I prezzi agricoli non sono bassi. Quali previsioni?
«Con due guerre in atto, la minaccia nucleare e le imminenti elezioni americane, i mercati internazionali non offrono segnali sufficienti per poter fare delle previsioni sull’andamento dei prezzi delle commodities anche a breve-medio termine. Se poi guardiamo all’Italia, in questo momento l’allarme è massimo per l’avanzata della peste suina africana che ha già eliminato nell’areale di Lodi, Milano e Pavia oltre 100 mila suini». È la fotografia di Mario Boggini dell’Officina Commerciale Commodities di San Angelo Lodigiano (Lodi), secondo il quale il raccolto 2024 avrà una qualità ai minimi termini: «La produzione di cereali 2024 in Italia, tranne poche isole felici, mostra indici qualitativi molto bassi soprattutto a causa di un andamento climatico eccezionalmente negativo. Questo riguarda frumento, orzo e mais. Per dare una immagine efficace di cosa è accaduto ai raccolti di quest’anno, riporto l’osservazione di un mio amico produttore di orzo, che qualche tempo fa mi ha detto: “Ho raccolto una paglia bella!”. Ora attendiamo i risultati dei raccolti delle seconde semine del mais, dai quali ci aspettiamo un miglioramento delle caratteristiche qualitative».
Esplode il caso della qualità del mais
«Trovare mais con granella a 5 ppb vero garantito prodotto in Italia o in arrivo a mezzo camion e treni dall’estero è sempre più difficile», afferma Boggini. «Così al contempo aumenta, per prudenza, la richiesta di mais a 3 ppb di aflatossina B1, che fa premio sul 5, ma è ancora più difficile da avere. La merce al porto viene venduta con il 5 ppb ed essendo ancora del vecchio raccolto 2023, ci si salva. Oggi il mais caricabile a Ravenna vale 235/238 euro a tonnellata e pagando un premio garantiscono anche il 3 ppb, mentre per i camion arrivo il mais a 3 ppb si attesta tra i 255/260 euro a tonnellata. In ottobre arriverà del mais brasiliano, geneticamente modificato, poi arriverà anche il nuovo raccolto ucraino, di cui per ora abbiamo solo notizie contrastanti riguardo alla sanità. Un bel rebus per chi alimenta vacche da latte o produce mangimi. A tal fine, le vie di fuga sono grano, orzo, farinetta di mais da aziende alimentari (specie chi ha ancora merce 2023), farinacci e farinette di grano. Ma logicamente sono palliativi».
«I principali listini delle granarie quotano solo il 5 ppb, mentre per il 3 ppb in una di queste si sta valutando l’indicazione di un premio che comunque varierà dai 5-7-10€/tonnellata più della voce garantita 5 ppb o comunitaria o extra comunitaria», sottolinea Boggini.
Gli agricoltori lamentano prezzi bassi
Gli agricoltori lamentano prezzi di mercato molto bassi e già mettono in dubbio le semine autunnali, per non parlare di quelle del mais 2025. Aggiunge a questo proposito Boggini: «Da che mondo è mondo l’agricoltore ogni anno si lamenta, dimenticando che quando avrebbe dovuto vendere il raccolto, non lo ha fatto in attesa di un prezzo migliore. Al momento diciamo che i prezzi per cereali e proteiche sono in una “comfort zone”, cioè sono prezzi né alti né bassi che, vista la situazione di estrema incertezza mondiale, dovrebbero accontentare sia chi produce sia chi acquista. Non dimentichiamoci che i consumi oggi non sono certo in una fase effervescente e lo dimostrano gli acquisti molto contenuti dei molini, ma anche del consumo».
Il mercato lo fa il mondo, non noi
Ma gli agricoltori lamentano anche che i prezzi dei cereali esteri sono più alti. Commenta Boggini: «Non può essere altrimenti, perché in Italia non c’è struttura che garantisca a un utilizzatore italiano di poter contare su lotti importanti, omogenei e con forniture per 3-6-9 mesi, tali da permettere di anticipare i mercati, cioè di effettuare acquisti a termine di merce fisica. E poi ci lamentiamo che importiamo oltre il 50% del nostro fabbisogno dall’estero!» Il mercato lo fa il mondo, non noi.
Le previsioni di ChatGPT
Concludiamo con le risposte che ci ha dato di ChatGPT alla domanda: “Come sarà il mercato delle commodities agricole nel 2025?”. Ecco come la pensa l’intelligenza artificiale:
- La volatilità politica e i conflitti possono alimentare le speculazioni sui mercati, con trader che approfittano dell’incertezza per aumentare i prezzi. Nel 2025 potremmo assistere a un aumento delle scommesse speculative sui prezzi di grano, mais, soia.
- I prezzi agricoli saranno più volatili e alti a causa delle possibili interruzioni nei flussi commerciali, dell’incertezza politica e dei cambiamenti climatici.
- Ci sarà un maggior protezionismo alimentare da parte di molti Paesi che potrebbero aumentare le riserve e ridurre le esportazioni.
Dunque, oggi più che mai, azzardare previsioni sull’andamento dei prezzi è una sfida impossibile. Quindi il consiglio per i nostri agricoltori è diversificare il più possibile le produzioni, per poter suddividere il rischio di mercato su più prodotti. E questo vale anche per chi utilizza e deve quindi acquistare.
2 commenti
Edi
28 Settembre 2024 at 8:42 pm
Mi chiedo se il sig Boggini avesse uno stipendio variabile come i prezzi dei cereali, se continuerebbe a fare questo lavoro o un altro. Da che mondo e mondo l’essere umano cerca sempre il migliorare, quindi il prezzo migliore in questo caso.
Provate a farvi un’azienda agricola e vivere con ciò che ricavate e poi criticate l’agricoltore.
mario boggini
1 Ottobre 2024 at 9:22 am
il Dr boggini non vive di stipendio fisso ma del suo lavoro con tutte le incertezze degli imprenditori, e non ho mai criticato l’agricoltore che io definisco: 2imprenditore Agricolo”