Grano 2022: quanti quintali in più per assorbire il rincaro dei mezzi tecnici?

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In agricoltura, al ciclone Covid si è sostituito il ciclone dei prezzi delle materie prime e dei mezzi di produzione: riassumendo, i prezzi dei cereali e della soia sono alle stelle, ma nessuno in questo momento vende. E i prezzi continuano a salire. Fino a quando? Nessuno lo sa.

Quello che invece è certo è l’aumento vertiginoso dei prezzi di sementi, concimi e agrofarmaci, quindi i conti nel 2022 potrebbero sballare soprattutto se i prezzi di mercato dei raccolti fossero molto più bassi degli attuali. Terra e Vita ha pubblicato nei giorni scorsi alcuni dati interessanti sui possibili scenari.

All’aumento attuale del 10% del prezzo degli agrofarmaci si ipotizza un ulteriore incremento del 10% nella prossima primavera.

Il costo della semente: 90 e 70 euro al quintale

Partiamo dalle sementi. Nell’areale padano il prezzo della semente di grano duro si attesta attorno ai 90 euro/ql, mentre per il tenero è sui 70 euro/ql. Quindi il costo per ettaro del seme nel 2022 sarà pari a 200 euro/ha per il duro e a 175 euro/ha per il tenero.

Al sud, invece, tra qualche settimana si seminerà grano duro, ma nessuno ancora ha le idee chiare sul prezzo della semente. C’è chi parla di un prezzo del +20% rispetto a quello di mercato del grano duro da macina, ma c’è chi giura che l’aumento sarà invece di 20 euro/ql.

Effetto boomerang sul seme certificato

È chiaro che ognuno fa il suo gioco, ma è indubbio che i sementieri che già lamentano lo scarso utilizzo di semente certificata e garantita nel settore dei cereali a paglia e della soia in particolare, non possono esagerare nei rincari oltre una certa misura, anche perché ci sono agricoltori che hanno venduto per esempio del grano duro a luglio quando valeva “solo” 40 euro/ql.

Quest’anno la corsa al grano tenero e duro rende il seme merce preziosa e in certi casi irreperibile, quindi aumenterà giocoforza l’uso di seme aziendale. Ma quando la situazione si normalizzerà, i rincari del seme certificato di quest’anno non favoriranno certo un miglioramento dei rapporti tra agricoltori e sementieri.

I rincari sugli agrofarmaci

Per quanto riguarda i prodotti fitosanitari, i rincari già in atto sono di circa il 10%, ma in primavera molti giurano che ci sarà un ulteriore aumento del 10%. Per chi fa semina su sodo il costo dei disseccanti è aumentato del 30%.

Come cambierà il costo della concimazione

Sui concimi il fronte caldo riguarda l’urea, con prezzi che da 35 euro/ql del 2020/2021 sono schizzati a 60 euro/ql e anche di più. Quindi il costo della concimazione passerà da 150 euro/ha medi della stagione scorsa a 240 euro/ha.

Non c’è dubbio quindi che quest’anno l’acquisto indispensabile e che si ripaga in fretta è quello di uno spandiconcime innovativo, con pesa e satellitare per evitare le sovrapposizioni e gli sprechi di bordura. Meglio se si adotta anche la distribuzione variabile punto per punto dell’appezzamento.

Quest’anno, con l’aumento vertiginoso dei prezzi degli azotati, è il momento giusto per acquistare uno spandiconcime innovativo con pesa, satellitare e 100% ISOBUS per distribuire anche a rateo variabile.

I rincari valgono 12 ql/ha per il tenero e 7 ql/ha per il duro

Sommando tutte le voci di costo, alla fine risulta che i rincari dei mezzi di produzione corrispondono a 12 ql/ha per il grano tenero (ipotizzando un prezzo di mercato di 25 euro/ql) e di 7 ql/ha per il duro (ipotizzando un prezzo di mercato di 40 euro/ql). Se ragioniamo in termini di margini (che è costi-ricavi), la riduzione rispetto al 2021 dovrebbe essere di -300 euro/ha per il tenero e -250 euro/ha per il duro.

La conclusione però è: seguite comunque i percorsi colturali corretti, perché evitare le concimazioni o i trattamenti oggi vi fa risparmiare ma nella prossima estate decurterà la vostra produzione, e se i prezzi di mercato scenderanno… sarà una catastrofe!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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