Perché i prezzi di mais, soia e grano stanno crollando
I prezzi di mercato di materie prime strategiche come mais, grano e soia stanno crollando, anche se la guerra in Ucraina si è intensificata. Nonostante l’accordo sui cereali del Mar Nero sia terminato, i due paesi stanno ancora esportando notevoli quantità di cereali. Secondo l’analisi del portale Invezz, alcuni dati recenti hanno mostrato che l’Ucraina esporta oltre 5 milioni di tonnellate di cereali al mese, una cifra superiore a quella che esportava nel 2023.
L’Ucraina ha ottenuto questo successo concentrandosi sull’agricoltura nella parte occidentale e stabilendo nuove rotte. In una recente dichiarazione, il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (Usda) ha annunciato che le esportazioni di mais dall’Ucraina continueranno ad aumentare quest’anno.
Produzioni abbondanti nel mondo
Il ribasso dei prezzi delle materie prime è dovuto al fatto che viviamo in un’era di abbondanza nel settore agricolo. Secondo l’Usda, la produzione globale di mais per la stagione 2024/2025 dovrebbe essere di 1,2 milioni di tonnellate, superiore a quanto previsto in precedenza. Si prevede che la produzione totale sarà di 1,52 miliardi, con Ucraina e Stati Uniti in testa.
La stessa tendenza si sta verificando nel mercato del grano, che sarà caratterizzato da maggiori forniture e scorte in esaurimento. La produzione di grano aumenterà da 134 milioni di bushel a 2.008 milioni di bushel, con l’aumento della superficie coltivata. Si prevede che altri paesi come Canada e Pakistan vedranno una maggiore produzione di grano, che sarà compensata da un calo della produzione russa a causa dei recenti danni dovuti al gelo.
Nel frattempo, si prevede che la produzione di soia negli Stati Uniti diminuirà di 15 milioni di bushel, arrivando a 4,4 miliardi. A livello globale, però, la produzione di soia continuerà ad aumentare, grazie ai raccolti abbondanti di Cina e Brasile.
5 commenti
Renzo
11 Settembre 2024 at 5:27 pm
Buonasera .in una visione globale di scambi commerciali ci si dimentica troppo spesso di chi è al centro di tutto questo . Gli agricoltori italiani ed europei si stanno confrontando con problematiche climatiche particolarmente difficili . aggiungiamo anche il fatto che siamo in balia di speculatori e mercati troppo oscillanti
E costi di produzione troppo elevati .il risultato è un impoverimento di tutto il settore cerealicolo a scapito di qualità e del medi Italy,sempre se a qualcuno interessa ancora
Guido Spinelli
11 Settembre 2024 at 7:51 pm
Questa notizia è in totale contrasto con le quotazioni dei cereali rilevate sui mercati principali: Milano,Bologna e Foggia. Qui le quotazioni sono.praticamente ferme da settimane.
Secondo quanto leggo.nel web, in Europa invece ci sarebbero quotazioni generalmente al rialzo. Vedi bollettini Ager e commenti. Come si giustifica questa totale differenza di indicazioni, dato che si dovrebbe fare riferimento a dati ufficiali ?
Raffaele
12 Settembre 2024 at 4:47 pm
La verità è che la qualità del nostro grano non interessa
Le restrizioni imposte agli agricoltori in Italia ed europa darebbero un prodotto sicuro per la salute.
Purtroppo siccità e cambiamenti ambientali rovinano i raccolti ed in mancanza di attenzione da parte del governo verso il settore agricolo costringono gente come me a cercare coltivazioni alternative senza peraltro sperare in veri cambiamenti ” olio di oliva” tanta importazione in tutti i settori.
Le politiche agricole italiane sono inadeguate
Grazie.
Donato
18 Settembre 2024 at 7:43 pm
Il futuro dei contadini non interessa a nessuno, é un mistero sul perché il prezzo crolla, basterebbe pagarlo il giusto prezzo e si potrebbero eliminare anche le varie elemosine pac. Il vero problema é che importiamo esageratamente di piú di quello che produciamo è che esportiamo, quindi c’é tutto l’interesse a tenere il prezzo basso alla faccia degli agricoltori
Giuseppe maragno
19 Settembre 2024 at 1:10 am
Agricoltura ostacolata in Europa e abbandonata dal governo Italiano. Non spetta all’agricoltura aiutare l’Ucraina. Inoltre nessuno la difende dalle esportazioni turche di scarsa qualità. Non riusciamo più a vendere in quadagno i nostri prodotti anche se curati al massimo. Servono delle scelte politiche immediate.