Frumento tenero, oltre 90 ql/ha con una concimazione mirata

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È risaputo che i concimi sono uno strumento indispensabile per migliorare i livelli produttivi e per il raggiungimento delle sfide qualitative e ambientali oggi al centro dell’attenzione di tutte le direttive europee delineate dal Green Deal e dal Farm to Fork, che saranno al centro della nuova Pac 2023-2027. Anche la concimazione dovrà seguire i criteri di sostenibilità, e allora vediamo cosa significa nel concreto della pratica di campo.

Il fosforo è fondamentale per il frumento

Prendiamo il fosforo, elemento che gioca un ruolo fondamentale nelle
prime fasi di germinazione, nello sviluppo radicale delle piante e nei momenti di fioritura e di formazione delle cariossidi, oltre che per la traslocazione delle proteine. L’apporto di concimi fosfatici è quindi decisivo per una corretta gestione agronomica dei cereali, ma bisogna stare attenti alla tipologia del fosforo che si apporta con i concimi e al tipo di suolo con cui si ha a che fare.

Quale tipo di fosforo occorre

Ci sono realtà come la Fondazione Negrini, collegata a vari istituti scolastici tra cui l’Istituto Agrario Pietro Antonio Strozzi e l’ITS (Istituto Tecnico Superiore per l’Agroalimentare Sostenibile – Territorio Mantova), che sono attente ai temi dell’innovazione e dell’ottimizzazione degli input agronomici per massimizzare la produttività. A tal fine Scam ha impostato una prova di concimazione sostenibile, gestita dall’agronomo e direttore della fondazione Bruno Agazzani, sulla coltivazione di grano tenero varietà Avenue. Si è partiti da concetti agronomici basilari: concimi a base di fosfato naturale tenero non hanno una azione pronta, perché sono disponibili solamente dopo lunghi periodi in ambiente acido.

Attenzione alla “retrogradazione” se si sbaglia la ricetta

Il fosforo minerale comunemente utilizzato ha una disponibilità ridotta (15-20% del totale apportato) a causa della scarsa mobilità nel suolo, degli antagonismi con altri elementi e del pH:

  • in terreni acidi si formano complessi insolubili con gli idrossidi di ferro e alluminio;
  • nei terreni neutri il fosforo prevale nelle forme solubili di fosfato monocalcico e bicalcico;
  • nei terreni calcarei si lega con il calcio e si insolubilizza sotto forma di fosfato tricalcico.

Questi fenomeni di insolubilizzazione vanno sotto il nome di “retrogradazione del fosforo”: ovvero, di fatto l’elemento non è disponibile per le piante, con ripercussioni negative sia sulla produttività finale che sulla qualità dei raccolti.

Aumentare il fosforo assimilabile con il fosfoumato

Non è determinante aumentare la quantità di fosforo totale bensì la frazione assimilabile, cioè quella disponibile realmente per le piante. Molti studi universitari hanno dimostrato come la disponibilità di fosforo nel terreno migliori notevolmente grazie alla sinergia di sostanze umificate, raddoppiandone la frazione utilizzabile dalle piante.

Scam ha messo a punto una formulazione organo-minerale del fosforo che va a risolvere queste problematiche: il fosfoumato. Il fosforo nei fertilizzanti organo-minerali Scam, interagendo con le sostanze umiche presenti (indicativamente 3 kg per ogni quintale di concime), permette al fosforo stesso di essere difficilmente complessabile dai minerali o bloccato dal pH e rimanere disponibile il doppio rispetto a un fosforo minerale (vedi tabella sottostante).

In questo modo si possono ridurre i dosaggi per ottenere una maggiore presenza di fosforo assimilabile nel suolo.

Il fosfoumato è la componente principale di Nutrigran Top S, il concime organo-minerale Scam (NP 10-20+Zn e 3.2% matrice umificata CHAFA) specifico per la concimazione di fondo dei cereali vernini e caratterizzato dalla Dichiarazione ambientale di prodotto certificata (EPD).

Nutrigran Top S si distribuisce in pre-semina alla dose di 200-300 kg/ha, da interrare leggermente con l’ultima lavorazione di rifinitura del terreno. Viene così esaltata l’efficienza dei concimi organo-minerali Scam, caratterizzati anche da un rilascio graduale degli elementi nutritivi, garantendo una maggiore assimilabilità e disponibilità nei momenti fenologici importanti per la coltura, con un unico obiettivo: migliorare la risposta quanti-qualitativa delle produzioni finali dal campo alla tavola.

Il frumento Avenue sui terreni della Fondazione Negrini con una concimazione mirata e sostenibile e con l’applicazione delle tecniche di precisione e di minima lavorazione ha prodotto in media oltre 90 ql/ha.

I risultati produttivi alla Fondazione Negrini

La prova fatta dalla Fondazione Negrini con Nutrigran Top S ha conseguito i seguenti risultati:

  1. la produzione media è stata pari a 9,107 ton/ha, con incrementi fino a 13,8 ton/ha;
  2. nel confronto con altre tipologie di concime ha permesso di ottenere fino al 20,5% in più di produzione;
  3. la concimazione di pre-semina ha resistito alle precipitazioni autunnali, mantenendo la coltura in uno buon stato vegetativo: ottima radicazione e buon accestimento primaverile;
  4. sebbene le condizioni metereologiche non fossero delle migliori a causa della scarsità d piogge primaverili, il rilascio di nutrienti è risultato comunque vincente anche nel lungo periodo, garantendo un ottimo peso specifico della granella.
Mappa di produzione del frumento Avenue alla Fondazione Negrini realizzata dalla mietitrebbia. Come si vede, la produzione varia nelle diverse zone dell’appezzamento. La media risulta superiore ai 90 ql/ha.

A conferma dei risultati ottenuti possiamo associare anche numerose prove sperimentali eseguite da università e centri di ricerca, dove si è dimostrato che il fosfoumato di Nutrigran Top S:

  • riduce la retrogradazione del fosforo perché protetto dalle sostanze umiche;
  • fornisce una maggiore presenza di fosforo assimilabile nei terreni e nella pianta;
  • aumenta la radicazione e l’assimilazione dei nutrienti presenti nel suolo;
  • favorisce la resistenza a stress idrici tipici delle ultime stagioni;
  • consente un maggiore accestimento e numero di spighe/mq;
  • migliora la produzione finale.

Per approfondire

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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