Pac: loietto e trifoglio possono essere la terza coltura e occupare le superfici Efa

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L’importanza delle foraggere e azotofissatrici cresce di anno in anno e molti agricoltori si domandano se un miscuglio possa assolvere sia all’obbligo della terza coltura sia a quello delle superfici Efa, cioè delle aree ecologiche.

«Dal 2018 – afferma l’agronomo Angelo Frascarelli – il regolamento introdotto consente ai miscugli di azotofissatrici e altre piante di essere qualificate come Efa, cioè area di interesse ecologico, a patto che venga assicurata nel miscuglio la predominanza delle colture azotofissatrici. Quindi per esempio per loietto e trifoglio quest’ultimo deve essere almeno il 51% rispetto al loietto».

Rimangono però alcune limitazioni?

«Il regolamento 2017/1155 ha sancito il divieto di utilizzare prodotti fitosanitari sulle colture azotofissatrici inserite come aree ecologiche Efa e le colture azotofissatrici rispondono ai requisiti Efa solo se sono presenti durante tutto il loro periodo vegetativo. In altre parole il divieto di usare agrofarmaci su queste colture coincide con il naturale periodo vegetativo che va dalla semina alla raccolta nel caso di specie annuali».

Quindi come ci si deve comportare per terminare questi miscugli?

«Una coltura azotofissatrice impiegata come Efa non va sovesciata, perché altrimenti non completerebbe il periodo vegetativo, mentre se viene insilata oppure affienata completa il periodo vegetativo e quindi non comporta alcuna contestazione».

Quindi un miscuglio con azotofissatrici predominanti assolve ai due impegni di terza coltura e di Efa e, una volta completata il ciclo vegetativo, a fine maggio o ai primi di giugno quel terreno può essere lavorato e/o destinato ad altra coltura sulla quale si possono utilizzare gli agrofarmaci.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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