L’impegno di Dekalb e Kverneland sulla precisione: +98 euro/ha con le dosi variabili

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È da 40 anni, più o meno dall’avvento in Italia dei primi moderni ibridi di mais, che non si comunicava all’agricoltore un salto di redditività all’ettaro così eclatante: ben 98 euro/ha di media, su 34 aziende agricole dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia, è la redditività extra dovuta all’applicazione delle dosi variabili di semente rispetto a una dose fissa, cioè quella che solitamente viene consigliata “da catalogo” all’agricoltore.

I risultati su 700 ettari nel 2017

Dekalb e Kverneland Group lo hanno comunicato a un centinaio di agricoltori e contoterzisti nel corso di un incontro tenutosi nei giorni scorsi nella sala meeting di Kverneland Group Italia a Castiglione delle Stiviere, riportando in dettaglio i dati di pieno campo 2017 ottenuti in oltre 700 ettari mappati e seminati a rateo variabile, in gran parte con le seminatrici Kverneland Optima HD e-drive per la produzione di granella, pastone e insilato in 34 località sia in irriguo sia in asciutta.

Un impegno di così grandi proporzioni unico per Dekalb in Europa e che già al primo anno ha portato frutti copiosi e grandi soddisfazioni per i tecnici, gli agricoltori e i contoterzisti che hanno aderito a questa sperimentazione a pieno campo, che si è basata sulla preventiva mappatura del suolo, sulla semina a rateo variabile di diversi ibridi Dekalb e sulla mappatura delle produzioni finali.

La variabilità dei terreni da problema a opportunità

Variare la dose di semente in base alle informazioni sulle caratteristiche fisiche e sulla fertilità del terreno punto per punto, significa sfruttare nel migliore dei modi quella “variabilità” spaziale dei campi coltivati che l’agricoltore ha sempre subìto e combattuto, senza avere a disposizione dati certi su cui riflettere. Oggi, grazie all’elettronica applicata all’agronomia, è proprio quella variabilità dei terreni l’arma più potente che abbiamo a disposizione per aumentare la redditività dell’ettaro coltivato. A questo proposito, portiamo qui di seguito l’esempio di un’azienda agricola in provincia di Cuneo.

In questa immagine vediamo a sinistra la mappatura del suolo, dove i diversi colori indicano aree di diversa fertilità, sia in termini di tessitura sia in termini “chimici”. Al centro c’è la mappa di prescrizione, che viene letta dalla seminatrice Optima HD e-drive, che semina a tre dosi diverse 105.000, 90.000 e 77.000 semi/mq a confronto con una striscia test, dove la semina è a rateo fisso ovunque, cioè 85.000 semi/mq.
Questa è la mappatura delle rese rappresentata da sei diversi colori per differenti produzioni di mais, variabili area per area da 100 a 160 ql/ha.
I risultati produttivi ed economici vengono divisi in tre fasce che corrispondono a tre differenti tipologie di suolo e a tre diverse densità di semina: 1) franco limoso con 77.000 semi/mq; 2) franco limoso argilloso con 90.000 semi/mq; 3) franco limoso argilloso con più sostanza organica con 105.000 semi/mq. Il confronto è sempre fatto con la dose standard per l’ibrido prescelto, che è di 85.000 semi/mq distribuita per tutta la lunghezza dell’appezzamento. La penultima colonna della tabella indica i risparmi, nel primo caso, o i costi in più negli altri due, per l’acquisto della semente rispetto alla spesa per la dose standard. L’ultima colonna indica il reddito netto ottenuto, che è sempre positivo per tutti e tre gli investimenti a dose variabile.

Risultati economici straordinari anche in asciutta

Qualcuno potrebbe obiettare che mappature e dosi variabili funzionano solo nelle aziende irrigue e che puntano alla massimizzazione delle rese. L’esempio che segue dimostra invece che anche nel caso di un’azienda che nel 2017 ha coltivato il mais in asciutta, i vantaggi sono addirittura maggiori.

In questo caso la dose standard da catalogo per le condizioni difficili, senza irrigazione, consiglierebbe 80.000 semi/mq, ma grazie alle informazioni desunte dalla mappa del suolo il consiglio agronomico può variare in base alle diverse caratteristiche dell’appezzamento, con tre dosi variabili di 58.000, 71.000 90.000 semi/mq. La colonna di destra mostra che con la prima dose di 58.000 semi/mq al posto degli 80.000, il risparmio di seme (-53 euro/ha) abbinato all’aumento di produzione (5,7 t/ha contro 3,2 t/ha) porta a un vantaggio di reddito netto pari a 478 euro/ha. Ma anche negli altri due casi il vantaggio economico rimane rilevante.

È solo il primo passo, ma il reddito può aumentare ancora

In conclusione possiamo dire che già la sola variazione ragionata della dose di semina porta a un significativo vantaggio economico, che può aumentare ancora se si gestiscono in maniera variabile gli apporti irrigui attraverso la piattaforma “SMART Irrigation Powered” di AquaTEK, se si concima e si diserba a rateo variabile e infine se si abbinano tutti i vantaggi connessi con le minime lavorazioni al posto delle arature.

Una considerazione finale importante: Dekalb è in grado di consigliare la giusta dose di seme al variare del tipo di terreno, perché per ogni suo ibrido ha realizzato da anni prove di semina a cinque diverse densità su diverse tipologie di suolo, con la mappatura delle produzioni finali. Se non si dispone di questo dato per ciascun ibrido come si fa, di fronte a una mappa del suolo e una mappa di produzione, a stabilire quanti semi mettere nelle diverse zone?

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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