Il buon uso del digestato sul mais

Digestato Mais

Il digestato proveniente dagli impianti a biogas, nella maggioranza dei casi aziendali, viene separato in due frazioni: solida e liquida.

La frazione solida ha un elevato tenore di sostanza organica residua, azoto organico e fosforo, e quindi è ideale distribuirla in concomitanza con le lavorazioni del terreno perché può rilasciare i suoi nutrienti in maniera graduale.

La frazione liquida contiene buoni livelli di azoto ammoniacale a pronto effetto nutritivo sulle colture, e la sua distribuzione va fatta in copertura sia con la fertirrigazione sia con sistemi di interramento, riducendo le emissioni in atmosfera.

Il mais è una pianta che può utilizzare al meglio il digestato, dato che asporta elevate dosi di azoto ( 300 kg N/ha) e quindi è molto utile prevedere l’uso delle due frazioni anche per ottenere notevoli risparmi sull’acquisto dei concimi minerali.

Per quanto riguarda la fertirrigazione, la frazione liquida del digestato, previa opportuna filtrazione, può essere distribuita alla pianta sia attraverso gli impianti a pivot sia con quelli ad ala gocciolante. Esperienze effettuate con il pivot (fonte: Donatella Banzato – Università di Bologna) indicano che la fertirrigazione con digestato ha permesso ad alcune aziende di aumentare le rese del mais, raggiungendo produzioni di biomassa di 800 q/ha e di granella di 130-140 q/ha.

Cosa contiene il digestato da biogas?

Se proviene da liquami suini: pH 8,3; azoto totale 3,9 g/kg t.q.; azoto ammoniacale 77% N totale; fosforo totale 0,8 g/kg t.q.

Se proviene da liquame bovini più biomasse vegetali: pH 7,8; azoto totale 3,8; azoto ammoniacale 62; fosforo totale 0,5

Se proviene solo da biomasse vegetali: pH 7,9; azoto totale 4,0; azoto ammoniacale 53; fosforo totale 0,5

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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