 2015 at 5:51 pm

    Il guadagno insperato c’è solo se la superficie ceduta in vendita o affitto non viene reinserita in un nuovo fascicolo aziendale,altrimenti,il titolo prima viene attribuito al cedente e successivamente subito trasferito al nuovo proprietario-

    Rispondi

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