Irroratrici: dopo 7 anni, solo un terzo è stato controllato

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I controlli funzionali sulle irroratrici sono diventati obbligatori il 25 novembre 2014 per i contoterzisti e due anni dopo per gli agricoltori. Ma a fine 2019 pare che i controlli abbiano riguardato solo un terzo del totale delle attrezzature oggi in campo.

«Perché tanta ostilità?», si è chiesto Roberto Guidotti su Terra e Vita, rimarcando come l’incomprensibile resistenza manifestata dalle aziende agricole (perché i contoterzisti sono pressoché tutti in regola) potrebbe essere vista come la conferma che c’è qualcosa da nascondere anche ai consumatori. Se è vero che i prodotti made in Italy sono i più sani del mondo, ci saremmo immaginati che i controlli funzionali sarebbero iniziati e portati a termine assai prima che diventassero obbligatori.

La politica sindacale non ha aiutato

Anche la politica sindacale ci ha messo del suo. Commenta infatti Guidotti: «Politica sindacale di retroguardia: come si potrebbero altrimenti definire le prese di posizione di esponenti di spicco del mondo agricolo che in sede di prima applicazione del Pan (Piano agricolo nazionale) si sono allargati a consigliare agli associati di non fare nulla, scaricando tutta la responsabilità sui contoterzisti?».

«I nostri prodotti agroalimentari sono i migliori ma non vi diciamo come li abbiamo ottenuti; vi dovete fidare di noi ma non siamo disposti a essere controllati», continua Guidotti. «Noi non impieghiamo agrofarmaci pericolosi, ma poi non vogliamo dire né cosa usiamo, né in quali condizioni».

Facendo così, il consumatore cova sospetti

Per un agricoltore porre troppe obiezioni rispetto al tracciamento della difesa fitosanitaria è controproducente, perché induce nel consumatore l’errata convinzione che il rifiuto delle regole serva a coprire chissà quali abusi. I comportamenti lesivi della salubrità dei prodotti sono effettivamente molto rari, dice Guidotti, ma le irregolarità negli adempimenti sono più diffuse di quanto si crede.

Quanti contoterzisti hanno scoperto che il loro numero di patentino era stato usato per poter vendere presidi sanitari ad agricoltori che non lo avevano rinnovato o nemmeno richiesto? Ecco, aggiungiamo noi, oltre ad applicare nuove strategie di gestione del suolo, l’agricoltura di precisione, la lotta integrata, i software a supporto delle decisioni strategiche e così via, è bene che vengano immediatamente messi da parte i comportamenti ambigui poco consoni con il nuovo corso della nostra agricoltura.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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