Roberto Bartolini31 Gennaio 20183min7872

Agea: l’incapacità del governo di fare una riforma che assicuri un servizio efficiente

lapecoranera

Ogni agricoltore sogna che Agea e gli organismi pagatori regionali siano rapidi nell’erogare i contributi dovuti, veloci nel fornire le risposte, dialoganti con le imprese, assicurando un servizio a basso costo e senza perdite di tempo. Per questo c’era molta attesa nei confronti del recente decreto di riforma varato dal governo, ma gli interventi stabiliti sono davvero molto limitati e tali da far presumere che nulla cambierà per una macchina burocratica che non ha mai funzionato.

Il provvedimento – ha affermato Ermanno Comegna dalle colonne dell’Informatore Agrario – cerca di aggredire uno dei principali punti di debolezza di Agea, che è il sistema informatico Sian, stabilendo che sarà compito di Agea definire il modello organizzativo e le regole tecniche per l’interscambio e l’aggiornamento tempestivo dei dati tra Sian e i sistemi informativi degli organismi pagatori regionali. Finirà dunque l’epoca dell’anarchia e dell’incomunicabilità tra le diverse banche dati, che hanno arrecato e ancora arrecano tanti danni al corretto flusso di cassa verso gli aventi diritto agricoltori?

Dalle colonne di Terra e Vita, invece, Angelo Frascarelli ha ricordato che Mipaaf e Agea sono pieni di soldi (per esempio 1,6 miliardi di euro “solo” per le assicurazioni agevolate) e gli agricoltori sono pieni di debiti. Ma le normative sono troppe e la pubblica amministrazione è inefficiente, e nonostante questa triste realtà, nessuno alza un dito per nominare dirigenti capaci di creare procedure snelle ed efficaci per dare a Cesare quel che è di Cesare!

Agricoltori schiavi dei burocrati

Comegna denuncia anche il fatto grave che il nuovo decreto evita accuratamente di procedere lungo la strada, da tutti auspicata, di valorizzare un rapporto diretto tra utente e gli organismi deputati a erogare i contributi. C’è infatti sempre un terzo incomodo di mezzo, e così non ci sarà mai alcuna semplificazione e la burocratizzazione, la complessità e i tecnicismi continueranno a dominare e l’agricoltore non sarà mai liberato dalla schiavitù nei confronti dei burocrati. Anzi, Caa manterranno la loro posizione privilegiata di interfaccia tra agricoltore e amministrazione e il loro ruolo sarà potenziato.

E così viene da chiedersi: gli agricoltori italiani, nonostante dimostrino di saper utilizzare le tecnologie informatiche, internet e l’home banking, hanno ancora bisogno di tanta intermediazione formalistica ed elefantiaca?

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


2 commenti

  • Alvaro

    12 Febbraio 2018 at 3:51 pm

    Ottimo articolo, ovviamente la sburocratizzazzione in italia purtroppo non potrà mai avvenire in modo pacifico. perché tutti i fannulloni e ladri non vorranno mai perdere i vantaggi acquisiti

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  • Gius.agr

    23 Giugno 2018 at 7:24 am

    Effettivamente pare che tutto fanno tranne quello di andare incontro ai veri lavoratori , enti pagatori regionali una catastrofe

    Rispondi

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