Meno emissioni negli allevamenti? A ogni stalla il suo digestore

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Emissioni di odori, metano, ammoniaca, protossido di azoto fanno dell’allevamento da latte un osservato speciale da parte della Commissione europea in vista della nuova Pac, che fa della sostenibilità la priorità assoluta da perseguire in ogni attività agricola. Dato che un altro obiettivo chiave della nuova programmazione degli aiuti all’agricoltura è la drastica riduzione dei fertilizzanti chimici, ecco che proprio la stalla da latte, grazie alla tecnologia, ha la possibilità di centrare i due obiettivi: la chiave di tutto è la corretta gestione degli effluenti attraverso gli impianti di biogas, anche di piccole o piccolissime dimensioni, alimentati esclusivamente con le deiezioni zootecniche.

Il progetto “Farming for future” del Consorzio italiano biogas indica agli allevatori la strada giusta da seguire e li affianca in tutte le operazioni necessarie alla corretta installazione e gestione di un digestore aziendale. Infatti non basta installare l’impianto, perché occorre soprattutto saper gestire bene gli effluenti, per esempio riducendo il più possibile il tempo che passa tra il momento in cui gli animali producono le deiezioni e il loro ingresso nel digestore per valorizzare tutto il potenziale energetico dato dalla sostanza organica contenuta per produrre energia. Inoltre così facendo si eliminano anche gran parte delle emissioni che si originano dalle deiezioni se sostano in corsia troppo a lungo.

Per una resa ottimale nel biodigestore le dieiezioni non devono essere troppo diluite con acqua e la rimozione con i raschiatori deve essere molto frequente.

Altro aspetto importante è non diluire troppo le deiezioni, perché si peggiorano le performance degli effluenti una volta che sono state introdotte nel digestore. Inoltre occorre aumentare molto la frequenza di rimozione delle deiezioni. Ma occorre porre attenzione anche allo stoccaggio del digestato una volta uscito dal digestore e per ridurre le emissione le vasche devono essere coperte anche per recuperare il biogas residuo.

La distribuzione del digestato attraverso un’attrezzatura come il coltivatore Kverneland CLC consente il giusto interramento nel momento di preparazione del letto di semina.

Infine, la distribuzione agronomica del digestato deve avvenire con attrezzature che consentano un interramento nei primi centimetri di terreno, su tutta la superficie o solo nella striscia lavorata come avviene nel caso dello strip tiller.

La minima lavorazione a strisce con il Kverneland Kultistrip permette di distribuire il digestato solo dove potrà essere utilizzato interamente dalle colture.

Tutto ciò consente di trasformare al meglio l’azoto organico contenuto nel digestato in azoto ammoniacale, una forma a pronto effetto ideale per tutte le colture estensive.

Oltre agli attuali, anche i PSR della nuova Pac 2023 prevederanno contributi ad ettaro per gli agricoltori che distribuiscono i digestati attraverso attrezzature che ne assicurano un leggero interramento.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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