Nuovi PSR: approvati solo dieci su ventuno. Ma ci sono soldi non spesi dei vecchi PSR

psr-2015-2020

Per il momento sono stati approvati da Bruxelles solo dieci PSR 2014-2020 sui ventuno previsti, e sono quelli delle seguenti regioni: Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Molise, Lombardia, Marche, Sardegna, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano (vedi articolo precedente). Alcune regioni hanno emesso uno o due bandi, mentre non si sa ancora quando usciranno tutti gli altri bandi relativi alle diverse misure oggetto di finanziamento.

Ma sullo sfondo di questo ritardo c’è un problema che riguarda addirittura i soldi che abbiamo in cassa ormai da molti anni, ma che non siamo riusciti ancora a spendere.

Una cronica lentezza della nostra macchina burocratica

La cronica incapacità italiana di non sfruttare come si deve la montagna di euro che l’Europa ha messo a disposizione della nostra agricoltura è un difetto che non riusciamo proprio a toglierci di dosso. Infatti, della vecchia programmazione PSR 2007-2013 restano ancora da spendere qualcosa come 1,3 miliardi di euro di fondi europei; e se non li spendiamo entro il 31 dicembre 2015, quello che rimarrà in cassa dovrà essere rispedito alle casse comunitarie e saranno denari persi per sempre dal nostro paese.

La situazione della mancata spesa è differente da regione a regione. Veneto, Lombardia, Provincia di Bolzano e Piemonte hanno da spendere ancora circa il 5% della dotazione totale, mentre per esempio Abruzzo, Basilicata, Puglia e Campania, hanno un residuo superiore al 20% dei fondi totali e ben altre 10 regioni rischiano di perdere quote tra il 14 e il 20% della somma totale a suo tempo stanziata da Bruxelles.

Possibili i trasferimenti di risorse: ma chi lo fa?

Tra l’altro Bruxelles è venuta incontro alle Regioni “lumache” con un provvedimento che permette di trasferire tra i diversi Assi di sostegno fino al 5% del bilancio totale, e quindi c’è la possibilità di trasferire risorse dagli interventi di finanziamento che non hanno avuto successo tra gli imprenditori agli interventi più gettonati.

In effetti questo è un punto importante per avere almeno una delle tante chiavi di lettura possibili: i burocrati regionali, quando stabiliscono l’elenco delle misure finanziabili, non sempre sono effettivamente in sintonia con quelle che sono le reali esigenze degli imprenditori, e così finiscono per destinare soldi a interventi che pochi realizzano perché non sono utili allo sviluppo dell’impresa.

Anche dalla lettura delle oltre 21 misure sostenute dai nuovi Piani di Sviluppo Rurale emergono parecchie perplessità al riguardo, che continueranno a generare una mancata spesa. E così avanti per l’eternità.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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