Tra loiessa e mais qual è la coltura principale?

20130705_103302 x Loiessa e Mais

Poniamo il caso, frequente in Pianura Padana, della successione loiessa-mais. Quale delle due colture viene ritenuta principale ai fini della nuova Pac?

La loiessa è considerata coltura principale, cioè occupa il terreno per più giorni, quando è seguita da un mais da insilato che ha un ciclo breve. Ma nel caso venga seminato mais da granella, sarebbe il mais ad essere considerato coltura principale, perché oltre al fatto di considerare i giorni del ciclo vegetativo, si tiene conto anche delle consuetudini agronomiche locali.

Lo sottolinea Ermanno Comegna, esperto di Pac, che ricorda come nella circolare Agea sia scritto che nell’ambito di una successione colturale sul medesimo terreno, colture primaverili estive come il mais e il girasole non potranno mai essere considerate colture secondarie. Ma circa il periodo di coltivazione da tenere conto ai fini del rispetto della coltura principale, è in corso un ulteriore approfondimento.

Dunque questa benedetta Pac è ancora in movimento, e ci si deve aspettare sempre qualche nuova precisazione!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


2 commenti

  • luca

    31 Gennaio 2015 at 12:02 pm

    Buongiorno dott.Bartolini, dal punto di vista colturale, la loiessa è la migliore grandezza somministrare alle bovine in lattazione? Cosa ne pensa a proposito di erbai alternativi quali frumento Ludwig o miscuglio di frumento e veccia? Infine, come metodo di conservazione è meglio l’insilamento in trincea o fasciatura? Cordiali saluti

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    • Roberto Bartolini

      3 Febbraio 2015 at 7:03 am

      L’insilamento consente il più delle volte di contenere meglio le perdite di valore nutritivo, ma un ritardo nell’epoca di sfalcio o peggio ancora una cattiva tecnica di insilamento compromettono irrimediabilmente la qualità finale del foraggio. Il silomais tra i cereali e la loiessa tra i foraggi “prativi” non amidacei emergono come le specie a maggior valore nutritivo: il primo grazie al suo tenore in amido, la seconda grazie all’eccellente qualità della componente fibrosa, purché raccolta ad uno stadio precoce di sviluppo (botticella-inizio spigatura). Così si esprime il prof Crovetto dell’università di Milano, che è uno dei massimi esperti italiani di alimentazione delle bovine da latte.

      I cereali autunno-vernini, trinciati a un lunghezza non superiore a 1-2 cm, semplificano, nella preparazione della razione unifeed, quella che è la gestione del taglio degli alimenti in quanto dovrebbero essere semplicemente caricati e miscelati al resto degli ingredienti. In tal modo donano sofficità alla razione e omogeneità alla miscelata con un “effetto fibra” in grado di stimolare la ruminazione. Non va dimenticata la forte appetibilità di questi prodotti legata al loro contenuto in acetato e lattato.

      Per quanto riguarda espressamente il frumento Ludwig la invito a visionare un video molto esauriente sull’argomento che è già nel nostro sito e che trova a questo link: http://www.ilnuovoagricoltore.it/ludwig-il-frumento-foraggero-per-la-vacca-da-latte-alberto-braghin-cerealtecnica/

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