Eco-schemi e misure agroambientali, differenziare i destinatari dei contributi Pac
Nella nuova Pac, che prenderà il via il 1° gennaio 2023, verrà soppresso il pagamento greening e sarà sostituito da un pagamento, non obbligatorio, legato ai cosiddetti “eco-schemi”, cioè azioni “agronomiche virtuose” volte a contrastare le emissioni di gas serra, ad aumentare la dotazione di sostanza organica dei terreni e a diminuire l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti.
La fiacca proposta del Mipaaf
La discussione sugli eco-schemi su cui puntare in concreto è ancora aperta e il Mipaaf due mesi fa ha fatto una proposta che ne prevede sette:
- Riduzione antimicotici in zootecnia
- Diffusione agricoltura biologica
- Produzione integrata
- Inerbimento colture arboree
- Gestione sostenibile dei pascoli e dei prati
- Avvicendamento delle colture
- Coperture vegetali in genere
L’elenco risulta alquanto generico e non prevede nulla di nuovo rispetto a quanto già si fa almeno nelle aziende agricole più professionali, quindi sarebbe opportuno focalizzare meglio gli obiettivi cercando di evitare la duplicazione di “azioni virtuose” premiate da contributi con quelle delle misure agroambientali dei Psr oggi previste dalla misura 10.
Sette attività virtuose da sostenere
Dunque se si vuole davvero rafforzare la componente “verde” della Pac e al contempo migliorare la redditività delle aziende agricole, negli eco-schemi prossimi venturi si dovrebbero, a nostro avviso, prevedere le seguenti “attività sostenibili”:
- Lavorazioni conservative (minima, strip till e sodo)
- Interramento di liquami e di digestati
- Inserimento nell’avvicendamento delle colture oleaginose e proteiche, con divieto della monocoltura, a eccezione dei prati-pascoli
- Utilizzo annuale, estivo e invernale, delle cover crops
- Adozione dei sistemi dell’agricoltura di precisione, comprese le dosi variabili dei mezzi tecnici (sementi, agrofarmaci, concimi e acqua di irrigazione)
- Utilizzo di sistemi più efficienti di irrigazione
- Benessere animale in senso lato
Una differenziazione necessaria
Come si nota, si tratta di azioni virtuose che sono già in gran parte presenti nei vari capitoli dell’ attuale misura 10 dei Psr (che sarà confermata anche nella prossima Pac), quindi sarebbe necessario modulare in maniera diversa l’erogazione dei premi. Ecco la nostra proposta.
- Con il pagamento previsto dagli eco-schemi (inserito tra i pagamenti diretti) si deve consentire un avvio con gradualità verso un’agricoltura sostenibile di coloro che oggi sono ancorati alle dinamiche agronomiche e gestionali del passato, vincolando l’erogazione del premio a ettaro (ancora da stabilire) all’implementazione di almeno due delle sette azioni sopra indicate.
- Con la misura 10 dei Psr si deve premiare invece, con somme superiori e a nostro parere uguali per tutte le Regioni, l’agricoltore che si è già incamminato sulla strada della sostenibilità agronomica, ambientale ed economica, obbligandolo a rispettare per più anni una pluralità di impegni da mettere in campo contemporaneamente, nell’ambito di un vero e proprio “Pag”, cioè un “progetto agronomico globale” che coinvolga, nell’implementazione delle innovazioni, il suolo, le colture, i mezzi tecnici e l’irrigazione.
L’adesione a uno dei due contributi esclude la partecipazione all’altro.
Va previsto un contributo per le mappature del suolo
Nell’ambito del primo o del secondo pilastro si dovrebbe poi prevedere anche un contributo distinto e specifico a ettaro, destinato a coloro che eseguono la mappatura dei suoli con relativa dettagliata analisi chimico e fisica, dal momento che questi dati sono la premessa indispensabile per avviare un processo di riorganizzazione agronomica dell’azienda.
Il costo di una seria e dettagliata mappatura del suolo si attesta in media sui 100 euro/ha (con notevoli variazioni a seconda degli ettari analizzati), quindi per incentivarne l’utilizzo su larga scala è necessario un contributo statale che copra almeno il 50% del costo.
La misura 4 dei Psr va potenziata ed estesa agli agromeccanici
Non c’è dubbio che per attivare nuovi percorsi agronomici occorrono investimenti per l’acquisto di attrezzature e tecnologie, quindi nella nuova Pac la misura 4 destinata oggi a fornire contributi a fondo perduto per gli acquisti innovativi deve essere potenziata ed estesa anche agli agromeccanici. È infatti un’assurdità sbandierare ai quattro venti che sono gli agromeccanici il motore dell’innovazione in un paese dove la dimensione aziendale media è di 10 ettari, e poi escluderli dai contributi per rinnovare le attrezzature.
Basta finanziare l’acquisto dei trattori
Ultima raccomandazione: con i vari contributi e sostegni statali cerchiamo di favorire una buona volta il rinnovamento del parco attrezzature, piuttosto che quello dei trattori. Di trattori in ottimo stato, anche se con anni sulle spalle, in Italia ne abbiamo anche troppi, con il paradosso che continuiamo a vedere entrare in campo seminatrici, spandiconcime e botti del diserbo carichi di anni, con sistemi di distribuzione obsoleti che sono la principale causa dello spreco di mezzi tecnici, dello scarso rendimento delle colture e della dispersione di inquinanti. Alla fine non è il trattore a fare la differenza, ma sempre e solo ciò che il trattore traina!
Un commento
Ciriaco
10 Dicembre 2022 at 8:10 pm
Buonasera vorrei porre l’attenzione su un argomento non citato nei nuovi Psr.
IL cambiamento climatico in atto che tutti stiamo vedendo ha un impatto molto importante
sulle produzioni agricole, soprattutto per quanto riguarda la distribuzione delle piogge nell’arco della annata agraria. Quando tanto e quando niente piogge. Chi fa agricoltura dove non ha acqua per irrigare sa benissimo che 50 mm di acqua gli salverebbe il raccolto, e di
conseguenza non avrebbe lavorato invano e oltretutto non avrebbe inquinato INVANO.
Detto ciò vorrei porre l’attenzione alla possibilità di avere fondi dal PSR per creare invasi
pubblici la in quelle zone dove non c’è altra alternativa per avere disponibilità di ACQUA.