Grano 2022: i conti tornano, ma in pochi lo ammettono

grano-2022

Quest’anno la produzione dei frumenti duri e teneri non è stata come quella del 2021, annata eccezionale con produzioni di 70 ql/ha di duro e 90 ql/ha di tenero. Ma chi si lamenta oggi – e sono davvero tanti – dimentica che a luglio del 2021 il grano duro valeva 33 euro al quintale e il tenero 26 euro al quintale. A luglio 2022, invece, il grano duro viaggia sui 57 euro al quintale e il tenero a 37 euro al quintale. Perciò, è proprio vero che gli agricoltori devono sempre lamentarsi… per definizione!

Quest’anno nessuno ci ha rimesso

Sul grano una polemica molto accesa, che ha provocato forti reazioni da parte degli agricoltori, è partita dall’Emilia-Romagna, con le dichiarazioni pubblicate su Facebook e sulla rivista Terra e Vita di Lorenzo Furini, agricoltore e responsabile della sezione cereali della Confagricoltura regionale: «Bisogna dire la verità, non ci si può sempre e solo lamentare», ha scritto Furini. «Numeri alla mano, quest’anno per chi ha prodotto grano duro o tenero in Emilia-Romagna le cose non sono andate così male: nessuno ci ha rimesso. Nel 2022 per il duro la media è sui 55 quintali a ettaro, ma gli attuali prezzi compensano ampiamente il calo delle rese e anche l’aumento dei costi di produzione».

Lorenzo Furini, agricoltore e responsabile della sezione cereali di Confagricoltura Emilia-Romagna.

«La mia analisi parte da una media degli ultimi dieci anni», ha precisato Furini. «È chiaro che se uno guarda solo al 2021, annata con produzione record, ritiene il 2022 un anno negativo. Da un punto di vista emotivo, l’agricoltore quest’anno si vede sfavorito, ma se prende una matita e una calcolatrice cambierà idea, perché ci sono state annate peggiori».

Ecco, questo è il punto: prima di lamentarsi facciamo bene i conti, per favore!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


20 commenti

  • Davide

    11 Luglio 2022 at 11:43 am

    Egregio Dott. Bartolini, come lei ben sa e giustamente spesso scrive nei suoi articoli per fare bene i conti è necessario fare un’attenta analisi dei costi. E’ vero che il prezzo di vendita attualmente è molto buono, tuttavia le aziende agricole hanno visto tripilicare i costi dei mezzi tecnici, raddoppiare il costo del gasolio, aumentare non so ancora di quanto le tariffie dei contoterzisti, del trasporto e dello stoccaggio. A mio parere con le rese medio-basse di quest’anno e l’aumento dei costi il reddito sarà ancora come quando il prezzo di vendita era poco più di 20€/q. Sarebbe interessante leggere una vostra analisi dei costi aggiornata al 2022.
    Grazie e buona giornata.

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    • Fabrizio

      13 Luglio 2022 at 1:30 pm

      Bravo.

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  • D’aquino Vito

    11 Luglio 2022 at 3:31 pm

    Salve sono un imprenditore agricolo e svolgo la mia attività in Sicilia nella zona tra la provincia di CT e EN in un areale vogato per il grano duro, per definizione dite che ci lamentiamo sempre, ma le posso assicurare che non è vero, perché se quest’anno qui in Sicilia avessimo avuto le rese che citate voi cioè i 50ql per ettaro non ci sarebbe stato nessun motivo per lamentarsi, anzi io personalmente avrei fatto dei salti di gioia , visto il prezzo abbastanza interessante , nonostante le spese di gestione che ultimamente come sapete si sono triplicati, ma nonostante ciò sono ancora capace di fare due conti e potrei dire di avere guadagnato bene. Ma dal momento che abbiamo avuto rese con una media di 16/18 ql per ettaro tutto dovuto alla siccità e non si riesce a coprire le spese.. credo che a questo punto abbiamo tutto il diritto di Lamerntarci . Cordiali saluti

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  • Ascanio Ciccone

    12 Luglio 2022 at 12:09 am

    Lei logico fa la media, ma chi si lamenta è a metà della media come produzione ed il prezzo non è raddoppiato anzi, invece i costi sono quasi 2.5 volte. Certo chi ha fatto 50 q.li a ettaro che si deve lamentare e chi ne ha fatto 20?

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  • Giorgio Scarlato

    12 Luglio 2022 at 8:45 am

    Si vede che dal punto di vista matematico non è un buon contabile. Parlare di altro sarebbe proprio vano. Ha la memoria corta. Non ricorda quando il costo del grano duro era di 18 / 21 euro a ql. ed i costi di produzione aumentavano (fertilizzanti, attrezzature agricole, trattori etc). Si operava in perdita. Quest’anno con 20/28 ql ad ha mi faccia i conti.

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  • Susanna Placentino

    12 Luglio 2022 at 6:36 pm

    In Capitanata non è così. Nell’areale di Manfredonia le produzioni medie non raggiungono i 20 quintali/ ettaro. Ad oggi il prezzo ha perso più di 6 euro da inizio campagna ed è ancora in discesa.
    Per me i conti non tornano … “A voi l’ardua sentenza”

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  • Susanna Placentino

    12 Luglio 2022 at 6:42 pm

    Prima di dire che i conti tornano, che in pochi lo ammettono e che nessuno ci ha rimesso, è opportuno informarsi bene.

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  • Susanna Placentino

    12 Luglio 2022 at 6:43 pm

    In Capitanata non è così. Nell’areale di Manfredonia le produzioni medie non raggiungono i 20 quintali/ ettaro. Ad oggi il prezzo ha perso più di 6 euro da inizio campagna ed è ancora in discesa.
    Per me i conti non tornano … “A voi l’ardua sentenza”

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  • Vergari leonardo

    12 Luglio 2022 at 9:26 pm

    Caro agricoltore, le rese in Umbria- Castiglione del lago dove ho l’ azienda – sono : 40 q.li/ha e 60 q.li per il tenero per coloro che hanno fatto le cose pervene. Ora c’e’ la variabile PREZZO. Da noi per coltivare un ha di grano ci vogliono 1200€. Siamo ottimisti

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    • Domenicantonio De Masi

      14 Luglio 2022 at 7:19 am

      Caro Leonardo, mi spieghi cosa intende: fare le cose per bene?. Forse Lei conosce una nuova e sicura pratica per produrre grano, e ottenere rese di 40 q.li per il duro e 60q.li per il tenero. Scenda sulla terra e dica che è stato fortunato, avendo ottenuto queste rese. Con tali rese, e con i costi di produzione che asserisce, penso che gli agricoltori non si lamenterebbero. Si metta nelle condizioni di chi ha avutorese di 15/20 q.li per ha? e non so se sarebbe contento e non si lamentasse.

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  • Michele Genuario

    12 Luglio 2022 at 10:37 pm

    Ma in che mondo vivete, ma i costi sostenuti nel 2022 sono molto più alti di anni precedenti, quindi i conti si fanno seriamente

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  • Matteo

    12 Luglio 2022 at 11:05 pm

    Nei non si dimentichi le spese che nel 2022 si sono più che raddoppiate. Come dice giustamente lei: facciamo bene i conti.

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  • Viscillo Riccardo

    13 Luglio 2022 at 1:53 am

    Furini penso proprio che hai alzato troppo il gomito non la matita. Dovresti solo vergognarti di rilasciare certe dichiarazioni, vi siete beccati anche i soldi da parte dello stato. Vieni a produrre al sud e poi fai i conti senza la bottiglia.

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    • Gaetano

      15 Luglio 2022 at 6:47 pm

      Giusto

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  • Savino

    13 Luglio 2022 at 8:56 am

    Ma va’a cacare , sì vede che di agricoltura non capisce un tubo,sarai un altro dei cervelli che rovinano la categoria……….

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  • Mario

    13 Luglio 2022 at 11:52 am

    Caro Dr., …..come minchias chiama ..
    Leggendo le sue dichiarazioni posso solo dedurre che lei le abbia scritte con accanto un ‘ fiasco di lambrusco ‘ per altro parecchio additivato.
    Posso immaginare inoltre queste sue dichiarazioni facciano molto comodo a qualche amichetto dell’ industria agroalimentare , qualche sindacato di categoria che se ne sta da parte senza fiatare ed in ultimo al Ministro ‘ pupo di pezza’ che dovrebbe anche vigilare oltre che sostenere il settore….
    Alla fin dei conti noi siamo rappresentati da un Governo perbenista che prende tanto a cuore le disgrazie fuori le nostre ‘ case ‘…..le produzioni ucraine ,la pseudo carestia alimentare che colpirà i paesi del terzo mondo!!
    Ma se tutto questo fosse vero, perché si parla ilngiorno prima di siccità in Canada quindi si avrà una scarsa produzione NONOSTANTE LA MAGGIOR PRODIZIONE DEL30% RISPETTO ALL ANNO PRECEDENTE, un giorno dopo si parla di sovra abbondanza del Canada dovuto alla maggior produzione e quindi si specula sul prezzo in una settimana in piena campagna di raccolta di un ribasso del 30% sul mercato nazionale……
    I Paesi del Magrehb e già da due mesi che contrattano sulle piazze internazionali i loro contratti , un paese come la Russia sta vendendi il suo grano ed in parte quello che apparentemente ‘ Ucraino’ ma in realtà di alcune multinazionali ‘ stanziatisi’ in territorio Ucraino da qualche decennio che si sono e si stanno rendendo conto delle perdite subite in quel c…. di Paese.
    Quindi la prego oltre i suoi consimili di non portare avanti questa falsa ‘ politichella’ .

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  • Amedeo Cattaneo

    13 Luglio 2022 at 10:47 pm

    I conti quelli reali si fanno sulla media di almeno tre anni.Non significa nulla la fiammata dei prezzi di una sola stagione

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  • Franco

    14 Luglio 2022 at 2:28 pm

    Articolo vergognoso da parte di un ……………..alle aziende produttrici di attrezzature, industrie chimiche, sementiere etc. Etc. VERGOGNAAAAAAAAAA

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  • Antonio

    14 Luglio 2022 at 2:54 pm

    Secondo me ti hanno pagato per dire cazzate……a 52 prezzo attuale non sta comprando nessun mulino quindi il prezzo scenderà…..e i conti non tornano caro rappresentante…..grazie

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  • Giuseppe Alai

    17 Luglio 2022 at 5:12 pm

    Ritengo che ognuno possa scrivere di ciò che conosce e di quanto sia avvenuto nella propria azienda.
    Nella pianura padana in zona bassa reggiana le produzioni sono andate da 50 a 75 qli/ha. La nostra azienda, con semina su sodo dopo mais, ha ottenuto una produzione media di 73 qli/ha di grano tenero varietà Giogione (quindi varietà grano di forza) già venduti a 402 €/Tons + IVA.
    Quindi i nostri ricavi si aggirano sui 3000 € ad ettaro, e se è vero che i costi ci sono aumentati a dismisura è altrettanto vero che ricavi di questa entità non li abbiamo mai visti.Di sicuro i ricavi variano molto al variare delle quantità prodotte.e delle varietà coltivate a differenza dei costi che sono sempre più monolitici.

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