La bugia sulla Pac: il taglio agli aiuti sarà molto più alto del previsto

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Avevamo appena finito di tirare un sospiro di sollievo di fronte al prospettato taglio degli aiuti Pac 2021-2027, che arriva la “mazzata” puntuale come sempre. Un recente editoriale dell’Informatore Agrario, a firma di Franco Sotte, ha infatti svelato che il taglio del 5% prospettato dalla Commissione europea alla politica agricola nasconde un trucco contabile.

Tale trucco, rilevato dal blog Cap Reform, consiste nell’imputazione dei valori calcolati per la prossima Pac a prezzi correnti, mentre è ovvio che il confronto vada fatto a prezzi costanti, cioè tenendo conto dell’inflazione. E l’UE imputa una svalutazione della moneta del 2% annuo, anche se il valore effettivo varia di anno in anno.

Una volta resi omogenei i dati e depurata l’inflazione, osserva Sotte, il paragone tra gli stanziamenti previsti per il 2027 (anno finale della Pac 2021-2027) con quelli del 2020 (ultimo anno della Pac attuale) mostra che il taglio complessivo alla Pac sarà pari al 14,9%. E mentre il calo nel primo pilastro sarà pari all’11,4%, quello nel secondo pilastro arriverà al 25,8%. Si tratta di un taglio enorme alla politica dello sviluppo rurale, con buona pace delle ambizioni dichiarate da Bruxelles di voler puntare su innovazione e sostenibilità ambientale.

Più versamenti degli Stati membri a Bruxelles

Per coprire tutte le spese, la Commissione propone inoltre di variare le entrate dell’UE dall’1% all 1,11 % del reddito nazionale lordo, chiedendo agli Stati membri di aumentare i propri contributi alle casse comunitarie per 11 miliardi di euro. Dunque ci aspettano tempi ancora più magri degli attuali sul fronte delle sovvenzioni comunitarie.

La conclusione che deve trarre l’agricoltore è che si deve affrettare a sfruttare fino in fondo ciò che passa oggi il convento, come Pac, Psr, eccetera, per innovare la propria azienda nell’ottica di razionalizzare i costi e aumentare rese e qualità dei raccolti. Del domani, infatti… non c’è certezza.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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