Cremona, 560 quintali di trinciato da un mais sott’acqua

IMG-20240906-WA0008

«Il 10 giugno sono caduti in un giorno 250 millimetri di pioggia, allagando i campi di mais che era alla settima foglia. Un disastro, ma non ci siamo persi d’animo. Appena si è potuto, siamo entrati in campo operando una sarchiatura profonda, almeno a 15 cm di profondità e distribuendo 420 kg/ha di urea». Pier Ongini, agricoltore di Bordolano (Cremona), nell’area che quest’anno ha più sofferto per un susseguirsi di piogge devastanti, è riuscito a cavarsela egregiamente, rimettendo il mais nelle condizioni di riprendere il suo ciclo vegetativo, grazie a un arieggiamento del terreno operato con una sarchiatura profonda e con una buona dose di azoto, dal momento che quello distribuito precedentemente era stato dilavato.

Pier Ongini davanti al mais da trinciato a Bordolano (Cremona)

Le piogge torrenziali di giugno hanno allagato i campi di mais di Ongini

 

«Ancora una volta si dimostra che se si interviene in campo con tempestività, azzeccando le mosse colturali adeguate, il raccolto lo si porta a casa anche in un’annata negativa come il 2024», dice Ongini.

Un intervento di sarchiatura profonda ed energica e la distribuzione di 420 kg/ha di urea hanno rimesso in moto il mais devastato dalle piogge torrenziali di giugno

Quanto ha prodotto il mais che era stato allagato? Risponde Ongini: «Su una trentina di ettari abbiamo prodotto una media di 562 ql/ha di trinciato di mais, con tenore di sostanza secca dal 30 al 33%. Vista l’annata, direi che è andata molto bene».

La produzione di trinciato ha raggiunto la media di 562 ql/ha, con eccellenti parametri qualitativi.

Sono molto indicativi anche i dati relativi alla qualità del trinciato: «Noi forniamo una grossa stalla e abbiamo fatto fare l’analisi di campioni prelevati alla raccolta», racconta Ongini. «Il contenuto di amido (fonte energetica fondamentale per le performance delle vacche da latte) si avvicina al 34% (33,7 % s.s.) e l’NDF (fibra neutro detersa), formata da emicellulosa, cellulosa e lignina, ha un valore molto elevato, pari al 48,9 % s.s. (a fronte di un range che va, solitamente, dal 35 al 45% della s.s.). Questo aiuta a mantenere una buonissima funzionalità ruminale e una produttività ottimale. Buono è anche il valore di ADL, cioè della lignina, risultando pari all’1,7 % s.s., che è ben al di sotto del range considerato ottimale (2,5-3,5 % s.s.). A bassi contenuti di lignina corrisponde un elevato apporto di emicellulosa, vale a dire zuccheri facilmente degradabili dai batteri ruminali. Questo dato dell’1,7% dunque è molto positivo, dimostrando l’ottimo stay green del nostro mais».

Avanti col mais anche nel 2025

Come sarà il prossimo programma colturale? Dice Ongini: «Per la prossima annata aumenteremo un po’ la superficie a frumento, ma il mais rimarrà la nostra coltura principale». E dire che molti agricoltori, visti i prezzi bassi della granella e gli alti costi colturali, sembrano intenzionati ad abbandonare il mais… «In effetti – conclude Ongini – chi produce granella e la deve vendere sul mercato, ai prezzi attuali va in perdita, ma noi produciamo trinciato di alta qualità destinato alle vacche da latte, e il conto economico è sempre positivo».

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Giorgio

    13 Settembre 2024 at 6:24 pm

    Sono dati falsati, solo su 5 ha, nn è attentibibile. Altro che avanti mais, indietro tutta!

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato I campi obbligatori sono contrassegnati


Chi siamo

Nato nel 2014, Il Nuovo Agricoltore è un portale informativo dedicato all’agricoltura, con un occhio di riguardo alle innovazioni tecnologiche. Il progetto è sviluppato da Kverneland Group Italia.


CONTATTACI