Crisi frumento, ieri la riunione al Mipaaf: tutti d’accordo per intervenire su sei punti chiave

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C’è stata un’importante riunione ieri al Ministero delle politiche agricole, convocata dal ministro Maurizio Martina, per cercare una soluzione alla guerra del grano 2016: hanno partecipato i rappresentanti degli agricoltori, delle Regioni, delle cooperative e delle imprese di trasformazione, commercializzazione, stoccaggio e industria mangimistica.

Le proposte del tavolo di emergenza

Le proposte operative da mettere in atto già dalla prossima campagna 2016-2017 sono le seguenti:

  1. Investimento di 20 milioni di euro nei sistemi di stoccaggio per valorizzare il grano italiano di qualità certificata.
  2. Conferma degli aiuti accoppiati europei della Pac per il frumento fino al 2020.
  3. Creazione di una CUN (Commissione Unica Nazionale) per il grano duro, con l’obiettivo di favorire il dialogo interprofessionale e rendere finalmente più trasparente la formazione del prezzo.
  4. Rafforzamento dei contratti di filiera con nuovi bandi in autunno per 400 milioni di euro, metà in conto capitale e metà in conto interessi, ai quali potranno attingere progetti integrati inerenti il grano.
  5. Marchio unico volontario per grano e prodotti trasformati per conferire maggiore valore al grano di qualità certificata che rispetti il disciplinare del sistema di qualità della Produzione integrata e risponda a determinati requisiti organolettici.
  6. Sperimentazione dalla prossima campagna di un nuovo sistema assicurativo per garantire i ricavi ai produttori proteggendoli da eccessive fluttuazioni di mercato. Il modello è allo studio e verrà presentato all’Ue quanto prima per il via libera.

Sembra un miracolo, perché in una sola giornata di lavoro si sono definite finalmente, nero su bianco, alcune mosse importanti. Ma ora stiamo a vedere che cosa succederà, perché ci deve essere qualcuno che si prende l’onere di metterle anche in pratica e, purtroppo, ci sono di mezzo le ferie di agosto.

Molti aspetti ancora da chiarire

Stoccaggio

Un punto chiave da risolvere è certamente quello delle strutture di stoccaggio: a chi verranno finanziate, con quale priorità e con quali tempi tecnici?

Qualità certificata

Si dice di valorizzare il grano italiano di qualità certificata. Benissimo, lo diciamo da anni, ma qualcuno si ricorda per caso che ancora il 50% del seme che viene messo nel terreno in autunno è privo di concia industriale e in gran parte di produzione aziendale? Forse bisogna partire da lì.

E poi chi definisce e chi certificherà la qualità del frumento e con quali sistemi di contrattazione verrà valorizzata?

Contratti di filiera

Sui contratti di filiera abbiamo già scritto fiumi di inchiostro: sono certamente il futuro per i cereali, ma occorre che parte industriale e parte agricola giochino a carte scoperte.

Chiarezza da parte industriale

In campo c’è tanto da fare per restringere la gamma delle varietà da seminare, cercando di dare preferenza a quelle che l’industria chiede, ma quest’ultima deve definire in maniera chiara le sue necessità di approvvigionamento, e non solo per un anno, garantendo un prezzo equo che copra i costi di produzione.

Qual è il costo di coltivazione?

E qui entra in ballo un altro punto che alimenta discussioni all’infinito. Ognuno in campo adotta i percorsi agronomici più disparati e i conti li fa a modo suo; invece va definito, per ciascuna area produttiva omogenea, contabilizzando i costi, un percorso agronomico condiviso e definito che adotti sistemi innovativi capaci di limitare le spese, senza penalizzare rese e qualità. Anche quest’anno è dimostrato che gli agricoltori che hanno lavorato al meglio dal punto di vista agronomico hanno subito minori perdite e che coloro che hanno sottoscritto alcuni contratti di pre-campagna hanno addirittura guadagnato.

Infine, una buona notizia è certamente quella del sistema assicurativo che copra i rischi del crollo dei prezzi. Martina dice che il modello è allo studio, ma dovrà passare al vaglio di Bruxelles e quindi temiamo tempi molto lunghi. Speriamo in bene.

Due raccomandazioni finali

In conclusione due sole raccomandazioni:

  1. Che le sei buone proposte di inizio ferie non rimangano solo scritte su un foglio nei cassetti del Ministero, perché questa storia l’abbiamo già vissuta tante volte.
  2. Che i bravi agricoltori italiani, nonostante un’annata no come il 2016, non abbandonino il frumento, che va seminato anche il prossimo autunno perché non ci possiamo permettere di favorire ulteriormente le importazioni!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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