Agrivoltaico e seminativi, ottime rese sotto i pannelli

20240812_115359

Non c’è bisogno di sperimentare. I dubbi su come si comportano mais, soia, riso, frumento, colza, pisello proteico e foraggere al di sotto dei pannelli dell’agrivoltaico si dissolvono in un attimo: basta andare a Monticelli di Ongina (Piacenza) nell’azienda di Giovanni Zangrandi, che è stato il primo agricoltore al mondo a installare su 20 ettari i pannelli dell’agrivoltaico, con un sesto di impianto 12×12 metri, a un’altezza da terra di 4,50 metri.

Giovanni Zangrandi nel suo impianto agrivoltaico a Monticelli di Ongina (PC)

Concesso il diritto di superficie

«Attraverso una conoscenza in comune, la società Rem mi propose di mettere a loro disposizione una superficie della mia azienda per installare un impianto agrivoltaico da 3,5 mega», racconta Zangrandi. «Per quei tempi era una novità assoluta e la cosa mi interessò molto. Si discusse un po’ sulla formula da applicare per stipulare questo accordo, perché non ero disposto a vendere il terreno, così decidemmo di applicare la formula del “diritto di superficie” per la durata di 25 anni. La concessione dello spazio necessario a Rem per installare i pannelli alti da terra si combinava con il mio diritto di continuare a fare agricoltura sulla superficie agricola sottostante i pannelli. Dopo l’installazione dell’impianto la superficie agricola utile si è ridotta da 20 a 16 ettari, ma l’altezza dell’impianto consente il passaggio di ogni tipo di attrezzatura agricola, comprese le mietitrebbie più moderne».

Nel video qui sotto, mostriamo la raccolta della soia sui terreni di Zangrandi. Come si vede, l’impianto non ostacola l’avanzamento della mietitrebbia.

Questa porzione di terreno non è utilizzabile per seminare, perché è attraversata da tiranti di sostegno, ma potrebbe essere destinata, con opportuna recinzione, all’allevamento di animali da cortile.

Subirrigazione, un investimento necessario

Zangrandi, cosa ha coltivato il primo anno al di sotto dell’agrivoltaico?

«Cominciai nell’ottobre del 2010 con la semina del frumento e poi per qualche anno andai avanti solo con colture vernine, ma mi resi conto che senza una rotazione con le colture estive, le produzioni ne avrebbero sofferto troppo. Ma le colture estive vanno irrigate e al di sotto dell’agrivoltaico non si possono usare i sistemi normalmente utilizzati in campo aperto. Quindi la scelta fu quella di realizzare un impianto di subirrigazione con manichette posate a 35-40 cm di profondità, con un interasse di 80 cm. L’energia necessaria per alimentare l’impianto è gratuita perché viene prodotta dai pannelli installati sui tetti dei nostri edifici. Qui a Monticelli abbiamo terreni tendenti all’argilloso, mentre sugli altri 8 ettari a Castelvetro, dove è stato installato un altro agrivoltaico, i terreni sono più sciolti. Entrambi gli appezzamenti sono serviti anche da un impianto drenaggio tubolare posato a 80 cm di profondità. Per quanto riguarda la preparazione del terreno, noi applichiamo le minime lavorazioni».

La posa dell’impianto di subirrigazione
La distribuzione dei nutrienti a tutte le colture avviene attraverso la fertirrigazione automatizzata

Le colture non soffrono l’ombreggiamento

Dopo 14 anni di esperienza sotto l’agrivoltaico con colture vernine ed estive, qual è il bilancio?

«La prima cosa che posso affermare, senza timore di smentita, è che le produzioni al di sotto dei pannelli sono pari a quelle che raggiungo a pieno campo sugli altri 180 ettari di terreno che coltivo. E dirò di più: soprattutto in alcune annate, l’ombreggiamento parziale offerto dai pannelli in estate ha un effetto positivo sulle colture. Non c’è dubbio che la chiave di volta per produrre bene – e la nostra media di 120 ql/ha di mais secco lo dimostra – è la corretta gestione dell’irrigazione. Ma questo vale per qualsiasi superficie, con e senza agrivoltaico. Per questo nella mia azienda, oltre alla subirrigazione, ho installato ranger e pivot».

Una splendida soia al di sotto dell’agrivoltaico

Subirrigazione meno costosa dei pivot

Qual è il più conveniente tra i due sistemi?

«La subirrigazione senza dubbio. Nel mio caso il costo dell’impianto di subirrigazione su 17 ettari è stato di 75.000 euro tutto compreso, mentre per installare un pivot su 17 ettari ho speso 100.000 euro. Distribuire l’acqua irrigua con questi sistemi è molto semplice, perché tutto avviene in remoto attraverso il cellulare con il quale si comanda e si controllano gli impianti».

Dunque, grazie all’esperienza lunga 14 anni di Giovanni Zangrandi sulle colture che normalmente si seminano in Pianura padana, possiamo affermare che lo spauracchio sul quale si sta discutendo – e cioè che l’agrivoltaico penalizzi, a causa dell’ombreggiamento, le rese unitarie – semplicemente non esiste. Deve però essere chiaro che, per un avvicendamento colturale corretto, bisogna investire in un impianto di subirrigazione e che la preparazione del letto di semina può essere eseguita solo con le minime lavorazioni. Tuttavia il canone annuale che l’agricoltore ottiene con la concessione d’uso della terra a chi costruisce e gestisce l’impianto agrivoltaico, consente di ammortizzare in tempi molto brevi gli investimenti per le nuove attrezzature, garantendo una integrazione al reddito agricolo che nelle nostre campagne non si era mai vista.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Luca Prada

    28 Agosto 2024 at 1:34 pm

    Wow! Se avessi le tasche piene lo farei..facendo orticole per vendita diretta si avrebbero già i sostegni per le colture da sostenere e l’ombreggiamento per le colture più delicate.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato I campi obbligatori sono contrassegnati


Chi siamo

Nato nel 2014, Il Nuovo Agricoltore è un portale informativo dedicato all’agricoltura, con un occhio di riguardo alle innovazioni tecnologiche. Il progetto è sviluppato da Kverneland Group Italia.


CONTATTACI