Cosa significa non poter usare il mais OGM in Italia
1) Ogni anno importiamo 8 milioni di tonnellate di soia e mais in buona parte OGM, per un costo di 2,2 miliardi di euro per nutrire le nostre filiere. L’intera mangimistica italiana si basa sull’uso di derivati di OGM (soia, mais e semi di cotone).
2) Importiamo ogni anno 4 milioni di tonnellate di mais, in buona parte OGM.
3) Continuiamo a vendere i nostri prosciutti e formaggi sostenendo che sono prodotti in Italia dove non si coltivano OGM, ma si alimentano i nostri animali con prodotti OGM senza indicarlo in etichetta. E questi prodotti si possono chiamare tipici italiani? È dal 1996 che le navi scaricano nei nostri porti semi OGM.
4) Resa del mais italiano nel 2013: 78,1 q/ha. Resa mais spagnolo (con OGM) nel 2013: 110,1 ql/ha. Significa che se in Italia ci fossero gli OGM potremmo acquistare dai nostri agricoltori mais italiano per 1 miliardo di euro, soldi che invece vanno ad altri.
5) Il mais OGM BT evita i 2 o 3 trattamenti antipiralide (circa 200 tonnellate di insetticida)
6) Il 60% del mais italiano 2013 non era commerciabile per uso umano a causa del tenore di fumonisine.
N.B. Le argomentazioni sono tratte da Elena Cattaneo (Università di Milano) durante un dibattito con il ministro dell’agricoltura Maurizio Martina.