Roberto Bartolini21 Febbraio 20223min37020

Mais e cambiamento climatico: puntiamo sugli ibridi classe 500

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Anche quest’anno le prove di confronto varietale del Crea di Bergamo, svolte in 14 località del nord e centro Italia, forniscono interessanti indicazioni di semina sul mais. Il primo fatto che balza agli occhi è che gli ibridi di classe 500 hanno prodotto in media solo 3 ql/ha in meno di granella secca rispetto agli ibridi di classe 600 e solo 4,8 ql/ha in meno di quelli di classe 700. Dunque per chi produce granella in aree non super vocate al mais, di fronte ai forti cambiamenti climatici in atto caratterizzati da punte di calore estive eccezionali e possibili piogge torrenziali in autunno, una soluzione non troppo penalizzante dal punto di vista produttivo potrebbe essere quella di seminare ibridi di classe 500 al posto dei mais più tardivi. I vantaggi sono certamente l’anticipo della fioritura, mettendosi probabilmente al riparo dalle punte di calore più dannose, nonché i ridotti interventi irrigui, la probabile minore suscettibilità alla piralide e l’anticipo notevole del periodo di raccolta a umidità più contenute.

Dando un’occhiata ai dati del Crea della campagna maidicola 2021, ecco le produzioni raggiunte dai cinque ibridi migliori.

Ibridi di classe 500:

  • Mas 59 K : 146,7 ql/ha
  • Kefieros: 145,7 ql/ha
  • Kontigos: 145,4 ql/ha
  • Portbou: 145,6 ql/ha
  • P0848: 143,9 ql/ha

Ibridi di classe 600:

  • KWS Poseido: 148,8 ql/ha
  • SY Lavaredo: 147,7 ql/ha
  • SY Fuerza: 147,3 ql/ha
  • Mas 68 K: 145,4 ql/ha
  • Portofino: 143 ql/ha

Come si può notare, le differenze produttive tra i primi cinque ibridi di classe 500 e i primi cinque di classe 600 non sono tali da far preferire la classe più tardiva.

E ora vediamo i primi cinque ibridi di classe 700:

  • DKC 6980: 150 ql/ha
  • P1772 : 148 ql/ha
  • SY Antes: 145,2 ql/ha
  • Shaniya: 140,9 ql/ha
  • KWS Elekro: 140,1 ql/ha

Dunque la genetica è riuscita a fare un ottimo lavoro sugli ibridi di classe di maturità più precoce e questo avvantaggia certamente gli agricoltori che si trovano in zone con oggettive limitazioni a super produzioni, nelle quali comunque si possono ottenere ottimi risultati produttivi anche con qualche risparmio sui mezzi tecnici.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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