Gli erpici combinati che mandano in soffitta l’aratro
La fertilità del suolo agricolo rimarrà uno dei temi centrali anche della prossima Pac, che indirizzerà i contributi di alcune misure dei Psr verso tecniche di lavorazione minima e, dove è possibile, di semina diretta su sodo al posto di arature ed erpicature con attrezzi mossi dalla presa di forza del trattore. La strada della sostenibilità anche per la preparazione del letto di semina è tracciata, e vista ormai la diffusione delle minime lavorazioni in ogni regione d’Italia, possiamo dire che si tratta di una scelta vincente anche sotto il profilo economico oltre che agronomico.
Troppi attrezzi non rispondono alle aspettative
Il problema però rimane sempre quello dell’attrezzatura, perché se è vero che di erpici e di coltivatori è pieno il mercato, non tutti sono progettati e costruiti in modo tale da permettere di fare un lavoro migliore dell’aratura. Questo è il motivo per cui ancora molti agricoltori non sono convinti dei vantaggi offerti dalla minima lavorazione: infatti in molti casi ancora oggi si utilizzano erpici datati oppure costruiti solo per lavorare in situazioni favorevoli e così la superficie del terreno, anche dopo più passaggi, non permette di eseguire semine precise.
Non tutte le seminatrici vanno bene su terreno a minima
L’altro problema da affrontare riguarda la seminatrice. Infatti, per seminare con regolarità e con precisione su un terreno dotato di una certo grado di zollosità e con una percentuale di residui colturali in superficie, occorre avere una seminatrice capace di lavorare in queste condizioni e sappiamo bene che non tutte ne sono capaci.
Corretta gestione dei residui in tante combinazioni diverse
Oggi parliamo degli erpici o coltivatori cosiddetti “combinati”, cioè che abbinano su un unico telaio denti a lame, dischi di diverse dimensioni e rulli di diversa tipologia. La prima cosa importante è che gli organi di lavoro garantiscano una adeguata luce libera dal suolo, per evitare intasamenti nell’avanzare del cantiere in campo dal momento che si deve gestire una certa quantità di residui colturali rimasti in superficie dopo la raccolta.
La serie di coltivatori CLC
La gamma di coltivatori Kverlenand CLC si distingue in due filoni: a due o tre file di denti.
Il CLC Pro ha un’alta capacità di potenza (da 90 a 350 cavalli) per far fronte a ogni condizione del terreno, con larghezza di lavoro da 3 a 4,9 metri e profondità di lavoro da 5 a 30 cm. Adatto a trattori di alta potenza sino a 240 cavalli, la sua struttura è a tre file di denti per un’ottima miscelazione di terra e residui colturali.
Punto di forza delle gamma CLC è il dente “brevettato” che non presenta saldature, è esente da manutenzione e ha la più alta luce libera del mercato.
Il CLC Pro Classic è adatto invece per trattori di media e bassa potenza
Un trattore da 90 hp può lavorare con un modello da 3 metri, mentre con un 130 hp di potenza si potrà utilizzare la macchina da 4 metri pieghevole.
Tutta la parte posteriore del parallelogramma è stata sostituita da due barre in acciaio curve. Queste fissano il rullo direttamente sul telaio dello stesso, riducendo sia la richiesta di sollevamento che la lunghezza totale (meno 50 cm rispetto al CLC pro).
Il CLC Pro Cut (larghezza di lavoro da 3 a 4,5 metri) è ideale quando si deve lavorare un terreno coperto da una massa abbondante di residui colturali come quelli del mais.
Il CLC Pro Cut dispone di dischi di taglio frontali regolabili idraulicamente dalla cabina del trattore, in qualsiasi momento. Ciò significa che la pressione sui dischi viene anche determinata dalla posizione del cilindro. La profondità di lavoro ideale per effettuare uno sminuzzamento efficace del terreno e delle radici in esso presenti è attorno ai 5 cm.
Cinque tipologie di rulli chiudono il cantiere
Un buon erpice combinato deve terminare con un rullo ben progettato e a seconda delle condizioni del terreno la scelta non è univoca.
Enduro: coltivazione superficiale e profonda
Kverneland Enduro è un nuovo coltivatore pensato in due versioni differenziate a seconda delle condizioni di lavoro e della potenza disponibile.
L’Enduro Pro ha un attacco del rullo a doppio parallelogramma che permette la regolazione della profondità di lavoro mentre si avanza.
L’Enduro è più leggero e, non avendo il doppio parallelogramma, offre la regolazione idraulica della profondità tramite spessometri.
L’Enduro e l’Enduro Pro sono caratterizzati da una disposizione delle ancore su tre file. La distanza tra le ancore è di 285 mm per le versioni rigide e 270 o 275 mm per le versioni pieghevoli; la posizione delle ancore favorisce un continuo, semplice e costante passaggio del flusso di terreno e residui
Con Kverneland Enduro si ottengono differenti approcci di coltivazione. Il primo passaggio a minima profondità (dopo raccolta) assicura:
- Taglio totale della superficie per ridurne l’evaporazione.
- Ridurre la “banca dei semi” e distruggere le erbacce.
- Gestione meccanica delle infestanti, graminacee, cardo, eccetera.
Il secondo passaggio a profondità leggermente superiore assicura:
- Gestione meccanica delle infestanti.
- Eliminazione dell’eventuale suola creatasi dopo il primo passaggio.
- Aumento del drenaggio.
- Controllo parassiti (lumache e topi)
Caratteristica peculiare della serie Enduro è il dente Triflex con diverse tipologie di punte.
Anche in presenza di abbondanti residui colturali misti a infestanti, Enduro riesce a preparare un perfetto letto di semina.
Coltivatore Turbo
Kverneland Turbo è un coltivatore molto versatile, da utilizzare in tutte le stagioni.
In primavera:
- Aprire il terreno dopo il gelo o le piogge invernali, migliorando il flusso d’aria per un riscaldamento più rapido.
- Preparazione del letto di semina prima della semina primaverile, per esempio nelle colture di mais che necessitano di una coltivazione più profonda per un buon sviluppo delle radici.
In estate:
- Coltivazione di stoppie subito dopo il raccolto.
- Secondo o terzo passaggio per distruggere le erbacce.
In autunno:
- Preparare il terreno per un letto di semina fine e sbriciolato in grado di favorire la germinazione anche di semi fini come colza, erba, eccetera.
Il Turbo è un coltivatore versatile per effettuare coltivazioni da 3 cm a 20 cm. Le sue doti di lavoro sono strettamente legate alle caratteristiche costruttive dei Turbo Denti.
Turbo
Turbo T i-Tiller, l’unico coltivatore Isobus
La regolazione della profondità di lavoro e dei sistemi di livellamento nel coltivatore Kverneland Turbo T i-Tiller viene direttamente effettuata dalla cabina del trattore tramite i terminali Isobus.
La profondità di lavoro e l’altezza della batteria di livellamento vengono regolati tramite la semplice pressione di un pulsante sul terminale. In completa autonomia, il sistema intelligente del Turbo T i-Tiller inizia a modificare l’estensione dei cilindri idraulici. La regolazione della parte anteriore e posteriore può avvenire indipendentemente e in qualsiasi momento, anche al lavoro.
Il nuovo sistema “Dynamic Traction Control” permette di variare la profondità di lavoro durante le operazioni, riducendo così il consumo di carburante.