Roberto Bartolini23 Marzo 20164min8350

Mais: i consigli agronomici per limitare lo sviluppo delle aflatossine nella granella

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La redditività di un campo di mais non può prescindere dalla sanità della granella, che è ormai un pre-requisito fondamentale per vendere il proprio raccolto e non subire decurtazioni sul prezzo finale. Ma la diffusione delle micotossine si fa di anno in anno sempre più preoccupante, e così il Mipaaf insieme alle Regioni ha attivato una ricerca mirata a individuare i consigli agronomici da fornire agli agricoltori per un maggiore controllo delle contaminazioni. La riassumiamo qui di seguito.

Avvicendamento

L’alternanza del mais con soia, bietola e orticole di pieno campo consente di limitare la quantità di residui colturali e non permette alle larve di diabotrica di trovare radici di mais per alimentarsi, quindi abbatte tale popolazione larvale responsabile di stress al mais.

Epoca di semina

La fioritura è la fase in cui è più probabile la contaminazione della spiga e quindi occorre seminare tempestivamente, cioè appena il terreno raggiunge i 10°C a 3-5 cm di profondità per evitare la coincidenza della fioritura con le temperature estive più elevate. In coltura irrigua è bene impiegare ibridi che completano la maturazione entro fine estate-inizio autunno.

Irrigazione

Lo stress idrico predispone la pianta di mais all’attacco dell’Aspergillus flavus, il fungo termofilo responsabile delle aflatossine, favorito dall’aumento di temperatura dei tessuti del mais a causa della ridotta traspirazione. Attenzione a non far andare il mais in stress idrico nelle fasi di fioritura e di maturazione della granella.

Fertilizzazione azotata

Carenze di azoto causano uno sviluppo stentato della coltura che la predispongono ad attacchi di funghi tossigeni. Carenza di azoto significa diminuzione delle rese e aumento della concentrazione della tossina nella granella.

Impiego di biocompetitori

Distribuzione dei formulati tra lo stadio di 6 e 10 foglie del mais per una efficace competizione nei confronti dei ceppi tossigeni.

Su questo punto, si veda anche il nostro approfondimento “Dalla lotta biologica tra buoni e cattivi, la nuova frontiera per prevenire le aflatossine del mais“.

Trattamenti insetticidi

L’attacco delle larve di piralide è una causa indiretta dello sviluppo dell’Aspergillus sulle cariossidi già erose e quindi più esposte alla penetrazione del fungo. L’attacco delle larve di diabotrica, danneggiando le radici, espone la pianta di mais a maggiori stress idrici e nutrizionali. Contro la piralide è opportuno trattare le larve di seconda generazione, quindi quando le catture delle larve di prima generazione diventano costanti.

Epoca di raccolta

È una scelta che influisce molto sulla presenza delle aflatossine. La raccolta va effettuata quando il mais ha un’umidità compresa tra il 20 e il 22% e non si deve scendere mai al di sotto del 20% altrimenti l’Aspergillus cresce rapidamente e l’accumulo di aflatossine diventa rilevante. Quando la pianta è matura la traspirazione termina e così la temperatura della spiga può diventare superiore a quella dell’aria e così favorire lo sviluppo della muffa termofila come l’Aspergillus.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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