Roberto Bartolini10 Giugno 20155min17130

Ventilatori e acqua nebulizzata assicurano il benessere in stalla

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Le bovine da latte tollerano meglio il freddo invernale piuttosto che il clima caldo e umido dell’estate, quindi l’allevatore deve favorire il loro benessere con alcuni accorgimenti.

La perdita di calore da parte delle bovine è infatti possibile grazie al ricambio dell’aria che è a contatto con l’animale e l’entità dipende dalla temperatura stessa dell’aria e dalla velocità alla quale avviene il ricambio. Quindi è fondamentale installare in stalla dei ventilatori.

Facciamo un esempio: in un capannone con 80 vacche a stabulazione libera i ventilatori possono avere un diametro di 91,5 cm (se la profondità dell’area da ventilare è di 9-11 metri circa) o di 122 cm (se la profondità è di 12-14,5 metri) e devono essere posizionati a un’altezza di 1,8-3,0 metri da terra e con un’inclinazione verso terra di 10-20 gradi.

Un esempio di ventilatore installato a un'altezza di 2-3 metri da terra.
Un esempio di ventilatore installato a un’altezza di 2-3 metri da terra.

Come sistemare i ventilatori

I ventilatori vanno collocati in modo da garantire un flusso d’aria verso le file di cuccette e le mangiatoie, con direzione longitudinale, e rivolti in modo da movimentare l’aria attorno alla schiena delle bovine.

I sistemi di areazione possono anche assicurare un elevato volume di aria movimentata a una bassa velocità (HVLS, High volume low speed) attraverso i ventilatori a soffitto di grandi dimensioni, che vanno montati a un’altezza al di sopra delle bovine di circa il doppio rispetto al proprio diametro.

La velocità e il ricambio d’aria possono favorire il raffrescamento per evaporazione indiretta se si immettono nell’aria minuscole quantità di acqua nebulizzata con sistemi a spruzzo o a doccette.

Un ventilatore a soffitto che funziona a bassa velocità ma che movimenta una grande massa di aria.
Un ventilatore a soffitto che funziona a bassa velocità ma che movimenta una grande massa di aria.

L’acqua che bagna direttamente la bovina attraverso sistemi automatici a spruzzo può rimuovere il 75-80% del calore quando evapora.

Le doccette erogano acqua in modo alterno, direttamente sulle bovine per circa 2 minuti, poi si bloccano per un intervallo di 10-15 minuti, per dare modo alla cute delle bovine di asciugarsi: in questa fase avviene il processo di evaporazione che le rinfresca.

Un sistema di raffrescamento con spruzzatori di acqua regolati da un timer.
Un sistema di raffrescamento con spruzzatori di acqua regolati da un timer.

Come e dove posizionare le doccette e gli spuzzatori

Il sistema deve essere automatizzato, impiegando un termostato e un timer, ma gli allevatori devono adattare il funzionamento alla temperatura: ad esempio, nelle giornate più calde i cicli possono essere più brevi.

Ogni area richiede un impianto progettato in modo specifico: in sala d’attesa, dove le bovine sostano molto vicine, l’acqua deve rinfrescarle adeguatamente, ma senza provocare un gocciolamento eccessivo; mentre all’uscita dalla sala di mungitura si possono predisporre doccette lungo un percorso obbligato, in modo da bagnare individualmente ogni bovina.

La ventilazione forzata, per favorire l’evaporazione e disperdere il calore corporeo, deve invece mantenere una velocità di 4-8 km/ora. Ma attenzione: la ventilazione è indispensabile quando si impiega acqua per rinfrescare la stalla, e per evitare problemi di igiene e di ristagno di acqua, alcune zone devono rimanere asciutte, in particolare le cuccette e le mangiatoie.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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