Grano duro, fino a quando dureranno i prezzi alti?
«Per tutta la campagna di commercializzazione 2021/2022 si prevede un forte squilibrio tra domanda e offerta del grano duro, con prezzi che si manterranno molto elevati almeno sino a febbraio 2022». È l’analisi di Angelo Frascarelli su Terra e Vita, giustificata da una diminuzione dell’offerta mondiale e da scorte ai minimi storici. Da vent’anni non si registrava una produzione così bassa di frumento duro nel mondo, con impennate dei prezzi di 200 euro/tonnellata in soli due mesi.
Nord America in crisi di raccolti
La causa principale è da imputare al Nord America (Usa e Canada) con un vistoso calo produttivo, giudicato eccezionale, pari al -50% in Usa e -65% in Canada. E considerando che il Canada esporta quasi tutta la sua produzione e partecipa per oltre il 50% al commercio mondiale di grano duro, il gioco è fatto!
In Italia, tra l’altro, è in atto un’impennata del consumo di grano duro, innescata dall’affermazione sempre maggiore sugli scaffali della pasta con grano 100% italiano: un segnale estremamente positivo per i nostri granicoltori. Per le prossime semine dunque si prevede in Italia un incremento della superficie a duro, anche se non sarà esplosiva, dal momento che le rese si mantengono basse nei terreni marginali e molti agricoltori hanno imparato fortunatamente l’importanza dell’avvicendamento al posto della monocoltura.
Teniamo inoltre conto del fatto che il grano duro, oltre a prezzi di mercato oggi molto favorevoli, gode di aiuti importanti quali il sostegno accoppiato (che vale circa 90 euro/ha per alcune regioni del centro-sud) e del Fondo grano duro per i contratti di filiera (con circa 100 euro/ha).