Frumento in salute su terreno a minima lavorazione, con perfetto smaltimento dell’acqua piovana

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“Terreni argillosi? Per carità, non parlate di minima lavorazione, ci vuole l’aratro altrimenti sono guai!” Quanti sono ancora quelli che la pensano così, facendo l’errore di non cambiare strada?

E invece l’imprenditore agricolo Cesare Truzzi di Pegognaga (Mantova), di cui avevamo già parlato due mesi fa (vedi articolo), proprio sui terreni argillosi della sua azienda, anche quest’anno ha seminato il cereale autunnale, il frumento panificabile Solehio (nelle prove nazionali 2017 ha prodotto in Lombardia 9,48 t/ha al 13% di umidità) su minima lavorazione, con un passaggio del coltivatore Kverneland CTC della ditta Speziali.

Qualche giorno fa siamo andati sul campo per vedere come si presenta il frumento Solehio, e le foto che pubblichiamo qui di seguito parlano da sole. Il campo è molto omogeneo, con piante in salute su un terreno che, nonostante le abbondanti piogge, ha assicurato un perfetto drenaggio dell’acqua. Fortuna o casualità? Niente affatto: questo vuol dire saper lavorare bene, con le attrezzature giuste, anche sui terreni difficili.

Il frumento tenero Solehio su minima lavorazione effettuata con il Kverneland CTC.
Particolare del frumento Solehio.
Il coltivatore Kverneland CTC che ha eseguito la minima lavorazione su terreno argilloso e sui residui colturali dell’annata precedente.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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