Cover crops, strip till e diserbo sulla fila: 3 mosse vincenti

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L’Europa chiede agli agricoltori di ridurre l’uso di concimi e di agrofarmaci e di rispettare di più i terreni, mentre le fluttuazioni dei mercati impongono di ridurre il più possibile i costi. Tanti agricoltori sono infastiditi e fanno “orecchie da mercante”, ma guardandoci attorno vediamo che non mancano gli imprenditori che hanno già voltato pagina e molti altri lo faranno da quest’anno. È solo una questione di elasticità mentale e disponibilità al cambiamento, senza darsi la zappa sui piedi ma cercando di mettere una buona volta in discussione tutto quello che si è sempre fatto, dando spazio alle nuove tecnologie e a percorsi agronomici alternativi. Si può sempre migliorare e, soprattutto di questi tempi, si deve.

Pag: Progetto Agronomico Globale

Abbiamo sempre detto che la strada vincente è quella di abbinare più azioni innovative in quello che ci piace definire “Pag”, ovvero “Progetto Agronomico Globale“. Infatti è la sinergia di più tecniche applicate in campo che offre i migliori risultati. In questo caso la triade vincente è costituita dalla semina di cover crops, dall’applicazione dello strip tiller nella preparazione del letto di semina e dal diserbo effettuato solo sulla fila di semina, lasciando scoperte dalla distribuzione tutte le interfile.

Tillage radish e senape le cover crops vincenti

Le cover crops tillage radish e senape, tra le più utilizzate nel 2022, ove seminate in autunno sui terreni che sarebbero rimasti scoperti fino alle semine primaverili, hanno manifestato un notevole sviluppo vegetativo nel corso di un inverno piuttosto mite, anche se poi sono bastate alcune settimane di gelate notturne per dare avvio alla degenerazione dei tessuti.

Ecco come si presentava la senape il 2 febbraio 2023 in provincia di Mantova. Gli steli cominciano a flettere grazie all’azione del gelo notturno. In poche settimane la coltura sarà completamente allettata.
Un campo seminato con la cover tillage radish il 5 febbraio 2023.
La semina del tillage radish è stata effettuata non su tutta la superficie, ma solo sulle file che accoglieranno il mais, con un consistente risparmio sui costi del seme. Nell’interfila si vedono i residui colturali della coltura precedente.
La radice di tillage radish nei primi giorni di febbraio. La dimensione è notevole, ma la sua consistenza è già gelatinosa e quindi non costituirà problemi per le semine.

 

Più operazioni in un solo passaggio

La preparazione del letto di semina a strip till, che consente di effettuare contemporaneamente anche la semina del mais e il diserbo solo sulla fila, si sta rivelando ideale soprattutto in periodi di scarsa umidità, perché non rivolta la fetta di terreno e consente di mantenere coperta la parte di suolo non interessata dalla lavorazione superficiale. Sarà decisivo anche per la semina dei secondi raccolti, se avverrà!

Diserbo solo sulla fila di semina

La distribuzione del diserbo solo sulla fila di semina permette un risparmio notevole di prodotto, già in linea con quello che chiede l’Unione europea. Ma cosa succede nell’interfila del mais dove non si è fatto il diserbo? Paolo Montana, contoterzista e agricoltore di Lodi, ha una lunga esperienza in materia e nel video che segue fornisce una risposta molto chiara, mostrando un campo di mais 2022.

 

Sorgo di secondo raccolto e digestato

Se il clima lo permetterà, al mais precoce di primo raccolto potrà seguire un sorgo di secondo raccolto, da trattare sempre nello stesso modo, cioè evitando lavorazioni pesanti e dispendiose e operando sempre in un solo passaggio.

 

La concimazione del sorgo potrà essere effettuata con liquami o digestati tramite le calate. I risultati di un campo nel 2022 sono nel prossimo video.

 

Dunque le tecniche agronomiche e le tecnologie non mancano per centrare gli obiettivi di razionalizzare i costi colturali e cercare di contribuire a un basso impatto ambientale, migliorando anno dopo anno la fertilità chimica e fisica degli appezzamenti. Che significa aumentare il potenziale produttivo del suolo e quindi rese e ricavi.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Lorenzo Tesio

    8 Aprile 2023 at 3:20 pm

    Buongiorno, a proposito di Cover Crops, quale tra queste possono essere considerate “gelive”? Grazie

    Rispondi

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