Agricoltura, Pac: ecco perché i pagamenti diretti sono un’ingiustizia sociale

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L’80% dei pagamenti diretti del primo pilastro della Pac va a beneficio dei conti correnti di appena il 20% degli agricoltori. Ma questi pochi eletti sono davvero gli imprenditori meno capaci e più bisognosi di un sostegno economico così rilevante? La risposta è no, perché più della metà delle risorse dei pagamenti diretti va al 10% più ricco della popolazione agricola europea, mentre circa 3,5 milioni di aziende con reddito basso beneficia di appena il 5% dei pagamenti erogati. Questo risulta da indagini effettuate sulla nuova Pac, pubblicate sull’Informatore Agrario e che denunciano la profonda ingiustizia che sta alla base dell’attuale politica agricola europea.

Chi beneficia di più aiuti non ne avrebbe bisogno, e chi invece ne ha bisogno per tirare avanti prende solo le briciole.
Uno dei problemi alla base di questa ingiustizia sta nel binomio “diritti all’aiuto – terra”, cioè aver accoppiato i pagamenti diretti alla superficie agricola, al possesso della terra, un fattore fortemente concentrato in quasi tutti i paesi europei che ha generato una diseguale distribuzione delle risorse. Occorre dunque che coloro che stanno disegnando la nuova Pac post 2020 mettano mano a queste diseguaglianze.

Stefano Ciliberti dell’Università di Perugia scrive nell’Informatore Agrario che non sarebbe peregrino mettere in discussione i pagamenti accoppiati alla terra studiando criteri alternativi per assegnare aiuti che siano davvero rispondenti alle finalità della Pac. Dunque occorre una riforma forte e coraggiosa che smantelli dalle fondamenta l’attuale schema della Pac 2014-2020.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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