Roberto Bartolini25 Settembre 20247min17890

Biostimolanti sul frumento contro gli stress climatici

biostimolanti frumento

Gli andamenti climatici con eventi estremi, che da qualche annata sono la norma, provocano forti e anomali stress alle colture agricole. Queste perciò vanno necessariamente vanno sostenute con la distribuzione di prodotti naturali come i biostimolanti, che hanno dimostrato, pur tra lo scetticismo iniziale, di essere molto efficaci. Un interessante articolo pubblicato sull’Informatore Agrario n.17/2022 riassume i prodotti disponibili per la concia del seme di frumento e per i trattamenti fogliari.

La concia del seme

I biostimolanti più utilizzati per la concia delle sementi del frumento sono generalmente caratterizzati da microrganismi utili. La concia permette un precoce insediamento dei microrganismi nella rizosfera, in modo che possano esplicare la loro azione sin dalle prime fasi di sviluppo della pianta. I microrganismi utili impiegati per la concia delle sementi nel frumento sono principalmente alcuni funghi micorrizici arbuscolari, Trichoderma spp. e batteri azoto-fissatori non simbionti.

Tabella tratta dall’Informatore Agrario n.17/2022

I funghi micorrizici arbuscolari promuovono la crescita iniziale delle piante migliorando la biodisponibilità di nutrienti come N, P e Fe, mentre gli azoto-fissatori non simbionti sono microrganismi in grado di fissare l’azoto atmosferico nel suolo e renderlo facilmente assimilabile dalle piante. Tra gli azotofissatori non simbionti, i più studiati e commercializzati sono appartenenti al genere Azospirillum che, oltre ad aumentare la biodisponibilità di azoto nel suolo, sono in grado di stimolare la crescita delle piante tramite la produzione di auxine, citochinine e gibellerine.

Anche gli estratti di alghe e gli idrolizzati proteici possono essere utilizzati per la concia delle sementi. Questi vengono applicati con lo scopo di migliorare emergenza e vigore delle plantule attraverso una regolazione del bilancio ormonale che, oltre a stimolare la crescita e lo sviluppo radicale, consente una migliore esplorazione del suolo e una maggior acquisizione delle sostanze nutritive.

Applicazioni fogliari

Le applicazioni fogliari di biostimolanti vengono generalmente effettuate a partire dall’inizio dell’accestimento sino all’inizio della fioritura, a seconda delle loro proprietà e funzioni. Possono essere utilizzati da soli o in miscela con fitofarmaci e/o concimi, verificando preliminarmente la loro miscibilità. Tali applicazioni hanno lo scopo di supportare il metabolismo della pianta in situazioni di stress, ridurre la depressione del vigore vegetativo o degli effetti fitotossici causati dai fitofarmaci e migliorare le caratteristiche quali-quantitative della fioritura.

Tabella tratta dall’Informatore Agrario n.17/2022

Tra i prodotti biostimolanti in commercio utilizzati sul frumento, possiamo sicuramente citare quelli a base di Ascophyllum nodosum e di Ecklonia maxima. Questi prodotti vengono generalmente utilizzati dall’inizio della levata alla fioritura, raramente nelle prime fasi di accestimento, e hanno lo scopo principale di ridurre stress dovuti ai ritorni di freddo durante la levata o di prevenire lo stress da siccità durante il riempimento delle cariossidi.

Medesime caratteristiche d’impiego riguardano i biostimolanti a base di idrolizzati proteici, che possono essere di origine animale o vegetale. Semplificando, gli idrolizzati proteici di origine animale sono caratterizzati da componenti coinvolti nei processi di osmoregolazione e di stress della pianta, mentre gli idrolizzati proteici di origine vegetale hanno un ruolo chiave nel metabolismo azotato.

Le applicazioni dei biostimolanti nella fase di accestimento del frumento vengono generalmente effettuate con l’utilizzo di prodotti a base di sostanze umiche, in specifico gli acidi umici e fulvici. Le sostanze umiche hanno un importante ruolo nella nutrizione vegetale, in quanto le sostanze nutritive che contengono possono essere rese disponibili alle piante nel lungo periodo. Inoltre, agiscono direttamente sul metabolismo della pianta fungendo da fisioattivatori, in quanto stimolano la rizogenesi, l’attività dei trasportatori radicali coinvolti nell’assorbimento dell’azoto nitrico, la spinta vegetativa e il rinverdimento, oltre a favorire il rapido recupero dagli stress.

Una novità commerciale

Un’altra importante novità presente nel panorama commerciale applicabile per la coltura del frumento è rappresentata da Methylbacterium spp. Un esempio attualmente commercializzato è Methylbacterium symbioticum SB23, una nuova specie isolata da spore di un fungo micorrizico arbucolare che, oltre ad avere la capacità di fissare l’azoto atmosferico, con la produzione di un pigmento rosato (la metilobamina) migliora l’efficienza fotosintetica della coltura.

Attività influenzata dal suolo

I biostimolanti analizzati sono caratterizzati da microrganismi viventi e da sostanze di origine naturale. La loro attività può essere influenzata da molteplici fattori. Le caratteristiche fisico-chimiche del terreno, tra cui principalmente tessitura e pH, possono influenzare positivamente o negativamente lo sviluppo di micorizze, funghi e batteri della rizosfera. I terreni soggetti a ristagni idrici, per esempio, possono ridurre la micorizzazione e lo sviluppo di Trichoderma spp., come anche condizioni di pH eccessivamente acido o alcalino.

Anche la dotazione di sostanza organica nel suolo influisce sull’attività dei microrganismi del terreno. Maggiore è la sostanza organica e più alta sarà la risposta e lo sviluppo del microrganismo. Per contro, l’attività biostimolante delle sostanze umiche si può ridurre al crescere della fertilità dei suoli. Quindi è necessario porre attenzione anche all’ambiente in cui si sta lavorando e alle necessità fisiologico-nutrizionali della coltura.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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