Agricoltura, mappare il suolo per programmare interventi mirati

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Tradizionalmente in agricoltura i campi sono gestiti in maniera uniforme, ovvero ogni zona del campo riceve la stessa quantità di fertilizzante, antiparassitario, diserbante, acqua e seme, senza tenere conto delle esigenze della coltura, che variano a seconda di come varia il suolo all’interno del campo stesso.

Oggi invece c’è la possibilità di creare delle mappe di tessitura (argilla, limo e sabbia) del suolo in maniera semplice e rapida. Sono disponibili diversi sistemi di indagine, trainati da un quad oppure installati direttamente sul sollevatore anteriore del trattore, che lavorano ad alta velocità e quindi mappano velocemente anche terreni di ampie dimensioni.

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(credit foto Soing)

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(credit foto Soing)

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Questi sistemi misurano la resistività elettrica o suo inverso (conducibilità elettrica) del suolo, che permette di suddividere la superficie indagata in zone con caratteristiche di tessitura uniformi.

Le zone uniformi sono normalmente sottoposte a campionamento e analisi fisico-chimiche per valutarne esattamente potenzialità e caratteristiche pedologiche.

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Le zone meno resistive, rappresentate da un colore, sono quelle in cui il suolo si oppone meno al passaggio di corrente e corrispondono alle zone in cui il contenuto in argilla è più elevato e le riserve idriche e nutrizionali sono maggiori, ma anche maggiormente vulnerabili alla compattazione e al ristagno.
Le zone più resistive, che vengono indicate sulla mappa con un altro colore, al contrario presentano caratteristiche opposte alle precedenti all’interno del campo.

A cosa servono le mappe del suolo

Una volta in possesso della mappatura a colori dei propri appezzamenti, l’agricoltore conosce finalmente con estrema precisione le aree più fertili e quelle meno fertili. Dunque nelle parti più fertili potrà spingere di più sull’impiego dei mezzi tecnici, mentre su quelle meno fertili potrà provare a ridurre gradatamente le spese, verificando anno dopo anno il comportamento produttivo delle colture.

(credit foto Dekalb)

La misura oggettiva della variabilità del suolo consente anche di individuare bene il tipo di lavorazione al terreno da effettuare e anche come dosare gli interventi irrigui. Alla mappa del suolo può essere aggiunta la mappa di raccolta eseguita dalla mietitrebbia per avere un ulteriore elemento significativo di analisi della situazione agronomica.

La distribuzione a dose variabile di sementi, concimi, agrofarmaci e acqua è un sistema agronomico già adottato da alcune aziende agricole e dai contoterzisti che si sono dotati di attrezzature Isobus 100% e di sistemi satellitari come quelli di Kverneland, con risultati economici molto positivi.

(credit foto Dekalb)

Il miglioramento del differenziale costi-ricavi si può ottenere solo con la maggiore conoscenza dei terreni e con la modulazione ragionata dei mezzi tecnici.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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