Limiti e vantaggi dell’ala gocciolante per distribuire acqua e fertilizzanti al mais

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Da qualche anno si sta diffondendo in Pianura Padana l’applicazione delle ali gocciolanti per la fertirrigazione del mais, con risultati in alcune situazioni molto positivi, in altre meno, ma comunque sempre legati alla estrema variabilità delle condizioni pedoclimatiche ma anche alla professionalità degli agricoltori, che sono ormai la base comune e poco modificabile della nostra agricoltura.

La Fondazione Navarra di Ferrara ha condotto nel 2015 una sperimentazione sull’ala gocciolante i cui risultati sono stati riportati dall’Informatore Agrario e che si possono così riassumere:

Pregi:

  1. L’impianto è di facile utilizzo e automatizzabile e non prevede tempi di spostamento come per esempio accade con il rotolone.
  2. Si ottiene una maggiore efficienza dell’acqua, con somministrazione diretta sul terreno e minori dispersioni.
  3. Grazie alla fertirrigazione, si concima direttamente in manichetta in epoche in cui il mais ha maggiore necessità di elementi nutritivi.

Difetti:

  1. Costo elevato. Nel caso in oggetto il costo totale, comprensivo di manichetta, rubinetti, tubo di testata, raccorderia, stesura manichetta, messa in opera, raccolta ala gocciolante e smaltimento, ammonta a 1.300.00 euro/ha.
  2. Se non interrata, è oggetto di danneggiamento da parte di fauna selvatica e insetti come la piralide.

Il confronto tra irriguo e asciutto

Il confronto è stato fatto tra mais coltivato in asciutto e sostenuto nel corso del suo ciclo colturale con i soli apporti naturali del cielo (e le precipitazioni hanno fornito 209 mm dalla semina alla raccolta) e mais irrigato con ala gocciolante, con 12 interventi irrigui che hanno apportato 218 mm di acqua da aggiungere alle piogge, per un totale di 427 mm.

Il confronto delle tecniche di concimazione si è svolto tra:

  • Apporto di urea con due somministrazioni (la prima a spaglio e la successiva alla sarchiatura), per un totale di 276 unità di N/ha.
  • Fertirrigazione con quattro interventi (il primo a spaglio con urea e gli altri tre – differenziazione spiga, differenziazione pennacchio, emissione pennacchio – con scioglimento del fertilizzante nell’acqua di irrigazione) per un totale di 220 unità di N/ha.

Con un investimento di 9 piante/mq il mais in irriguo ha prodotto 12,1 t/ha e quello in asciutto 10,3 t/ha.

Pur con una diminuzione del 20% dell’apporto azotato in fertirrigazione, la produzione non è diminuita e questo dimostra la buona efficacia di questo sistema di distribuzione che ha per veicolo l’acqua irrigua.

Ancora una volta si dimostra che il mais ha bisogno di irrigazione, dato che in questa prova l’acqua distribuita con la manichetta ha aumentato la produzione rispetto all’asciutto di circa 20 ql/ha. Ma allo stesso tempo conferma che l’ala gocciolante è un sistema molto valido soprattutto in situazioni difficili dal punto di vista della sistemazione dei campi, ma che tuttavia comporta un investimento notevole che non sempre viene sostenuto dai prezzi di mercato di un prodotto come il mais che sta soffrendo, da questo punto di vista, ormai da un po’ di anni.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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