Le certificazioni di sostenibilità del processo produttivo che aiutano l’agricoltore a vendere meglio

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In un mercato che punta alla qualità, alla sanità e alla salubrità, conta sempre di più dimostrare, carte alla mano, che quello che si è prodotto nei campi ha seguito un percorso virtuoso e sostenibile. Ciò vale per produzioni come vino, frutta, ortaggi, carne e latte, ma anche per cereali e oleaginose, che in questi ultimi anni stanno soffrendo per una notevole volatilità dei prezzi di mercato.

Garantendo qualità, l’agricoltore può avere maggiori certezze di collocamento e cercare di spuntare prezzi migliori rispetto alla media dell’annata se può esibire ai suoi acquirenti le certificazioni di processo, come quelle di cui parliamo in questo articolo e che sono realizzate dalla ditta Speziali Antenore di Roncoferraro (Mantova), da anni fortemente orientata alla sostenibilità ambientale ed economica messe a disposizione della sua clientela.

Certificato di essiccazione sostenibile

La ditta Speziali è dotata di grandi impianti di essiccazione, che sono alimentati con gas naturale liquido e fotovoltaico anziché con il tradizionale gasolio. I benefici sulla granella trattata, dal punto di vista della salubrità, sono notevoli e per questo le aziende trasformatrici preferiscono acquistare, anche con un ritocco in alto del prezzo a favore dell’agricoltore, materie prime che sono trattate con tecnologie “soft”. Per esempio, nel caso del riso, nella scorsa campagna il prodotto essiccato dalla ditta Speziali ha spuntato un prezzo superiore di 0,60 cent al quintale.

Il certificato di essiccazione sostenibile.

Certificato di pulizia delle attrezzature per la coltivazione biologica

Si tratta di un certificato obbligatorio per chi produce sementi e produzioni biologiche, e Speziali è attrezzato per consegnare questo documento ai suoi clienti, con le specifiche delle pulizie eseguite sulle macchine da raccolta e sul metodo che è stato applicato, compresa l’acqua calda compressa per la pulizia della testata.

Il certificato di pulizia delle attrezzature per la coltivazione biologica.

Autocertificazione delle particelle oggetto della misura PSR 10.1.4

Gli agricoltori che beneficiano dei finanziamenti previsti dalla misura 10.1.4 dei PSR sull’agricoltura conservativa hanno l’obbligo di dichiarare con quali attrezzature sono state lavorate le superfici delle particelle oggetto della richiesta di aiuto. Come si vede dall’immagine qui sotto, in questo caso viene citato il coltivatore Kverneland CTC, che è un’attrezzatura ammessa per la lavorazione minima del terreno, e nella parte sottostante sono indicate le particelle individuate dal foglio, dal mappale e dalla superficie interessata.

L’autocertificazione delle particelle oggetto della misura PSR 10.1.4.

I mercati sono sempre più esigenti e una buona dotazione di soldi pubblici è a disposizione degli agricoltori che imboccano la strada della sostenibilità: bene dunque ha fatto la ditta Speziali a predisporre le certificazioni per chiudere il cerchio e offrire ai suoi clienti l’opportunità di raggiungere una maggiore redditività.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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