Le dieci regole d’oro per riuscire a produrre più di 40 kg di latte venduto per vacca

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In zootecnia, la gestione del sistema alimentare è uno dei fattori più importanti per l’influenza diretta che ha sulla produzione giornaliera di latte. Michele Campiotti, nell’ultimo numero de L’Informatore Agrario, in base a esperienze dirette in numerose stalle da latte italiane che stanno ottenendo produzioni superiori alla media, sintetizza in maniera molto efficace gli aspetti operativi che concorrono in maggior misura nel determinare il successo di un sistema alimentare ad alta efficienza.

  1. Utilizzare solo alimenti privi di muffe visibili ed evitare alimenti troppo bagnati, caldi o deteriorati.
  2. Controllare l’umidità degli insilati ogni giorno per verificare se è cambiata rispetto al giorno precedente e non caricare quantità troppo piccole di alimento.
  3. Numerare e mantenere pulite tutte le derrate e le aree di deposito per evitare errori di miscelazione e di distribuzione.
  4. Non riempire eccessivamente il carro unifeed per evitare incomplete miscelazioni.
  5. Evitare di miscelare in maniera scarsa o eccessiva l’unifeed, che potrebbe diventare troppo corto e perdere efficacia sul rumine. I foraggi dovrebbero avere una lunghezza da 3 a 5 cm. Gli alimenti liquidi vanno introdotti nel carro con barra aspersoria.
  6. Il carro deve avere coltelli non usurati e bilance efficienti e occorre controllare le pesate. Il carro deve lavorare sempre in piano e occorre controllare l’accuratezza della miscelazione e lo scarico costante.
  7. Distribuire l’unifeed nel 100% dello spazio disponibile della mangiatoia e non solo per una parte.
  8. La miscelata deve essere distribuita sempre alla stessa ora per ciascun gruppo di animali. Il momento migliore è all’uscita dalla mungitura.
  9. Gli avanzi, che ci devono essere sempre (2-4%), dovrebbero essere uguali all’unifeed appena distribuito, indicando così assenza di demiscelazione.
  10. Spingere la miscelata vicino agli animali almeno sei volte al giorno.

Gli otto errori più frequenti commessi dagli allevatori

La visita a molte stalle da latte e l’osservazione di tutte le attività, grandi e piccole, che vengono svolte ogni giorno, porta alla conclusione che in moltissimi casi l’allevatore commette una serie di errori o disattenzioni che alla fine penalizzano il suo conto economico.

Rimanendo in tema di alimentazione, ecco gli otto fattori critici che si riscontrano più di frequente non solo nelle nostre realtà produttive, ma anche in altri paesi, e che l’allevatore deve considerare per migliorare le sue performance produttive:

  1. Inefficienza del carro unifeed per quanto riguarda coltelli, coclee e bilance.
  2. Tempi di miscelazione troppo corti dopo l’introduzione dell’ultimo ingrediente.
  3. Bassa qualità dei foraggi e assenza di pre-trinciatura.
  4. Carro troppo pieno.
  5. Carro che non lavora in piano.
  6. Errato caricamento dei liquidi.
  7. Ordine errato di caricamento degli alimenti.
  8. Una combinazione di più problemi sopra esposti.

In Italia ci sono quattro categorie di allevatori

Campiotti sottolinea come oggi in Italia, di fronte alla necessità di innovazione e di implementare percorsi aziendali monitorati con cifre e numeri e sistemi di gestione informatici, ci siano quattro tipi di allevatori da latte:

  1. L’allevatore che non sa cosa bisogna fare e ha bisogno di informazioni.
  2. L’allevatore che sa cosa bisogna fare, ma ritiene di non avere tempo per farlo.
  3. L’allevatore che sa cosa bisogna fare, pensa anche di farlo, ma dato che non fa il monitoraggio di ciò che sta facendo, non si accorge che quello che sta facendo non corrisponde a quello che pensa di fare e di conseguenza non impara dall’esperienza.
  4. L’allevatore che sa cosa bisogna fare, lo fa correttamente monitorandolo, raccoglie i frutti e cresce come imprenditore e come redditività aziendale ed è alla ricerca continua del passo successivo da fare.

Oggi, conclude Campiotti, pochi allevatori italiani appartengono alla prima categoria, la maggior parte appartiene alla seconda e alla terza, e diversi sono nella quarta, ma non tantissimi purtroppo.

Per crescere professionalmente occorre avere la pazienza di imparare, sempre. Ma “gli uomini raramente imparano ciò che credono già di sapere”. Chi gira tutti i giorni per le nostre campagne dovrebbe concordare con noi che proprio questa è una delle cause principali della scarsa redditività aziendale.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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