Il governo vara il Collegato Agricolo: ecco le nuove norme che potrebbero migliorare il settore
Noi italiani, soprattutto in fatto di normativa, siamo speciali nell’attribuire nomi poco comprensibili e molto burocratici a novità legislative che possono essere molto importanti, a patto poi che tutto quello che è scritto nelle carte trovi fattiva applicazione. È il caso del Collegato Agricolo, un nome poco invitante per una nuova normativa a favore dell’agricoltura varata dal Senato che comprende ben 42 articoli suddivisi in sei titoli:
- Semplificazione e sicurezza alimentare
- Razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica
- Competitività e sviluppo delle imprese
- Disposizioni a favore di pomodoro, riso, burro, apicoltura, birra artigianale e fungo cardoncello
- Rifiuti agricoli
- Copertura finanziaria
Due disposizioni di possibile interesse immediato
Ermanno Comegna, in una sua nota sull’Informatore Agrario, osserva che alcune disposizioni possono produrre un effetto immediato quando entreranno in vigore, mentre altre richiederanno tempi molto lunghi che dipenderanno dall’efficienza delle nostre istituzioni. E qui sorgono subito, diciamo noi, i primi dubbi.
Tra le novità sostanziali e di maggiore impatto c’è per esempio l’estensione della possibilità di esercitare il diritto di prelazione nei casi di compravendita di fondi rustici a favore degli imprenditori agricoli professionali (Iap) proprietari dei terreni confinanti con quelli in vendita, a patto che su questi ultimi non siano insediati mezzadri, coloni, affittuari compartecipanti o enfiteuti coltivatori diretti.
Poi è prevista la semplificazione in materia di identificazione e registrazione dei bovini e la tenuta dei passaporti. La novità consiste nell’esenzione in caso di sola commercializzazione nazionale. Così come la riduzione da 180 a 60 giorni dei termini entro i quali l’amministrazione è tenuta a chiudere un procedimento per l’esercizio dell’attività agricola presentati tramite Caa.
La nuova Società di affiancamento per favorire i giovani
Molto interessante è l’istituzione della Società di affiancamento per favorire il ricambio generazionale e incentivare i giovani agricoltori attraverso un affiancamento economico e gestionale dell’azienda agricola. Entro 12 mesi il governo renderà operativa questa norma che interesserà soggetti di età superiore ai 65 anni o pensionati e giovani di età non superiore ai 40 anni anche in forma associativa che non siano già proprietari di terreni agricoli. Si dovrà stabilire il periodo di affiancamento, che non sarà superiore ai tre anni, e ci saranno agevolazioni fiscali a favore dell’agricoltore che mette a disposizione l’azienda e il giovane che dovrà subentrare.
Il rapporto di affiancamento cesserà con forme di subentro nel fondo agricolo con contratti di conduzione o altre formule che verranno indicate quando la norma entrerà in vigore.
Il giovane deve presentare un progetto di sviluppo aziendale
La cosa importante da sapere è che il giovane, per dare il via al progetto di affiancamento, è tenuto a presentare un progetto di sviluppo dell’impresa sottoscritto da entrambe le parti, che prevede precisi obblighi.
La normativa stabilirà anche la compartecipazione agli utili e il diritto di prelazione per il giovane nel caso in cui il fondo venga messo in vendita.
I giovani che entrano nel progetto di affiancamento devono dimostrare nel giro di tre anni di aver apportato innovazioni gestionali nella conduzione dell’azienda e di aver destinato per questo specifici investimenti. Questo aspetto è molto importante, perché ribadisce ancora una volta come una delle criticità maggiori della nostra agricoltura sia ancora la scarsa propensione a innovare.