Perché l’agricoltura 4.0 in Italia avanza solo a piccoli passi

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La guida automatica ormai è come il cellulare, indispensabile e adottata ovunque, ma non è l’agricoltura 4.0. È certamente il primo passo, ma l’agricoltura digitale è ben altro: mappe del suolo, mappe di raccolta, mappe di prescrizione, dosi variabili di sementi, concimi e agrofarmaci, centraline meteo e banche dati, sensori per determinare il momento ideale per irrigare, sistemi collegati al satellite per monitorare giorno per giorno lo stato delle colture, tracciabilità totale dal campo alla tavola.

In Italia siamo indietro nell’adozione di tutto questo, ma i motivi (non le giustificazioni!) non mancano.

Poche aziende professionali

Su 1,5 milioni di aziende agricole che operano in Italia su 12,8 milioni di ettari di SAU, sono solo 413.000 le aziende che “fanno mercato”, con una media di 20 ettari di superficie utilizzata.

Ancora, le imprese che operano in maniera prevalente su altri settori e hanno in media 7,4 ettari di superficie sono 85.000, mentre 550.000 sono le aziende classificate dall’Istat come unità economiche non attive perché operano occasionalmente sul mercato, con una superficie media di 5,2 ettari. Infine ci sono 456.000 aziende con 1,7 ettari di superficie media che producono per l’autoconsumo.

Acquisti in comune e contoterzi

Delle 413.000 aziende cosiddette professionali, non tutte dispongono di superfici tali da giustificare gli investimenti nell’agricoltura 4.0, quindi per imboccare la strada dell’innovazione o si consorziano a livello territoriale con acquisti condivisi da mettere in comune, oppure si rivolgono ai contoterzisti.

Mentalità chiusa

Gli acquisti in comune sarebbero la soluzione ideale che si scontra con la mentalità del nostro agricoltore, che non vuole dividere nulla, soprattutto macchine e attrezzature, con i vicini.

Pochi terzisti illuminati

I contoterzisti cominciano a capire che non possono essere solo dei semplici prestatori d’opera, ma devono evolvere in consulenti privilegiati e professionali degli agricoltori loro clienti. Ma anche qui siamo ancora un po’ indietro, con pochi illuminati rispetto alla massa che si fa ancora la guerra sui prezzi.

Giovani frenati da anziani

In azienda ci sono i giovani, ma troppi vengono ancora frenati e condizionati dai papà che non ne vogliono sapere di ascoltarli quando si parla di “diavolerie digitali”.

Venditori poco informati

I concessionari di attrezzature e macchine agricole nella maggioranza dei casi non conoscono a fondo ciò che hanno da vendere e quindi non favoriscono la crescita professionale dei loro clienti. Per lo più vendono quello che fa loro comodo e quando si parla di agricoltura 4.0 non brillano per competenze specifiche che invece dovrebbero avere.

Occorre investire in formazione e cultura

Nonostante tutte queste difficoltà, negli ultimi cinque anni c’è stata una crescita significativa nella vendita di attrezzature e di sistemi 4.0, ma ancora non basta. E se in Italia non ci si mette in testa che non sono sufficienti gli incentivi all’acquisto, bensì che occorre mettere mano a formazione e informazione a livello territoriale, la corsa avrà presto qualche battuta di arresto.

È lo Stato che deve mettere a disposizione risorse e uomini per far crescere la cultura d’impresa nelle nostre campagne, soprattutto per comparti come quello dei seminativi, dove i nostri agricoltori nella maggior parte dei casi operano ancora come si faceva nel dopoguerra.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Enzo

    11 Giugno 2022 at 3:19 pm

    Nuovo Agricoltore, vi dico io perché in Italia l’agricoltura avanza a piccoli passi… La guida automatica agric. 4.0 costa dalle 10.000 alle 14.000 euro. La può prendere soltanto con l’inserimento dellimpreditorialita giovanile che c’è ha quasi gratis. Tutti gli altri la devo pagare. Fatevi un giro x vedere i così e poi scrivete gli articoli. Io stesso ho scaricato un app. Che funziona sul telefonino… anche se non é la stessa cosa… ma almeno è gratis…. grazie

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Nato nel 2014, Il Nuovo Agricoltore è un portale informativo dedicato all’agricoltura, con un occhio di riguardo alle innovazioni tecnologiche. Il progetto è sviluppato da Kverneland Group Italia.


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