Mais, il compromesso per difendersi dalla diabrotica e dalla piralide

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Un danno ben evidente all’apparato radicale con allettamenti delle piante e mancata fecondazione della spiga, sono gli effetti procurati dalla diabotrica che, soprattutto in alcune aree della Pianura Padana, da anni sta preoccupando i maiscoltori.

Ecco la differenza tra l’apparato radicale e lo stocco di una pianta di mais sana (in alto) e una attaccata da diabotrica (in basso) che ha limitato l’espansione delle radici e la dimensione dello stocco.
Ecco la differenza tra l’apparato radicale e lo stocco di una pianta di mais sana (in alto) e una attaccata da diabotrica (in basso) che ha limitato l’espansione delle radici e la dimensione dello stocco.

La rotazione è il primo elemento di successo

Che fare? Occorre soprattutto cercare di limitare la diffusione della diabotrica e il primo elemento vincente è la rotazione delle colture, evitando cioè la monosuccessione di mais. In questo senso la nuova Pac, con la diversificazione delle colture che è uno dei vincoli del pagamento greening, dà certamente una mano all’agricoltore.

Altro fattore che favorisce un attacco di diabotrica sono le semine ritardate dalla seconda metà di aprile in poi rispetto alla semina tempestiva, che comporta un ritardo della fioritura che così va a coincidere con la presenza degli adulti sfarfallanti di diabotrica.

Evitare ogni forma di stress alle piante

Fertilità chimica e fisica del terreno, disponibilità di acqua, concimazioni mirate e un programma di diserbo ben calibrato sono i fattori che mettano le piante di mais in buone condizioni vegetative, evitando cioè  fenomeni di stress, e quindi possono ridurre in maniera significativa i danni da diabotrica.

Gli adulti di diabotrica compaiono da fine giugno e per tutta l’estate, ma con maggiore concentrazione a luglio, che è il momento migliore per effettuare il trattamento fogliare.

Unico trattamento contro i due nemici

Ma occorre tenere d’occhio anche la piralide, altro temibile nemico della sanità della granella e porta di ingresso privilegiata per l’accumulo di micotossine. Il trattamento più efficace contro la piralide si effettua nella finestra operativa che va dal 10 al 30 luglio, che corrisponde al primo volo degli adulti.

Attacco della larva di piralide sulla spiga di mais con le caratteristiche gallerie che sono la via di accesso per lo sviluppo delle micotossine.
Attacco della larva di piralide sulla spiga di mais con le caratteristiche gallerie che sono la via di accesso per lo sviluppo delle micotossine.

Ma poiché sarebbe opportuno evitare il doppio trattamento, come raccomandano le pratiche di agricoltura sostenibile, l’orientamento operativo consigliato è quello di effettuare un unico intervento precoce nella prima decade di luglio con miscele pronte ad attività ovo-larvicida e abbattente e alti volumi di acqua (400 l/ha), che è il giusto compromesso per evitare le ovideposizioni di diabotrica e per intercettare la prima parte del volo degli adulti di piralide.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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