Roberto Bartolini23 Marzo 20205min16440

Novità mais: la concia rivoluzionaria Acceleron per ibridi Dekalb

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Una pronta emergenza del mais, anche nelle condizioni di suolo e di clima più difficili, è l’obiettivo principale ad inizio campagna di ogni maiscoltore. La ricerca e l’innovazione tecnologica applicata al seme ibrido di mais ha portato recentemente sul mercato sistemi di concia del seme rivoluzionarie, come è il caso di “Acceleron”, una esclusiva degli ibridi Dekalb (clicca qui per saperne di più). Questo nuovo trattamento per il seme si fonda sulla sinergia tra prodotti biologici e principi attivi di origine chimica.

Una protezione indispensabile per partire bene

Questa soluzione integrata protegge la coltura dai danni provocati da malattie e insetti di inizio stagione, migliorando l’affrancamento, l’uniformità e il vigore della coltura, per un potenziale di resa più elevato. I microrganismi migliorano anche la disponibilità e l’apporto di nutrienti attraverso le radici, potenziando lo sviluppo delle piante e dell’apparato radicale.

B-360 fa comunicare la pianta con i microrganismi

La componente biologica di Acceleron si chiama è B-360 e chimicamente appartiene alla famiglia dei lipochitoligosaccaridi (LCO), che non sono composti viventi, cioè non sono microrganismi. Ciò significa che le sementi trattate con B-360 possono essere maneggiate e conservate come un seme “normale”, senza la necessità di particolari attenzioni (umidità, temperatura dei magazzini, esposizione alla luce, eccetera).

Biostimolante naturale di grande efficacia

Un lipochitoligosaccaride (LCO) è un composto messaggero simbiotico, cioè è una molecola segnale che favorisce la comunicazione tra la pianta e i microrganismi. In particolare B-360 comunica con le ife delle micorrize naturalmente presenti nei suoli agrari. Grazie all’azione di B-360, i funghi micorrizici possono penetrare più velocemente e in numero maggiore all’interno delle cellule radicali, per iniziare a colonizzare la parete radicale della pianta e legarsi ad essa. B-360 è pertanto un biostimolante.

La sperimentazione di laboratorio

Per evidenziare l’efficacia di B-360 nel colonizzare le radici, è stata condotta una sperimentazione in laboratorio. Si sono analizzate le radici di piante in cui B-360 è stato usato in concia e radici di piante non conciate con B-360. L’attività degli arbuscoli nelle radici delle piante conciate con B-360 è tre volte superiore rispetto a una simbosi “naturale”, senza la presenza di biostimolante (vedi figura qui sotto). B-360 agisce pertanto come acceleratore e moltiplicatore della simbiosi micorrizica.

Grazie all’utilizzo di un microscopio professionale è stato possibile mettere in evidenza il maggior numero di micorrize che B-360 determina nelle radici del mais. Più alto il numero di “macchie nere”, maggiore la colonizzazione della radice da parte del fungo. Ogni “macchia nera” rappresenta un arbuscolo (vedi figura qui sotto).

Aumenta il volume funzionale delle radici

Grazie a questa maggiore colonizzazione, il volume funzionale (radici della pianta più la rete di funghi micorrizici) dell’apparato radicale aumenta, così la pianta ha accesso a una porzione di terreno più ampia e a una quantità di acqua e nutrienti che altrimenti non potrebbe raggiungere. In media, ciò può portare a un incremento della resa pari a +2% (dati basati su 43 sperimentazioni regolatorie condotte su micro-parcelle, 6 repliche per trattamento, 2017 – UE). Dunque la concia Acceleron consente al maiscoltore di poter seminare con maggiore tranquillità di risultati e in ogni caso ottimizza il potenziale di resa degli ibridi.

Ricordiamo che anche l’ibrido di mais che sarà protagonista della sperimentazione Kverneland Academy 2020, cioè il nuovo DKC 6092 di Dekalb, può contare sulla concia Acceleron.

Scopri di più di Acceleron »

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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